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CRONOLOGIA

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ANNO x  ANNO
PERIODI STORICI
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ANNO 835 d.C.

(Vedi QUI i singoli periodi in
"RIASSUNTI DELLA STORIA D'ITALIA")

* * * SBARCANO I VICHINGHI IN EUROPA

(vedi altre pagine: I NORMANNI-VICHINGHI IN EUROPA )

Le scorrerie dei Vichinghi vanno assumendo dimensioni sempre più grandi. Con regolarità implacabile, il movimento dei Vichinghi è ormai scatenato. Li avevamo lasciati negli scorsi anni, in Scozia e in Irlanda a saccheggiare monasteri, dove sanno, che ci sono molti tesori stipati; perché mai altrimenti i re dei clan locali celtici si dilaniavano tra di loro. Come il solito, mentre facevano queste scorrerie seguitavano a perlustrare ogni angolo del nord Europa.

Poi li avevamo incontrati altrettanto silenziosi e aggressivi a percorrere furtivamente con quelle barche sottili, nere e minacciose, fruscianti nell'acqua, silenziose e veloci, come se avessero un motore, le piccole isole che di fronte alle coste continentali, a spiare, a perlustrare, ad organizzare per il futuro altre spedizioni. Infatti, i Vichinghi sono cauti, precisi, degli organizzatori incredibili, degli strateghi con il senso del territorio, dello spazio e del tempo.

Chi sono questi pirati del Nord, lo abbiamo già letto. “Sono Danesi” diceva fin dall’anno 520 Gregorio di Tours quando comparvero i primi nelle coste della Frisia. Dopo questo errore di giudizio, sembra che nessuno poi ne abbia visto uno, per circa duecento anni, finché come abbiamo già cominciato a leggere, eccoli comparire sulle coste Francesi. Dopo aver fatto il "cammino verso nord" in Svezia e Norvegia e alcuni – i Dani- in Dani-marca (dove presto sorgerà un loro regno) sono di ritorno nel luogo dov’erano partiti, e hanno iniziato a scendere a sud, sud-ovest.

Le zone sono tre, landskab danese, landskab svedese, il fylk norvegese, quasi tutte concentrate nel Juland danese, nel Gotaland svedese, e nello Svealand; un triplice mondo nordico dove c'è la radice di tutte le società germaniche. Nel cuore di questo territorio sono cresciute le tribù della prima Germania. Una società esclusivamente rurale, sparsa nel territorio, con le città ancora assenti. Era dunque una società incentrata sulla dimora campestre, con il jarl, il capo della fattoria, che viveva in una casa di legno rettangolare, talvolta smontabile, né finestre, né camini, solo un apertura sul tetto con una vescica di maiale tesa su un telaio a mo’ di finestra . Intorno alla casa si stendeva la terra che il jarl possedeva per acquisizione o per eredità cui poteva accedere solo il capo. In questo ambiente di aristocratici contadini, in cui gli agricoltori portavano sempre con sé la spada, sorge la cultura vichinga.
Alcuni li chiamano Normanni, cioè uomini del Nord, altri Vichinghi dal termine "Vik", che significa "fiordo", altri ancora "Varieghi" o "Variaghi".

In Danimarca, l'urto iniziale dei Dani – una delle tante tribù nordiche - è politico, non è più una scorreria ma un’invasione per insediarsi stabilmente nella penisola.
Nell’anno 734 Carlo Martello aveva distrutto in quei luoghi lo stato Frisone e di conseguenza aveva sottomesso i piccoli centri commerciali delle varie tribù che erano sorti nel Mare del Nord; per contraccolpo i vascelli dei Dani (una delle tante agguerrite tribù) iniziarono a devastare sistematicamente la zona che chiamiamo oggi Danimarca. E quando i franchi sottomisero la Sassonia, Godefrid il re dei Dani (iniziamo a chiamarli Danesi) comincia a pensare a un suo stato nel territorio frisone e iniziò a mobilita il suo popolo per costruire in fretta nello stretto istmo jutlandese (l'attuale Copenaghen) il "Muro dei Dani".
Nell'810 i danesi, ormai militarmente attrezzati e dotati di potenti navi, contrattaccano per via marittima e colpiscono il litorale dell'impero franco. E' un successo che ne stimolerà altri, anche perché i Vichinghi hanno già esplorato tutte le coste, in silenzio, senza farsi quasi notare.

Le ragioni di questo ritorno sul continente non sono state mai chiarite; qualcuno dice la sovrappopolazione, ma sappiamo che c'erano grandi terreni a quest’epoca ancora da dissodare, e che in Danimarca vi era addirittura un calo demografico più che un aumento. Temperature rigide? neppure perché in questi anni l'artico era semmai come temperatura in fase di aumento.
E allora cosa si deve attribuire questa migrazione? qualcuno dice fermamente nella psicologia etnica degli uomini del Nord, particolare in questi antichi germani. E che ci sia qualcosa di verosimile, lo troviamo nei primi racconti dei romani che incontrarono la prima volta i primi germani (questi erano solo una delle tante tribù, ma i romani diedero quel nome a tutte le tribù che incontrarono; poi li troviamo pure dopo essersi civilizzati (nel primo millennio) anche nei racconti-saghe degli stessi franchi quando ritornarono in Sassonia e in Frisia a combattere i vecchi cugini; e li troviamo anche nelle tradizioni orali dei longobardi, che da quelle regioni nordiche pure loro partirono per poi scendere gradualmente fino in Italia.

