SCHEDE BIOGRAFICHE
PERSONAGGI
BETTINO CRAXI (1 di 3 )

(altri episodi della sua vita politica sono
nei singoli anni di "Cronologia")


UN'AMARA
PARABOLA

la sua voce > > 

Storico leader socialista, Bettino Craxi pronuncia il suo ultimo discorso da deputato, un deputato sotto accusa, il 29 aprile del 1993. Poi ci saranno le monetine, i processi, le condanne, il triste rifugio ad Hammameth, la malattia, la morte. Una parabola che in sedici anni lo porterà dall'altare al fango.
Dopo numerosi anni dalla rivoluzione giustizialista di Mani Pulite, la figura di Craxi comincia ad essere valutata da più parti con maggiore serenità, alla luce di un più freddo giudizio storico.

Benedetto (Bettino) Craxi nasce a Milano il 24 febbraio 1934, in periodo cioè in cui il fascismo si è rapidamente affermando e richiama consensi sempre più espliciti da parte di tutto il popolo italiano. Primo di tre figli di Vittorio Craxi, avvocato siciliano trasferitosi al Nord (tanto da diventare prefetto di Milano e poi Prefetto a Como ), e di Maria Ferrari una popolana originaria di Sant'Angelo Lodigiano, Bettino è invece allevato nei valori dell'antifascismo e del socialismo liberale.

Iscritto alla Gioventù socialista, entra nella Federazione milanese durante le scuole superiori. Negli anni '50 è funzionario a Sesto S. Giovanni. Entrerà nel Comitato Centrale del Psi al congresso di Venezia del '57. A ventitrè anni il suo campo di azione sono le università, anche se in seguito confessò lui stesso che da ragazzo non amava studiare, al punto che al liceo rimediava promozioni a fatica. Ottiene comunque la maturità classica, ma all'Università non avrà uguale fortuna: frequenta sia la Facoltà di Giurisprudenza a Milano che quella di Scienze Politiche di Perugia. A diciannove anni l'incontro con Anna Maria Moncini, la donna che diventerà sua moglie.

Nenniano di ferro e anticomunista convinto, prosegue la sua carriera politica dapprima come consigliere comunale a Milano dove, nel 1965, entra nella Direzione del Partito. Tre anni dopo, viene eletto deputato e passa nella Segreteria Nazionale come vice segretario di Giacomo Mancini, poi di Francesco De Martino. In quegli anni allaccia rapporti con i Partiti fratelli europei, mentre in seguito, nei primi anni '70 sosterrà e finanzierà tutti i partiti socialisti sottoposti a regimi dittatoriali (Grecia, Spagna, Portogallo).

Nel '76 viene eletto, al posto di De Martino, Segretario del Psi, indicato da più parti però come un segretario di transizione. Invece Craxi dimostra non solo di avere numerosi assi nella manica, ma anche idee innovative e per nulla acquiescenti nei confronti dello status quo politico italiano. Al congresso di Torino del 1978, ad esempio, contrappone la "Strategia dell'alternativa" al "Compromesso storico" enunciato dal leader del Pci Enrico Berlinguer, un partito col quale Craxi avvierà una feroce polemica.

Nel '78 matura un altro avvenimento fondamentale per la carriera dell'uomo politico italiano più decisionista degli ultimi decenni: si tratta dello scandalo Lockheed, scandalo che costrinse l'allora Presidente della Repubblica Giovanni Leone a dimettersi anticipatamente e a fare sì che il Psi riesca a imporre, per la prima volta nella sua storia, un socialista al Quirinale: Sandro Pertini. Lo scontro con i comunisti va avanti. Mentre Berlinguer opera lo strappo con Mosca (avviando la cosiddetta "terza via"), nello stesso periodo Craxi abbandona Lenin e Marx per esaltare il pensiero di Proudhon e cambia il simbolo del Partito: non più falce e martello su libro e sole nascente, bensì un garofano rosso.

Ma da lì a poco la società italiana dovrà affrontare un altro dramma, quello del rapimento Moro. Durante le fasi convulse della trattativa con i terroristi, sia la Democrazia cristiana che il Pci non ne vogliono sapere di scendere a patti per la liberazione di Moro. La linea scelta dai due maggiori partiti per affrontare i drammatici 55 giorni del sequestro dello statista Dc, insomma, è quella della fermezza: nessuna concessione alle Brigate Rosse. Craxi opterà invece per la linea della trattativa, ma inutilmente.

Il 4 agosto del 1983 forma il suo primo governo: un pentapartito composto da Dc Psi, Psdi, Pri e Pli. Resterà in carica fino al 3 Marzo 1987, a seguito di un reincarico e della staffetta concordata con l’allora segretario DC, Ciriaco De Mita. Un periodo che rimarrà il più lungo mai registrato nella storia della Repubblica. Oltre al record di permanenza, Craxi fu il primo socialista a diventare Primo Ministro, solo lui e il compianto Giovanni Spadolini (PRI) 2 anni prima ruppero la tradizione Democristiana a Palazzo Chigi. Nel 1984 (il 18 febbraio) si firma la revisione del Concordato tra Italia e Vaticano. Sparisce la "congrua" e viene introdotto l' 8 per mille e le offerte deducibili per il Clero. Con il Premier, a siglare l'intesa, il Cardinale Segretario di Stato Agostino Casaroli.

