SCHEDE BIOGRAFICHE
PERSONAGGI
DOMENICO CAPOZZI

Clinico e docente universitario

DOMENICO CAPOZZI, nacque a Morcone il 28 dicembre 1829; compì gli studi superiori a Benevento nel collegio dei Gesuiti, e nel 1852 si iscrisse alla facoltà di Medicina in Napoli, conseguendo la laurea alcuni anni dopo, sotto la guida dell'illustre clinico Pietro Ramaglia, del cui metodo diagnostico egli fu seguace ed espositore.
Con Ramaglia il Capozzi si recò anche a Lecce per prestare cure mediche al Re Ferdinando II, gravemente malato, e con lui collaborò inoltre a lungo presso la sua scuola privata, attiva a Napoli già dal 1833.

Seguendo l'esempio del maestro anche il Capozzi si dedicò in Napoli all'insegnamento privato, attirando alla sua scuola grandi quantità di allievi, affascinati dal linguaggio chiaro e dal suo indirizzo positivo.
L’attività scientifica e letteraria del Capozzi è assai vasta, ed egli vi affiancò sempre anche quella didattica, che preferiva a quella universitaria ufficiale; per questo motivo aveva infatti preferito rifiutare, nel 1897, l'incarico alla cattedra di Patologia e Clinica medica dell'Università di Sassari.

Preferendo la vita libera, dedicata agli studi, rifiutò anche la candidatura politica offertagli dai suoi conterranei e si limitò soltanto a conservare il libero insegnamento nell'Ospedale degli Incurabili, che dal 1863 fu sempre molto seguito dagli studenti.

Le prime opere del Capozzi riguardano l'esposizione dei metodi del suo maestro Pietro Ramaglia e di Salvatore Tommasi: nel 1857 pubblicò per Cottrau il volume Metodo diagnostico del prof. Pietro Ramaglia, mentre nel 1872 curò il Sommario della prima clinica medica diretta dal prof .S. Tommasi; curò poi, dopo la loro morte la Vita di Salvatore Tommasi (1890) e Poche parole dette innanzi al feretro del cav.Pietro Ramaglia (1875).

Molto ampia fu l'attività giornalistica del Capozzi su riviste mediche e scientifiche; sul 'Morgagni', pubblicò numerosi scritti di grande interesse, tra cui ricordiamo: Storia clinica ed anatomica di un aneurisma del cuore (1857), Storia clinica di un tetano spontaneo guarito con l'iniezione ipodermica del curaro (1868), Storia di una paralisi delle quattro membra venuta a guarigione da Domenico Capozzi (1873) Storia Clinica di una catalessia (1875), Le malattie di cuore in mezzo al reumatismo articolare (1877), Storia clinica di un tubercolo del cervelletto (1877).

Sul periodico 'Scuola Medica Napoletana' pubblicò nel 1882 uno scritto Sopra un caso di atrofia muscolare progressiva, e per la 'Rivista clinica' un saggio sul Rumore di gemito nei vizi valvolari del cuore.
Tra i suoi saggi di maggior pregio vanno infine ricordati : Contributo alla patologia e terapia delle malattie nervose, del 1873, Della Natura infettiva della polmonite fibrinosa, pubblicato a Napoli nel 1880, Stasi biliare e perianglocolite consecutiva, edito a Roma nello stesso anno ed infine le Lezioni di Clinica Medica, per l'editore Priore di Napoli nel 1897.

Domenico Capozzi fu Socio e vice Presidente della Reale Accademia Medico-chirurgica, e medico delle prigioni; accettato l'incarico di Professore Onorario all'Università di Napoli, vi insegnò Patologia medica, Semeiotica e Cardiologia, dedicandosi anche allo studio di malattie degli organi della respirazione e della circolazione. Tra i suoi allievi vi furono tutti i grandi medici della scuola napoletana del '900.

Fu un medico ed un professore che divenne l'idolo di tutti gli studenti napoletani e, oltre all'insegnamento, si dedicò con grande passione, ed in prima persona, alla cura degli ammalati, sostenendo l'importanza degli ospedali, e dell'impegno personale dei medici.
Per la bassa statura, ed anche forse per il carattere rude, Domenico Capozzi era affettuosamente chiamato 'Il Capozziello' ; circondato dai suoi amati allievi, e dall'affetto dei napoletani chiuse qui la sua vita terrena, l'11 ottobre del 1907, lasciando una somma di denaro all'Ospedale degli Incurabili e destinando 50.000 lire per la fondazione di un ospedale a Morcone, che è oggi a lui dedicato. Per i poveri della sua terra dispose anche una rendita.
Fu sepolto a Napoli, nel cimitero di Poggioreale, nel recinto degli uomini illustri. L’Ospedale degli Incurabili gli dedicò la Scuola Medica, mentre il Comune di Napoli gli ha intitolato una via del quartiere San Lorenzo, e la città di Benevento una strada del Rione Libertà.

Estratto in sintesi dal volume: Andrea Jelardi, Giuseppe Moscati e la scuola medica beneventana, Realtà Sannita, Benevento, 2004.


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