SCHEDE BIOGRAFICHE
PERSONAGGI
RENATO CAROSONE

Grande autore e grande interprete della nuova canzone napoletana

‘Sono nato il 3 gennaio 1920….Dire quando sono nato però non risolve il problema. Adesso dovrei raccontarvi la mia infanzia, i miei primi anni in vico dei Tornieri, for’ a marina, a due passi da piazza Mercato, cuore di una Napoli stracciona eppure nobilissima’.

Con queste parole Renato Carosone, uno dei più noti autori ed interpreti della canzone napoletana, iniziava il racconto della sua vita nell’autobiografia ‘Un Americano a Napoli’, pubblicata poco prima della sua morte.

Il cantante che raggiunse il successo con la notissima canzone ‘Tu vuò fa l’Americano’ e con altre notissime melodie, visse appunto in questo vicolo della Napoli antica, nel quartiere Pendino, che prende il nome dalla presenza in loco di tornitori di legno e metalli. Da questa strada, il cui tracciato originario fu in parte alterato dai lavori del Risanamento, Renato Carosone iniziò la sua scalata verso il successo.
Primo di tre fratelli, all’età di sette anni fu avviato dal padre, impresario al Teatro Mercadante, allo studio del pianoforte, sotto la guida del maestro Albanese, di Vincenzo Romaniello e di Celeste Capuana. Nel 1935, all’età di quindici anni, fu scritturato come pianista commentatore all’Opera dei Pupi di don Ciro Perna e due anni dopo si diplomò al conservatorio di San Pietro a Majella.

Subito dopo lasciò Napoli e si imbarcò per l’Africa in tournee con una commedia di varietà; giunto a Massaua eseguì in un ristorante frequentato da camionisti italiani il repertorio classico napoletano, ma gli avventori, tutti del nord Italia, non lo apprezzarono e la compagnia fallì poco dopo e tutti i componenti rientrarono in patria. Carosone scelse però di restare in Africa, fu ad Asmara e poi ad Addis Abeba per lavoro, partecipò quindi alla guerra sul fronte somalo-britannico e riprese poi a suonare il pianoforte in una formazione jazz in un club inglese.

I primi successi lo invogliarono, dopo nove anni, a tornare in Italia ove, dopo qualche anno di gavetta, fu chiamato a Napoli per l’inaugurazione del nuovo club Shaker. Qui nacque il trio con Carosone, Petr Wan Wood e Gegè Di Giacomo, che ottenne subito un successo clamoroso; una sera, grazie alla inconsueta richiesta di un commerciante di tessuti presente tra il pubblico, il trio eseguì con ritmo più veloce ‘Lo sceicco’ e nacque così il loro stile inconfondibile.

Il successo fu consacrato nel 1955 con ‘Maruzzella’, la canzone ispiratagli dalla moglie Lita, che divenne anche un film, e poi dal sodalizio con Nisa, nome d’arte di Nicola Salerno, da cui nacquero pezzi celebri come ‘Buonanotte’, ‘O suspiro’, ‘Tu vuò fa l’americano’ e ‘Torero’, quest’ultima tradotta in dodici lingue e in testa nelle classifiche statunitensi per due settimane. Seguirono poi ‘O saracino, Pigliate nà pastiglia, Caravan Petrol e tante altre melodie immortali, diventate il simbolo della canzone napoletana del novecento.

Carosone inventò una nuova musica napoletana, moderna e spensierata, ironica, caricaturale e ricca del secolare patrimonio della sua tradizione. Alla sua straordinaria inventiva aggiunse una preparazione professionale perfetta e invidiabile, grazie alla quale suonava magicamente il pianoforte anche con le palle da tennis. Le sue canzoni diventarono così famose nel mondo intero, alcune star le cantarono in film di successo, e i suoi concerti-spettacolo mandavano il pubblico in delirio.

Al culmine della popolarità, nel 1960, Carosone decise improvvisamente di ritirarsi dalle scene, che volle abbandonare nel momento di maggiore popolarità, lasciando allibiti i suoi fan: tornerà ad esibirsi solo per poche volte, per la prima volta nel 1975 alla ‘Bussola’ di Viareggio, e poi solo in occasione di serate di gala in suo onore, del festival di Sanremo a cui partecipò nel 1989, e di applauditissime tournee in giro per il mondo.

La sua Napoli lo applaudì per l’ultima volta in occasione della festa di Capodanno nel 1998; poi, lontano dalle scene, Carosone trascorse gli ultimi anni di vita dedicandosi alla pittura, con quadri originali e bellissimi che gli hanno regalato non poche soddisfazioni. Scrisse anche una biografia, ripercorrendo le tappe della sua vita e dei suoi successi, che fu pubblicata poco prima della sua morte, avvenuta a Roma all’età di ottant’anni.


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