L'altro strappo col Pci è quando, su sua proposta, viene approvato il decreto legge per il taglio di alcuni punti della scala mobile (Decreto di S.Valentino 14 febbraio 1984), senza il consenso del sindacato comunista per eccellenza la CGIL.
L’Italia si spacca per 6.800£, un milione di persone in piazza contro il governo, si raccolgono firme per un quesito referendario che nel 1985 vedrà affermarsi la linea di Craxi e del suo governo.

Si arriva così all''85: in giugno Bettino convocatario di un summit tra i maggiori paesi europei strappa assieme al premier canadese, l’ingresso nell’allora summit delle grandi potenze si crea il G7.

Il 10 settembre, un aereo egiziano che trasporta Abu Abbas, esponente dell'OLP(l’organizzazione per la liberazione della Palestina), un suo aiutante e i quattro dirottatori della nave da crociera italiana Achille Lauro, è intercettato dall'aviazione militare Usa che ne impone l'atterraggio a Sigonella (Sicilia). Craxi rifiuta di consegnare agli Usa i sequestratori palestinesi dell'Achille Lauro affermando che i reati sono stati commessi su suolo italiano e, quindi, compete all'Italia perseguirli. Il clima di tensione è tale che i militari italiani di Sigonella arriveranno ad opporsi, con le armi, alle truppe speciali statunitensi. Craxi viene apprezzato da piu’ parti per la sua resistenza allo strapotere americano.
Il sequestro dell’Achille Lauro e dei suoi 454 passeggeri vide anche un morto, un cittadino americano di origine ebrea paraplegico, gettato in mare.

L' 8 dicembre 1989 il Segretario Generale dell'ONU lo nomina suo Rappresentante personale per il debito dei Paesi in via di sviluppo. Nel '90 presenta il suo rapporto all'Assemblea.
Il Segretario Generale lo nomina Consigliere Speciale per lo sviluppo e il consolidamento per la pace e della sicurezza. Per firmare i suoi interventi sull' "Avanti!" Craxi inizia a usare lo pseudonimo affibbiatogli dal direttore di Repubblica Eugenio Scalfari, ispirato al "masnadiero di Radicofani": Ghino di Tacco.

Non è per la verità un soprannome lusinghiero, visto che si trattava di un brigante (anche se c'è chi sostiene che fosse una sorta di Robin Hood), ma Craxi, con molto senso dell'umorismo, accetta la caricatura e anzi, come detto, se ne appropria.

Sul piano politico, Craxi prosegue comunque la sua opera di avvicinamento del Partito Socialista al centro, con l'intento di farne l'ago della bilancia della politica italiana. Sono gli anni del celeberrimo CAF, l'asse Craxi-Andreotti-Forlani, il governo pentapartito dei primi anni '90. I tre rovesciano il leader irpino Ciriaco De Mita togliendogli la Segreteria Dc e il governo. Ma Craxi non riuscirà più a riprendere le redini appunto del governo. L'inizio della crisi politica di Bettino Craxi è datata 1992.

La valanga inizia con l'arresto dell'amministratore socialista di una casa di riposo per anziani di Milano, il Pio Albergo Trivulzio, Mario Chiesa, che viene bloccato mentre incassa una tangente da una ditta di pulizie. Craxi lo definisce "un mariuolo", un ladruncolo che non ha nulla a che fare con il Psi. Ma da quell'episodio parte Mani Pulite, inchiesta condotta dal pm Antonio Di Pietro. Inizia Tangentopoli. Il 15 dicembre '92 arriva il primo avviso di garanzia per l'inchiesta sulla Metropolitana di Milano. Il Pool, guidato da Francesco Saverio Borrelli, invia al leader socialista il primo avviso di garanzia.

Nell'agosto del '92, davanti ad un Parlamento ammutolito, Craxi espone lo storico discorso che suona come una sfida a tutta la classe politica italiana: "Si alzi in piedi chi di voi non ha preso finanziamenti illeciti in questo Paese". Poi ricorda i soldi versati dai sovietici al Pci e l'apparato paramilitare del KGB in Italia.

Tuttavia, travolto dagli scandali giudiziari, e inseguito dai mandati di cattura del pool Mani Pulite di Milano, Craxi decide di non affrontare i processi macchiati da esasperato giustizialismo in un paese dove l’opinione pubblica è continuamente incalzata e eccitata dalle vicende di Tangentopoli, il vergognoso episodio del Raphael a Roma dell’aprile 1993 con Craxi dapprima idolatrato e adesso oggetto di insulti, monetine e quant’altro ne è l’esempio eclatante.

