SCHEDE BIOGRAFICHE
PERSONAGGI
ALBERICO DA BARBIANO

 GLI UOMINI DI VENTURA DIVENTATI RICCHI E FAMOSI 




FU IL PRIMO ITALIANO, 
A COSTITUIRE UNA COMPAGNIA DI VENTURA
E  LA VOLLE DI SOLI ITALIANI

di Mario Veronesi

La famiglia patrizia romagnola dei Conti da Barbiano vanta discendenze tra i Carolingi, ed era imparentata con i signori di Carrara, Ravenna e Faenza, possedevano domini feudali a Conio e Lugo.

Alberico figlio d'Aldisio nasce intorno al 1344, apprese l'arte militare nella compagnia di ventura dell'inglese (John Hawkwood) italianato in "Giovanni Acuto"

Hawkwood, nato nella contea dell'Essex verso il 1320 aveva fatto le prime esperienze militari nella guerra dei cento anni, chiamato in Italia dal marchese del Monferrato nel 1361 s'un� alla "compagnia bianca" dello Stern, poi si organizzo in proprio, dando un'impostazione militare ed economica alla sua compagnia, chiamata "compagnia santa" ma che di santo aveva ben poco.
Con l'effettivo di 1200 "lance" che costituivano un nucleo di cavalleria e sostituivano "la barbuta" formata da tre uomini: un "capo lancia" o "caporale", uno "scudiero" che montavano cavalli da battaglia, ed un ragazzo su di un ronzino.
Cinque lance formavano una "posta" e cinque poste una "bandiera", al soldo del cardinale Roberto di Ginevra fu un "Attila", e la sua compagnia al servizio del papa con la strage di Faenza e di Cesena, fece inorridire l'Italia d'allora.

Alberico con questa compagnia partecip� a quegli eccidi, e dopo quei fatti ebbe un senso di rimorso, abbandon� la compagnia dell'Acuto, giurando di costituire una compagnia di soli italiani, � sostanzialmente vero che con Alberico, le compagnie di ventura straniere entrarono in crisi, e non trovarono pi� condotte in Italia.

Alberico riusc� a dare una perfetta organizzazione militare alla sua compagnia, che fu alta scuola per una serie d'altri condottieri quali: Jacopo dal Verme, Facino Cane, Braccio da Montone e Muzio Attendolo (padre di Francesco Sforza futuro duca di Milano).

Il primo rinnovamento fu nella cavalleria, che acquist� una maggiore carica offensiva con attacchi rapidi e violenti, modific� le armature e perfezion� le armi d'offesa, aggiunse all'elmo del cavaliere la visiera, e volle speciali collari di ferro per proteggere il collo del cavaliere.
Copr� di lastre d'acciaio i cavalli fino alle ginocchia, armando la (testa ferrata) di uno spuntone che diveniva micidiale in una carica frontale sul nemico, una rigida disciplina e un addestramento duro, forgiavano uomini decisi e pronti, dalle duecento lance iniziali si pass� a quattromila, ogni nuovo venuto seguiva un addestramento particolare. Prestava poi giuramento al santo protettore della compagnia "S. Giorgio".

La compagnia di San Giorgio fece la sua prima condotta nel 1378, al servizio di Bernab� Visconti contro gli Scaligeri alleati con i Carraresi, il 21 aprile 1379 papa Urbano VI eman� la bolla contro Giovanna regina di Napoli, che sosteneva l'antipapa Clemente VII (Roberto di Ginevra) il boia di Cesena.
Il papa chiam� Alberico il quale accorse, si port� a Roma dove riceve dal pontefice il vessillo benedetto, affronta vicino Roma i Bretoni dell'antipapa comandati da Bernardo della Sala, il 29 giugno del 1379  li travolge dopo cinque ore di battaglia. Alberico vincitore ritorna a Roma, Clemente VII e i Cardinali scismatici riparano ad Avignone.
Urbano VI celebra una gran festa, che culmina in una solenne processione di ringraziamento da S. Maria in Trastevere fino a S. Pietro e nomina Alberico (Cavaliere di Cristo).

