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CRONOLOGIA

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ANNO 814 d.C.

(Vedi QUI i singoli periodi in
"RIASSUNTI DELLA STORIA D'ITALIA")

*** MORTE DI CARLO MAGNO


MORTE DI CARLO MAGNO - ad Aix la Chapelle ( Aquisgrana) Il 28 gennaio muore dopo sei giorni dall'attacco di una pleurite, l'imperatore franco, e viene sepolto nello stesso giorno nella Cattedrale della città dov'era negli ultimi tempi vissuto.
In questo periodo il regno di Carlo fu di tranquillo progresso e di grandi acquisizioni. Le guerre dei primi tempi erano terminate e così pure le conquiste. La sua potenza era universalmente riconosciuta e godeva come abbiamo visto del rispetto sia in oriente, dove c'erano gli arabi Abbasidi, che in Occidente dove governavano gli Omayyadi, ma era molto considerato anche presso le popolazioni slave che lo riconoscevano come il vero imperatore romano, il "Cesare" d’epoche storiche.
L'immaginazione popolare s’impadronì subito della persona dell'imperatore, al quale seguirono innumerevoli leggende, dove l'eroe era esaltato come un essere sovrumano, e anche nel settore ecclesiastico non mancarono chi voleva subito farlo santo da vivo, ma finché era presente il ricordo della sua condotta di vita, non ci si poteva fare illusioni. E neppure dopo la sua morte non aveva carte a favore. Lo si canonizzò solo nel 1165, dopo più di tre secoli e mezzo, e il motivo era da ricercare su quella passione prorompente, un impulso così forte che nemmeno le idee morali di quel tempo riuscivano a tenere a freno, vale a dire un’inclinazione particolarmente violenta per l'altro sesso. Questa natura forte, così abituata a comandare e ad essere obbedito, non pose limiti ai propri desideri, un atteggiamento che si trasferii anche nella sua corte dove c'era una notevole licenziosità, una mancanza di disciplina e un’immoralità evidente anche per un'epoca così rozza, del resto era un’inclinazione alla libertà, che proveniva dall'alto come esempio.
Carlo ebbe parecchie donne a cui si legò per un certo periodo ufficialmente o meno, (circa 10) e numerosa discendenza, circa diciannove figli fra legittimi e illegittimi. Limitandoci ai matrimoni legittimi n’ebbe cinque di unioni, che faceva e disfaceva a suo piacimento. Riguardo ad altre donne occasionali, di queste non c'e' un numero preciso ma sappiamo che soleva cambiare spesso e volentieri quando ne incontrava una di suo gusto, e non vi erano ragioni per dirgli no; ve ne furono insomma delle centinaia, e possiamo pensare che di suoi figli la Francia sia abbastanza piena.
Al di sopra delle regole e dei decreti, egli chiese una sottomissione incondizionata alla propria volontà. La sua semplicità di carattere, la cordialità e la popolarità non danneggiarono mai la sua imponente maestà e neppure lo resero sfrenato. la sua grande natura gli permetteva di padroneggiare ogni cosa, ed infatti non prese mai una grande decisione nei momenti di collera. Naturalmente andava per la sua strada senza la minima considerazione per i diritti e i desideri altrui o per i singoli individui, di cui teneva conto solo se gli servivano per la sua missione teocratica che come abbiamo visto erano idee al suo servizio per sostenere le proprie mire di potere dandogli nello stesso tempo un’inattesa forza morale, che si dimostrò come l'arma più vincente. Carlo considerava il suo impero uno stato divino, sentiva di essere stato prescelto da Dio come capo terreno dei cristiani, diede una sua interpretazione al libro di Sant'Agostino La civitate Dei e si convinse di averla di fatto fondata lui la civitate Dei, ne era più che convinto.