Bettino Craxi nel 1994 si ritira nella sua villa di Hammamet, in Tunisia, presso la quale capi di Stato e politici di tutto il mondo amavano un tempo farsi ospitare. Per sei anni l'Italia fa finta di scordarsi di lui: pochi i politici che gli fanno visita, come altrettanto pochi sono gli amici rimasti al suo fianco. Ad Hammamet si spegne nel sonno alle 17,30 del 20 gennaio 2000 “Io, già amministratore del Comune di Milano, già deputato della Repubblica, già Presidente del Consiglio, già Presidente della Comunità Europea, già rappresentante personale del Segretario Generale delle Nazioni Unite per missioni di pace nel mondo…”
Ad Hammamet, Bettino Craxi è sepolto, nel piccolo cimitero cristiano che si affaccia verso l’Italia, sulla sua lapide su di un libro aperto sta scritto “La mia libertà equivale alla mia vita”.

Alle 17:46 del 19 gennaio 2000 è l'Ansa la prima agenzia stampa a battere il flash "Bettino Craxi è morto", la notizia rimbalza in Italia in una manciata di minuti e i palazzi della politica si fermano.

Di lui hanno detto:

il Papa "ricorda con la preghiera" Bettino Craxi, riconoscendogli il merito, in qualità di presidente del Consiglio dei ministri, di aver contribuito "ai buoni rapporti tra lo Stato e la Chiesa in Italia".

Rocco Buttiglione, "È stato perseguitato ed ha pagato per alcune scelte fatte a suo tempo. Ha pagato per la scelta sulla scala mobile, per aver voluto imporre in Italia una politica più dinamica".

"E’ con immenso dolore che ho saputo della scomparsa di Bettino Craxi. Considero la sua morte - ha dichiarato Margherita Boniver, una delle più vicine collaboratrici dell'ex leader del Psi - una vergogna indelebile per l'Italia. Le sue condizioni di salute erano così tragiche, così conosciute da tutti, che avevano addirittura suscitato gli auguri del Papa, di Ciampi e persino dell'ineffabile presidente del consiglio Massimo D'Alema".
"Il diabete - ha proseguito Boniver - non ha perdonato e noi cittadini di un paese che non ha saputo ricercare la verità non potremo perdonare coloro che l'hanno impedita e che tutt'ora la impediscono".

“L'avventura è finita. Bettino Craxi ha tolto il disturbo e molte coscienze cossiddette democratiche, che da alcuni anni sono state le vestali di una finta interessata legalità, potranno finalmente dormire sonni tranquilli". Lo ha detto Paolo Cirino Pomicino.
"In una stagione di drammatico nanismo politico - ha aggiunto - resta l'uomo con la sua riconosicitua grandezza di statista e la sua indomita fierezza".

Francesco Cossiga ha avuto la notizia della morte di Bettino Craxi direttamente da Hammamet, mentre si trovava a colloquio con l'arcivescovo di Zagabria.
L'ex capo dello Stato si è immediatamente recato nella cattedrale della capitale croata, dove si è raccolto in preghiera.

"La storia giudicherà chi ha tentato di giudicarlo": così Giannino Guiso, l'avvocato storico di Bettino Craxi, commenta la morte dell' ex segretario del Psi.
"Si è spento l'amico più caro, il leader politico che aveva guidato con straordinaria intelligenza ed energia i socialisti italiani per 20 anni, tra i più belli e importanti della loro storia secolare", ha poi detto Claudio Martelli.
"Ho memoria di Craxi come un uomo politico di straordinarie qualità": così Alfredo Biondi, deputato di Forza Italia e vicepresidente della Camera, ha commentato la morte di Bettino Craxi. "Morire lontano dalla patria - ha detto Biondi - è una pena che i codici non prevedono". "In questo momento di dolore - ha aggiunto - non sono le vicende in cui è stato coinvolto a limitare il cordoglio e la vicinanza ai suoi familiari e a tutti quelli che gli vollero bene e che condivisero tanta parte delle vicende politiche del nostro Paese, di cui Craxi fu un eccezionale protagonista".

"L'Italia si è coperta di infamia": è la sola dichiarazione rilasciata dalla sorella di Bettino Craxi, Rosilde.
Paolo Pillitteri piange. Senza freni, senza remore, e a stento riesce al telefono ad articolare in parole il suo ricordo di Bettino Craxi, il suo affetto "per un uomo con il quale sono cresciuto, un grande uomo, che sarà ricordato come tra le più grandi figure che la sinistra abbia avuto nel Dopoguerra. Scusate ma sono sconvolto".
"Bettino Craxi, il 'mio amico' se n'è andato: linciato". È un tributo, quello di Marco Pannella, che ricorda la figura di Craxi con grande affetto.

Giacomo Franciosi

Altre pagine su Craxi 2 > >  


  ALLA PAGINA PRECEDENTE

CRONOLOGIA GENERALE  *  TAB. PERIODI STORICI E TEMATICI