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CRONOLOGIA

DA 20 MILIARDI
ALL' 1  A.C.
1 D.C. AL 2000
ANNO x  ANNO
PERIODI STORICI
E TEMATICI
PERSONAGGI
E PAESI

ANNO 810 d.C.

(Vedi QUI i singoli periodi in
"RIASSUNTI DELLA STORIA D'ITALIA")

*** L'INDIPENDENZA DI VENEZIA

*** VENEZIA - Viene eletto il X Doge - ANHELO PARTICIACIO -
Particiaco- Angelo Partecipazio ( 810-827)


I partecipazi si distinsero in tre dinastie, quella di Angelo fu la prima.
Angelo, protagonista nella difesa di Venezia, grande possidente di Eraclea, fu eletto doge al posto del suo predecessore in quanto aveva intuito l'unica strategia possibile nei confronti della flotta carolingia.
Il suo dogado fu, seppur contrastato dagli ormai consueti ondivaghi andirivieni della nobilt� elettrice, abbastanza tranquillo.
Le isole veneziane cominciarono ad essere rafforzate e rinforzate con materiali di risulta dagli scavi di parecchie "velme" (velma � il termine veneziano usato per definire le venature prodotte naturalmente dalle correnti di marea sul fondo fangoso e semi-affiorante, quindi paludoso).
Rivoalto venne consolidato e cos� come la parte occidentale dell'Olivolo, dove fu eretto il primo bastione con ponte levatoi e che divenne successivamente il palazzo dogale.
Con la benedizione di Ludovico il Pio ( ancorch� da Fortunato, patriarca di Grado insediatosi all'Olivolo), sotto Angelo nasce la prima zecca veneziana e le monete riportano la scritta "RIVOALTI" .
Costantinopoli tacque.
Angelo o Agnello mor� nel 827 e sepolto a Fusina, lasciando in eredit� il dogado al figlio Giustiniano. 

*** L'INDIPENDENZA DI VENEZIA

Conclusasi in un modo poco onorevole sia per i Bizantini sia per i Franchi la spedizione che li aveva visti affrontarsi per difendere le due fazioni di veneziani, anche se questi pur avendoli sollecitati, in cuor loro non volevano né l'uno né l'altro, perché puntano invece ad una vera e propria autonomia. Per ottenerla hanno inscenato da ormai sei mesi una guerra civile che è solo apparente, nulla di veramente serio. Del resto sapevano benissimo che per le loro questioni interne nessuno delle due potenze sarebbe intervenuta per non creare un'incidente diplomatico con più devastanti conseguenze.

Nel comportarsi così ottengono due risultati: ai bizantini di far abbandonare la missione, perché lontani dalla loro base di Costantinopoli non potevano di certo permettersi di mettere stabilmente una base qui o nei dintorni per difendere dai Franchi due isolette di pescatori che litigavano fra di loro; ai Franchi di non intervenire più su queste dispute interne che se appoggiate potevano trasformarsi in una guerra di due Imperi.
I franchi prima ancora dei bizantini, preferiscono rinnovare quel vago accordo di indipendenza che con scarsa conoscenza del problema Carlo Magno aveva già concesso a Ravenna nel primo incontro coi rappresentanti di Malamocco ignorando allora le lotte intestine degli isolani con quelli della terraferma .
I lagunari di Malamocco accettano e in cambio di questa autonomia promettono con un accordo di pagare con un contributo un eventuale aiuto dei Franchi in caso di attacco dei bizantini; ma lo stesso accordo lo avevano fatto con i bizantini. Agendo così mettono il piede in due scarpe e si cautelano per sempre la propria indipendenza sotto la protezione di due ombrelli imperiali, che a loro volta fanno buon viso a cattiva sorte, visto che basta una scintilla per far scoppiare quelle rivalità che i due imperatori cercavano invece da qualche tempo di evitare.

Questa crisi, infatti, aveva avuto l'effetto della ripresa delle trattative fra l'impero d'Oriente e quello d'Occidente. NICEFORO, aveva inviato a Milano un ambasciatore di nome ARSAFIO perché promuovesse un accordo con Pipino, ma quando il messo imperiale giunse in Italia Pipino era già morto (10 agosto 810). Arsafio volendo portare a termine la sua missione, proseguì per Aquisgrana per incontrarsi personalmente con Carlomagno e lo trovò disposto ad un accordo. Carlo chiedeva solo di essere riconosciuto imperatore e in cambio cedeva ai Bizantini, Venezia e le città marittime della Dalmazia e della Liburnia. Stabiliti i preliminari della pace, Carlomagno inviò a Costantinopoli, il conte di Tours, Ajone del Friuli e Aido vescovo di Basilea, per far conoscere i dettagli a Niceforo l'accordo.

