HOME PAGE
CRONOLOGIA

DA 20 MILIARDI
ALL' 1  A.C.
1 D.C. AL 2000
ANNO x  ANNO
PERIODI STORICI
E TEMATICI
PERSONAGGI
E PAESI

ANNO 747 d.C.

(Vedi QUI i singoli periodi in
"RIASSUNTI DELLA STORIA D'ITALIA")

*** CARLOMANNO SI FA MONACO, PIPINO PENSA AL TRONO
*** I PROGETTI PAPALI CON PIPINO RE DEI FRANCHI

Entrambi i due fratelli erano stati allevati con una elevata educazione religiosa in buona parte dentro monasteri. Forse questa educazione ascetica essendo di indole così diversa uno dall’altro incise in un modo diverso. E diverso fu l’atteggiamento quando furono chiamati a sostituire il padre nel governo della Francia, pur avendo entrambi al loro fianco i soliti consiglieri di palazzo.


Pipino quando uscì dal monastero di Sant Denis, dove l’aveva messo il padre, era religioso forse più del padre stesso e del mite fratello; ce lo testimonia il fatto che appena preso il potere elargì a profusione denari affinché gli ordini monastici potessero diffondere l'opera evangelizzatrice in tutta la Francia che allora comprendeva buona parte dell’attuale Svizzera, Austria e parte della Germania.

Bonifacio di questa sua munifica tendenza (del resto da lui plasmata) ne beneficiò parecchio; e sicuramente per fondare Fulda, Pipino contribu’ molto.
Bonifacio giunto alla dignità di vescovo con i due Gregorio II e III, senza confinare la sua opera in una sola città, con l’attuale Papa Zaccaria raggiunse l'apice della sua opera e contribuì più di ogni altro a legare i Franchi alla sede romana, anche se in critiche circostanze prima Carlo Martello poi lo stesso Pipino non risposero con sollecitudine a un intervento a favore della Roma papale.

Tuttavia il benedettino Bonifacio aveva fatto un buon lavoro nella coscienza di entrambi i due fratelli. Ed ebbe anche modo di scoprire chi dei due aveva della buona stoffa per farne un vero monarca. Carlomanno forse lo convinse proprio il monaco a lasciare il suo regno al fratello ed entrare in un convento per farsi monaco, prima a Soratte, poi a Montecassino dove lì finirà i suoi giorni. E Montecassino non era in Francia ma a poche ore di viaggio dalla corte papale, altrimenti detto territorio della Chiesa, alias dell’Apostolo San Pietro.

Convinto Carlomanno a farsi monaco, al fratello Pipino, invece, siamo sicuri, propose di riunire in un solo regno la Francia e schierarsi definitivamente con Roma.
Forse era giunto il momento più propizio per questo discendente della casata di Arnolfo di salire sul trono di un grande regno.
I suoi antenati da semplici funzionari di governo, “maggiordomi di palazzo” avevano inaugurato quel modo singolare di dirigere lo stato mettendo in ombra perfino i rispettivi re. Ma a parte le mansioni di re nell’intera struttura burocratica governativa, avevano la facoltà di guidare la macchina organizzativa più delicata, quella militare che permetteva di decidere loro la guerra contro chi volevano e altrettanto decidere con chi fare alleanze.

Ma prima erano nominati “maggiordomi” da una nobiltà, ma la loro scaltrezza e non ultime le ricchezze che avevano accumulato, permise loro di condizionare i nobili elettori e conservare dinasticamente quella carica, come dei veri e propri regnanti.

Bonifacio precettore e confessore di Pipino, sicuramente gli promise l'appoggio della chiesa, quando lo invitò a chiedere al Papa se non era opportuno che egli stesso ascendesse al trono invece dell'ultimo re fantoccio merovingio, Childerico III.
Il condottiero era lui, e nessun altro poteva contrastare la sua ascesa, e se questa poi era approvata dal papa nessuno avrebbe avuto da ridire, pena la scomunica e le porte dell'inferno aperte per chi l’avrebbe contrastato. Se la potenza delle armi era forte, la potenza spirituale e morale del papa lo era molto di più. Chi avrebbe mai potuto contrastare il re, nominato e consacrato dal vicario di Cristo!

Siamo sicuri che papa Zaccaria e i suoi predecessori (i due Gregori), questo e solo questo volevano, quindi non ci meravigliamo che dopo, il nuovo papa Stefano II durante il suo pontificato agevolò quello che doveva essere per Pipino non il soddisfacimento di una sua pretesa ma il riconoscimento formale di quella autorità che il re Franco cercava e desiderava, ma che anche la Chiesa ambiva.
Nel soddisfare le ambizioni di Pipino, nel concedergli questa autorità, il Papa era cosciente di buttare le basi di quello che sarebbe stato il futuro potere temporale della Chiesa. Il definitivo allontanamento da Costantinopoli era cosa possibile quando, sbarazzatosi prima dei longobardi con il re franco, questo avrebbe con i suoi eserciti sventato ogni minaccia militare di chiunque avesse osato mettere piede in Italia. Una potenza militare –che prima non aveva- era quello che ci voleva a fianco del Papa; un protettore sì a fianco ma non troppo vicino, e la Francia era lontana.

L'elezione di Pipino a re dei Franchi con il benestare del papa avverrà nel 752, e sarà incoronato e consacrato a Soisson dal perspicace monaco Bonifacio.


Nel frattempo riprendiamo gli avvenimenti che stanno incalzandoo in ogni parte d'Europa, in Italia, in Francia, in Spagna, in Africa, nell'Oriente Arabo, nell' Oriente Bizantino. È un movimento tellurico di portata epocale per il tutto il continente e per tutta la storia futura dello stesso occidente.

A COSTANTINOPOLI intanto il comandante della marina bizantina annienta presso Cipro una flotta araba mandata da Alessandria e riconquista l’isola, infiggendo agli arabi numerose perdite.
Se in terra l'esercito arabo perde colpi, in mare la flotta non è da meno.

IN ARABIA gli Abbasidi in alleanza con l' altra tribù di sciti seguaci di Alì, i Khorasanidi, iniziano una aperta ribellione nel Khorosan dove abbattono con un esercito comandato da ABU MUSLIM, gli Omayyadi. È la prima rivolta degli Abbassidi che ottengono un successo e che va a stimolare i propri seguaci per una lotta più accesa anche sulla stessa capitale dove risiede il precario califfo Omayyade; infervoriti da questo successo gli Abbasidi già si dirigono verso al-Kufa la città principale dell'attuale Iraq (Baghdad sorgerà fra breve, appena gli Abbasidi conquisteranno il califfato, con l’apporto determinante proprio degli iraniani, che hanno abbracciato la fede islamica, ma creeranno una nuova setta, in attrito con quella degli Omayyadi).

 

CONTINUA ANNO 748 > >