Una volta sistemato l'antipapa Urbano II, vuole dare una bella lezione alla regina di Napoli, e al suo consorte Ottone di Brunswik, offre il trono di Napoli a Carlo di Durazzo figlio del re d'Ungheria; Carlo accetta e arriva con i suoi temibili ungari a Treviso.
Alberico � incaricato d'aprigli la strada attraverso la Toscana e l'Umbria, lo fa con prontezza in una serie di scontri vittoriosi con Giovanni Acuto, (l'antico maestro). Giovanna da parte sua nomina sua erede il conte d'Angi� fratello del re di Francia.

Carlo � incoronato a Roma con il nome di Carlo III, mentre Alberico sconfigge il 18 giugno 1381 l'esercito d'Ottone e Giovanna si rifugia a Castel Nuovo, Alberico e Carlo entrano a Napoli, e mettono il castello sotto assedio, Giovanna s'arrende il 20 agosto, trasferita in Abruzzo e rinchiusa nel castello di Muro, viene poi assassinata dai sicari del nuovo re il 27 luglio 1382.

Alberico � nominato gran connestabile, ma il bello viene ora, bisogna difendere il regno dalle truppe di Luigi d'Angi�, che s'era presentato in Italia con 40.000 uomini. Alberico si porta in Romagna e riesce a difendere Forl� e Cesena, ma il grosso dell'esercito angioino si porta a Napoli e sconfigge Carlo III a Campobasso.
Non � uno scontro decisivo, Alberico suggerisce d'aspettare che le forze nemiche, prive di un adeguato rifornimento si sgretolino, ed ebbe ragione anche grazie ad una pestilenza, dove perse la vita, lo stesso Luigi d'Angi�, � decim� il suo esercito.

Urbano VI non nasconde le sue mire sul regno di Napoli, e da Nocera dove si trova con la sua curia, lancia "L'interdetto" sulla citt� di Napoli, il "Cavaliere di Cristo" diviene il diavolo in persona, perch� difende il suo re e cinge d'assedio il papa a Nocera.
Il pontefice riesce ad abbandonare Nocera grazie all'intervento di Raimondello Orsini, Alberico occupa la citt� e cattura il nipote del papa Francesco Butillo.

Per Alberico la morte di Carlo III, per mano di sicari il 24 febbraio 1386 non cambia nulla, fedele alla sua carica sostiene la causa di Ladislao, figlio di Carlo contro Luigi II d'Angi� spalleggiato dal papa.

Con la morte del pontefice, il nuovo papa Bonifacio IX si riconcilia con Ladislao, e l'incorona re a Napoli.

Nel 1390 Luigi II d'Angi� appoggiato dall'antipapa, ricomincia una nuova guerra per il possesso del regno di Napoli, Alberico � sconfitto per la prima volta, e catturato prigioniero il 10 aprile 1392 presso Ascoli.
A toglierlo dalla guerra e dalla prigionia ci pensa Gian Galeazzo Visconti, che in guerra con Firenze, Bologna e Mantova ha bisogno di valenti capitani, lo riscatta pagando una "cauzione" di 3.000 fiorini 
d'oro, e la promessa da parte d'Alberico di non combattere pi� gli angioini per almeno dieci anni.

Alberico assume il nuovo incarico con entusiasmo, con lui il fratello Giovanni, molto diverso pronto a darsi al miglior offerente, che caduto in un'imboscata a Vignola, catturato dai bolognesi e in seguito decapitato, su istigazione d'Astorre Manfredi.
Alberico vuole vendetta ma gli avvenimenti politici glie l'impediscono, ora il Visconti � alleato con Giovanni Bentivoglio signore di Bologna.

Ottenuta una bella vittoria a Borgoforte nell'ottobre del 1397, Alberico abbatteva tutte le fortezze mantovane, e si portava a Mantova per l'attacco finale, lo ferm� il Visconti che aveva concluso con Francesco Gonzaga una tregua di dieci anni.