I Lagunari nel frattempo non perdono tempo, inviano in esilio il doge Obelerio Antenoreo, dimenticano fra di loro ogni rancore di vecchia data, si riuniscono in una grande comunità, si trasferiscono nella più grande isola della laguna.
Come nuovo doge viene innalzato un nobile di Eraclea, di famiglia tribunizia, ANGELO PARTICIACO (Anhelo Partecipazio). Che prende l'iniziativa di trasportare da Malomocco la sede del governo a Rivoalto (Rialto) che - rafforzata con vari materiali la base dell'isola stessa (tuttora in profondità esistenti)- costituì il primo vero nucleo della città di Venezia (anno 811).
L'isola di Rivoalto fu continuamente consolidata e così pure la parte occidentale dell'Olivolo, dove fu eretto il primo bastione con ponte levatoio e che divenne successivamente il palazzo dogale. Con la benedizione di Ludovico il Pio (ancorchè da Fortunato, patriarca di Grado insediatosi all'Olivolo), sotto il nuovo doge nasce pure la prima zecca veneziana; le monete riportano la scritta "RIVOALTI".
(Rammentiamo che già ad Aquileia nel 293 d.C esisteva un'importante zecca, con tre officine per coniare monete romane).

Con questo trasferimento a Rialto, Costantinopoli tacque e Aquisgrana pure. Venezia inizia così la sua avventura oligarchica. I Partecipazi fondarono una dinastia; infatti uno dietro l'altro diedero tre dogati. Gli altri nobili "patrizi" a quel punto si allarmarono, visto che il potere passava da padre in figlio; iniziarono a temere la dittatura di una monarchia ereditaria, il che voleva dire cadere dalla padella alla brace, altro che indipendenza. All'inizio si era convenuto che ci si dava un doge per "fisc-ci de boca"- ovvero per acclamazione del "popolo sovrano"; anche se dobbiamo chiarire che questo "popolo sovrano" era limitato a poche"schiatte" dalle quali era escluso il volgo e il piccolo artigiano (un centinaio erano le famiglie che contavano, che crearono la famosa casta dei "patrizi", e un centinaio erano ancora quando vi arrivò Napoleone), ma dopo questo inizio "democratico", i Partecipazio iniziarono ad avere in mano tutto il potere.

Fu sotto il governo di questo doge Angelo, che sorse la leggenda dell'approdo di S. Marco all'isola di Rialto, dopo essere stato costretto a prender terra da una tempesta mentre si recava ad Aquileia per predicare la religione di Cristo. In quell'isola allora piccolo rifugio di pescatori; questi raccontarono, secondo la leggenda, che apparve all'Evangelista un angelo che gli disse le parole che poi divennero il motto del vessillo veneziano: "Pace a te, o Marco, evangelista mio". In proposito osserva il Bertolini: "Il carattere politico di questa leggenda appare manifesto. Dal momento che Rialto era stata scelta come sede di Governo, bisognava cercare che il mutamento non facesse nascer gelosie da parte delle altre isole, e fosse quindi cagione di dissidi interni. La religione fu chiamata a questo ufficio di pace e di concordia: e fu forse questa la prima volta che essa prestò servizio alla politica senza offendere l'officio e il servizio suo" .

Ma lasciamo Venezia, che fra poco si rende totalmente indipendente e inizia un suo particolare governo, unico in Europa per circa mille anni, e proseguiamo con Carlo Magno.

 

IN ITALIA il 10 agosto muore il figlio di Carlo Magno, il re d'Italia PIPINO. Viene sepolto a Verona. Restano i due fratelli, Ludovico e Carlo, ma quest'ultimo muore il 4 dicembre del prossimo anno;
Ludovico rimane unico erede.

LETTERATURA - In Arabia viene a mancare ABBAS ibn al-AHANAF, grande poeta Arabo soprattutto conosciuto per le sue poesie d'amore, che va a precorrere la sensibilita che poi dilaghera' nei poeti occidentali molto piu' tardi nel prerinascimento.

 

CONTINUA ANNO 811 > >