Ma nel ritratto che emerge da quello fatto da più persone, soprattutto da Eginardo suo storico che gli visse accanto molti anni, troviamo anche l' "uomo" con la sua personalità dotato anche d’altri poteri magici (psicologico), quello umano di cui nessuno riusciva a sfuggire, la sua affabilità, il senso umoristico, la sua gentilezza, il grande affetto per la famiglia, per i figli, le figlie in particolare, e soprattutto per gli amici intellettuali che aveva e voleva continuamente attorno a lui, in ogni momento del giorno, tanti erano la vastità dei suoi interessi per la cultura, tanto era la sua comprensione per le esigenze del popolo che lui voleva formare.
Nell'istruzione del suo popolo dava la priorità assoluta, e le sue attenzioni per questi progetti andavano alle grandi e alle piccole cose, e ovunque emanò decreti, ovunque profuse incoraggiamento, ovunque si mostrò personalmente interessato. Eccoci quindi alla grande esplosione delle arti, della letturatura, della istituzione della scuola, dell'insegnamento; che doveva portare il suo popolo ad acquisire cultura, capacita professionali, etica.
E quasi diventa commovente sapere che colui che fece il più grande sforzo che ci fosse mai stato in un paese, colui che fa di tutto per prendere conoscenza della cultura del tempo da ogni dove chiamando attorno a se le migliori menti, dicevo quasi commovente nel sapere che tutti i suoi tentativi di apprendere l'arte dello scrivere ebbero scarsi successi, e che non era affatto un grande erudito, nè un pensatore capace di astrazione. Nella teologia di cui s’interessava, non aveva nessuna conoscenza profonda, non conosceva affatto i problemi e le questioni dottrinali, si affidava sempre alla sua intuizione politica, confidando e anzi n’era certo che come plenipotenziario di Dio come si sentiva, Dio stesso gli avrebbe dato l'illuminazione.

Fisicamente Carlo Magno era una persona corpulenta, robusta, massiccia su uno scheletro ( come dall'esame fatto nella sua tomba nel 1861) alto 1,90. Eginardo ce ne da una descrizione invece somatica. Faccia rotonda con un grande naso, su un collo molto corto e massiccio, con bellissimi capelli bianchi, il viso cordiale, grandi occhi vivaci. Era un forte mangiatore e bevitore, gioviale nel temperamento ma anche pronto all'ira.
Nel vestire invece era molto modesto; da come ce lo descrissero, fu sempre fedele al costume del suo popolo, che consisteva nel classico mantello circolare germanico senza guarnizioni dorate, come invece alcuni suoi funzionari e duchi e conti prediligevano. E che questo modo semplice di vestire doveva dalle descrizioni essere vero ci è confermato dai resti dell'imperatore allorché nel 1861 il suo sepolcro fu aperto, contenevano esattamente le vesti che Eginardo ci ha lascito descritte, perché mai più avrebbero sepolto l'imperatore con cosi semplici vestiti se gli stessi non era una sua normale abitudine e caratteristica.
Di tesori invece nella sua tomba ven'erano in grande quantità, ma del resto sappiamo che nell'arte dell'oreficeria diede un grande impulso tanto da creare degli oggetti che ancora oggi sono irripetibili e che fanno sfoggio oggi nel tesoro della Cappella che contiene i suoi resti. Un patrimonio non solo venale, data la grande quantità di oro e gemme impiegate, ma come patrimonio artistico d’eccezionale fattura.

Come abbiamo già affermato in precedenza l'età' di Carlo Magno comparata con le precedenti e in parte anche con le successive, dette ai posteri l'impressione di un grande splendore letterario, artistico, intellettuale oltre che politico: da qui l'espressione "rinascenza carolingia (o rinascimento carolingio) per qualificare tale periodo. In effetti l'età' di Carlo si distinse per un fervore artistico culturale e scientifico-filosofico voluto e incoraggiato da sovrano, non colto personalmente come abbiamo letto ma acutamente convinto che essa fosse tra l'altro, arma politica e strumento di governo di primo ordine.
La corte di Aquisgrana era il centro propulsore di questa rinascita culturale, Carlo abbiano visto vi aveva raccolto le migliori intelligenze del tempo, convinto e ci sperava di formare una generazione di funzionari colti e fedeli, diversi dai guerrieri ignoranti com'erano stati i loro padri.