Un popolo di contadini nomadi, dove però il prestigio sociale si ottiene con la lotta; “il solo modo di provare la propria superiorità -dicono tutte le saghe germaniche- è "combattere a oltranza" iata sverfa til stals "limare fino all'acciaio".

Su questo punto caratteriale, i germani non sono mai cambiati. Causa principale d’ogni loro conflitto, fin dalle prime arcaiche lotte è la conquista di una terra, di uno “spazio vitale”. In Islanda fra il 1200 e il 1284, abitata da soli individui di questa etnia che vi era sbarcata, per portarsi via un pezzo di terreno l’un l’altro, due clan fecero addirittura quattordici battaglie, una faida che durò quasi tre secoli, reciprocamente incendiando più volte le rispettive case, facendo attacchi di sorpresa e una infinità di spedizioni punitive. Il capo clan Ogmundr Sneis aveva 80 anni e giudicava ancora gli uomini secondo il loro passato di spietato guerriero. Più era spietato e più godeva di prestigio.

Nei primi viaggi c'era questa componente, il fenomeno della voglia sfrenata del possesso dei terreni, che seguiva l'espansione dei nordici, rivolta spesso in zone lontane, con terre adatte alla colonizzazione, in contrade non popolate, e che per aggiudicarsele si scatenavano tremende lotte fra clan con le spade in mano.

Nei viaggi di mare di questi anni invece, nel fenomeno delle scorrerie che ora vediamo sempre di più ricorrenti, la cupidigia fa abbandonare il desiderio dei terreni, e il Vichingo prende la stessa spada e va a tentare il destino oltremare, non più per i terreni ma per i saccheggi in zone ricche e densamente popolate, territori che poi devastano metodicamente.
E’ un contagio che contaminerà tutta la società scandinava, che non ha regole rigide, organizzazioni imposte, tutti dispongono di una totale libertà, non esiste una giustizia di Stato, un Codice, ognuno nel suo clan ha la sua legge, che è sempre diversa da quella di un altro clan. Una legge arcaica che protegge costantemente l'individualismo del clan. Come nella nostra prossima Età dei Comuni, nonostante un passato di civiltà, un Comune potrà aggredire l'altro se non ha uno "spazio vitale", così un clan può aggredire un altro clan per la stessa ragione. Quando Hitler invase la Polonia, disse la stessa frase "la nostra lotta è una “esigenza” di spazio vitale".

E che questa energia vulcanica e guerriera sia poi stata utile e propizia anche all'Europa che deve venire, ce lo dimostra quando a questo dinamismo normanno si aggregarono, si fusero nell'anno 1000 i Franchi, i Bretoni, i Germani tutti; uno spazio vitale cercato non più negli incolti terreni svedesi, in quelli del Volga, o sulle coste franche, ma si trasferirono e si allearono nei saccheggi su un terreno politico, che legalizzato, più tardi fece in alcuni paesi più danni di quelli corsaro-pirateschi degli antichi vichinghi.

Figuriamoci i Vichinghi quando provarono a saccheggiare le prime città, cosa dovettero provare, quale orgoglio, quale prestigio ne derivava. Fu così che lanciò il suo grido sull’Europa ex romana che abbiamo gia letto in precedenza, quando abbiamo parlato del carattere del singolo Vichingo alla sua prima comparsa in Inghilterra: “Avanti dappertutto” "Ro voek over alt!".

Ed eccoli a quest'anno a mantenere una vendicativa promessa. Avevano detto di fronte a Carlo Magno terminando e trincerandosi dietro il "Muro della Danimarca" che li difendeva "un giorno andremo fino Aix la Chapelle, a bruciare il palazzo dell'imperatore".

Ed eccoli quest’anno sbarcare in forza per la prima volta in Frigia, a Dorestad, una rigogliosa città continentale traboccante d'oro e d’armi, a pochi passi dalla capitale, con il grido "Avanti dappertutto"...."Ro voek over alt!". Vedremo più avanti le loro gesta... le loro invasioni...le loro scorrerie… le loro conquiste.

*** IN CINA ormai gli imperatori non contano più nulla, gli eunuchi e i taumaturghi dominano incontrastati anche in tutti gli apparati dello Stato. Stessa situazione, nel vicino Giappone, dove i "maestri di palazzo", i Fujiwara sostituiscono la casa imperiale.
LETTERATURA - Muore in Giappone il bonzo KOBO ( Kukai) che la tradizione giapponese indica come l'inventore del sillabario giapponese, l 'Hiragana.

ARTE - L' Altare d'oro di Sant'Ambrogio, viene eseguito quest'anno. E' opera di Volvinio, e vi sono raffigurate scene delle vita di Cristo e di San'Ambrogio, fra cui quella che il Santo porge allo stesso autore la corona, mentre quest'ultimo sembra chiedergli il corrispettivo pagamento dell'opera.

CONTINUA ANNO 836 > >