Bisogna pensare all'esercito di Roberto di Baviera, agli ordini di Francesco da Carrara alleato di Firenze, il 26 giugno 1402 Alberico riportava una splendida vittoria a Casalecchio, sconfiggendo l'esercito di Firenze e Bologna, comandato da Muzio Attendolo gi� suo allievo, due giorni dopo i bolognesi assassinarono il Bentivoglio, e la citt� passa ai Visconti.

Dopo pochi mesi Gian Galeazzo mor� di peste nel castello di Melegnano, gli succedeva il primogenito Gian Maria, reggente la vedova Caterina, con l'aiuto di un consiglio formato da diciassette personalit� del ducato, tra cui lo stesso Alberico, ma gli intrighi di corte non erano per lui, e nel gennaio del 1403 abbandona Milano.

Napoli lo richiama, Ladislao ha nei suoi progetti una gran campagna militare in Umbria e Toscana, Alberico conduce le pratiche per un'alleanza con Antonio da Montefeltro, e rimane ad Urbino preparando l'esercito.
Nella primavera del 1409 muore durante il viaggio, per incontrare il suo re a Citt� della Pieve.
S'era sposato giovane con Beatrice da Polenta di Ravenna, che gli avrebbe dato due figli Manfredo e Ludovico.

L'azione di ventura d'Alberico, fin� ugualmente col concretarsi in una dinastia signorile, suo figlio Ludovico nel 1411 fu creato Conte di Lugo dal Papa Giovanni XXIII, e per altri vent'anni i da Barbiano ebbero la loro contea, quando il figlio di Ludovico, Alberico II fu cacciato da Lugo, i da Barbiano lasciarono definitivamente la Romagna e si trasferirono in Lombardia, dove divennero feudatari di Belgioioso. (Pavia)

Nel 1514 Carlo da Barbiano, aggiunse al suo cognome quello del borgo, divenendo Barbiano-Belgioioso, nel 1566 i Barbiano-Belgioioso furono inseriti nel patriziato milanese, ed in seguito del titolo di "Grandi di Spagna".
Il feudo passo poi ai duchi Melzi d'Eril, e nel 1757 Alberico XII Barbiano-Belgioioso, con le nozze con la marchesa Anna Ricciarda d'Este, riun� dopo duecento anni il feudo al vicariato.

Se il castello si deve ai Visconti, la citt� di Belgioioso si deve ai da Barbiano. Avendo bisogno di manodopera per coltivare i loro possedimenti.
Favorirono in ogni modo l'immigrazione, costruendo case coloniche, cedendo terre in affitto, concedendo esenzioni tributarie e protezioni, giunsero cos� molti contadini dai borghi vicini, numerosi dai siti sulle rive del Po, vittime delle periodiche piene del fiume.

Nel 1446 gli abitanti erano 50, mentre nel 1575 erano divenuti circa mille, aumentando gradualmente nel corso dei secoli, sotto la stimolo dei da Barbiano il luogo assunse una veste sempre pi� importante, sino a divenire una cittadina.
Oggi il castello ospita convegni e mostre d'alto livello, fa parte dell'ente "fiere castelli di Belgioioso e di Sartirana".

Negli anni trenta l'Italia ricord� Alberico, costruendo una nave che port� il suo nome.
Incrociatori Leggeri. Classe Condottieri: Alberto da Giussano, Alberico da Barbiano Bartolomeo Colleoni, Giovanni dalle bande Nere. Le quattro navi furono affondate, durante il secondo conflitto mondiale. L'Alberto da Giussano e l'Alberico da Barbiano affondarono il 13 dicembre 1941 a capo Bon.

di Mario Veronesi
& Francomputer

Bibliografia
* I CAPITANI DI VENTURA- di Claudio Rendina
* Storia Universale Cambridge, ed Garzanti.


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