Di critiche ne ha avute nel corso della storia parecchie, da quelle di Montesquieu che affermava che Carlo col suo feudalesimo e la nobiltà che ne derivò avessero gradualmente usurpato le antiche libertà franche; o come il duro e sarcastico giudizio di Voltaire che Carlo aveva governato con il terrore e l’ingiustizia, hanno proceduto di pari passo con quelle che invece riconoscono a Carlo Magno qualità e meriti di aver creato importanti tappe nel campo giuridico e culturale.
La "riscoperta", la rivisitazione moderna di Mably di Carlo Magno come iniziatore non della monarchia francese ma della nazione francese mette invece un'altra luce l'opera di Carlo e va a fondare quella tradizione storiografica-nazionalistica mantenutasi in Francia fino alla soglia dei nostri giorni.
E' chiaro che la preoccupazione politica è troppo forte per permettere di fondare una tradizione critica, perciò la storiografia degli altri paesi non possono fare a meno di conoscere solo ciò che i francesi hanno interesse a divulgare. Non possiamo certamente noi accedere a tutta la documentazione che in Francia esiste ma è a disposizione apparentemente soprattutto solo per gli storici locali.
Del resto ogni mondo è paese, ed ognuno ci racconta la Storia come vuole.

E' solo da qualche anno che immensi patrimoni di documenti sono a disposizione degli storici, e quindi ci vorrà ancora molto tempo prima che una rivisitazione della storia ci sia data con queste ultime scoperte che alle volte vanno a ribaltare certe interpretazioni, quelle negative come quelle positive. Ad esempio fino a pochi anni fa, quasi nulla si sapeva dei rapporti con gli Arabi, pur questi numerosi per centinaia di anni con la corte di Francia e d'Italia. Gli Arabi tacquero per un motivo, noi per un altro. (noi non dimentichiamo, avevamo perso le crociate).

Tuttavia non appena gli occhi si abitueranno al buio di queste epoche con le nuove scoperte, non potremo non scorgere che certi principi e certe istituzioni hanno avuto una funzione determinante in questa società in fermento, anche se questi processi affondano le loro radici nelle tradizione romane e barbariche e infine che il solo modo con cui spiegarci il corso degli avvenimenti di questo periodo è quello di riconoscere l'influenza di entrambi queste componenti nella vita sociale che poi si andò a sviluppare e di cui siamo avvolti nel nostro attuale.

Il regno dei Franchi viene ora retto da LUDOVICO il PIO , unico sopravissuto figlio di Carlo Magno, che invia suo figlio LOTARIO a governare la Baviera e suo figlio Pipino a governare l'Aquitania, mentre il figlio più piccolo LUDOVICO che è ancora fanciullo lo trattiene con se.

*** A ROMA, una congiura cerca di attentare la vita di Papa LEONE, il nuovo imperatore invia il nuovo re d'Italia BERNARDO ad esaminare la situazione nella città laziale.

*** A CAMERINO che faceva parte del ducato di Spoleto viene organizzato il marchesato semi-indipendente sotto il marchese EGGIDEO.

*** A VENEZIA finalmente si raggiunge l'accordo tanto sospirato dai due imperatori; le isole della Laguna veneta ritornano sotto il controllo puramente simbolico ai bizantini che inviano un loro rappresentante nel governo della città ma con poteri molto vaghi. La città ormai si governa autonomamente con un’aristocrazia locale che presto farà nascere dispute fra le grandi famiglie che sfoceranno in violenti contrasti, e che andranno a causare tumulti e cruenti scontri fra le fazioni dei patrizi contrapposti al potere che diventa sempre più allettante, visto che la laguna in pochi anni ha un incremento demografico di popolazione considerevole; e altrettanto notevole è l'incremento nei commerci.

*** N BULGARIA l'impero dei bulgari perde il suo mitico condottiero KRUM mentre sta marciando per l'ennesima volta su Costantinopoli. Muore per un’emorragia cerebrale mentre si trova sotto le mura della città. I Bulgari dopo aver abbandonata la campagna, assistono a due brevi regni di transizione, ed infine sale al trono bulgaro OMURTAG che lasciando la politica aggressiva del precedente si dedica al consolidamento all'interno dello Stato. Atteggiamento che si traduce per Costantinopoli in un periodo di tranquillità e di pace oltre che nella corte anche in quella sociale.

CONTINUA ANNO 815 > >