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CRONOLOGIA

DA 20 MILIARDI
ALL' 1  A.C.
1 D.C. AL 2000
ANNO x  ANNO
PERIODI STORICI
E TEMATICI
PERSONAGGI
E PAESI

ANNO 737 d.C.

(Vedi QUI i singoli periodi in
"RIASSUNTI DELLA STORIA D'ITALIA")

ASSASSINATO IL PRIMO (vero) DOGE VENEZIANO

È difficile dire esattamente quando la provincia di Venezia si separò politicamente. Avevamo parlato dei problemi delle invasioni longobarde, quello dello scisma religioso, e le dispute che erano nate con l'esarcato bizantino di Ravenna. Entrambe queste tre pressioni avevano portato gli abitanti della terraferma ad insediarsi in lidi più sicuri, cioè nelle isole della insidiosa laguna, che solo i Venedi, sapevano in quale ora del giorno vi si poteva navigare.
Torcello, Burano, Murano, Giudecca, Rivoalto (Rialto) e Olivolo, erano i vecchi nomi dei rioni di Altino, una città prosperosa abitata dai Venedi da oltre mille anni. E furono in buona parte proprio gli abitanti di Altino che fecero sorgere nel mezzo della laguna Venezia, nominando le isole col nome del quartiere che avevano abbandonato nella terraferma, dove probabilmente dominava già un signore ed esisteva già una casta di patrizi.


Ma l'aristocrazia, i capitalisti, i proprietari terrieri, rimasero ancora per qualche tempo sulla terra ferma a curare i propri affari (sorgevano già da molti secoli città peninsulari come, Adria, Aquileia, Chioggia, Este, Oderzo ecc.) ma per quanto fossero separati dal vero e proprio territorio bizantino in Italia, rimasero piuttosto legati a Bisanzio, anche per via dei lucrosi commerci.
Nelle isole vi erano però da qualche tempo i primi insediamenti di genti che stavano attuando un programma ben preciso, dando alle stesse isole degli aspetti che non erano più solo di sopravvivenza ma si stavano creando delle ottime residenze e nascevano attività di ogni genere, formando così delle comunità autonome, non certo ancora una grande unione; ma questo appartarsi era diventata una esigenza, visto che i contatti esterni via terra erano diventati ormai impossibili e le diffidenze reciproche pure.

 

I primi capopopolo, signori, la classe dirigente, di questa gente scontenta non erano ancora abitanti fissi delle isole ma vivevano soprattutto nei dintorni sulla costa, ad esempio a Eraclea vi era la sede del dux, di nomina bizantina, un magister militum, cioè funzionari posti a capo dell'amministrazione, che dipendevano dall'esarcato di Ravenna. Quando Giovanni Diacono, vissuto in epoca più tarda, afferma che la zona lagunare già da un secolo e mezzo dopo l'invasione longobarda godeva di una vita autonoma sotto i suoi dux, non riporta esattamente la verità.

I dux c'erano ma non autonomi, erano soggetti alle autorità bizantine. Uno era Pauluccio (considerato il primo doge) l'altro Marcello (il secondo doge). Furono infatti loro due come "magister militum" a firmare un trattato di pacifica convivenza con il re dei Longobardi LIUTPRANDO, e se agirono in questo modo, è perchè dipendevano dall'esarcato che in quegli anni non era ancora entrato in crisi.

Una prima rottura o sollevazione di popolo ci fu con l'iconoclastia; se ricordiamo perfino Gregorio chiese paradossalmente l'appoggio della Venezia bizantina, per respingere l'editto di Leone III. In quelle sommosse ci furono anche nelle isole delle fazioni -pro e contro i bizantini- che si scontrarono in una guerra civile, con a capo ognuno il suo duces locale o bizantino. Paoluccio quello che si narra nella leggenda essere stato il primo doge di Venezia, ma pur essendo “magister”, essendo locale era però anche a capo di una fazione contraria al dominio di Bisanzio. Lui era stato per pochi mesi esarca a Ravenna ma da qui era poi fuggito dopo essersi schierato contro i bizantini e aver trovato rifugio proprio nella laguna. Marcello era il governatore provinciale, ma era anche lui un ribelle e lavorò con Pauluccio per creare un territorio indipendente in una zona poco accessibile e quindi immune da invasioni o discordie di fazioni varie. Ma erano pur sempre entrambi contro l’esarcato, anche se con Bisanzio i Venedi intrattenevano floridi commerci. Questo perché non sempre l'esarcato di Ravenna seguiva la politica di Bisanzio; le radicali sostituzione lo confermano.

Nel clima di rivolta esploso in varie zone della penisola italica, a seguito degli editti iconoclastici proclamati dall'imperatore Leone III, tra i venetici presero il sopravvento forze antagoniste. Tra tumulti, guerriglie e scorribande non poteva certamente regolarizzare la situazione il popolo; infatti furono gli uomini armati venedi ad intervenire, con a capo un certo Orso. Fu rotto il "trattato Anafesto" di pacifica convivenza con i longobardi, firmato dall'omonimo doge e si tentò di creare una propria indipendenza. Ma nel 729 Ravenna occupata dai longobardi, dopo l'assalto a tutto l'Esarcato e la Pentapoli, fu liberata proprio dalle forze venetiche filo-bizantine. L'azione bellica trovò l'ammirazione di Bisanzio ed Orso ricevette la nomina di "IPATO" (console). I Venedi capirono da che parte dovevano stare, ricevendo così un riconoscimento formale di autorità su una situazione già di fatto autorevole e indipendente. E proprio per questo con gli anni le cose cambiano, mutano le alleanze e insieme anche la crescita di autorevolezza e d'immagine del doge. Nello stesso tempo in parallelo aumenta l'indipendenza.
Meno disuniti di prima, nacque perfino un "governo ombra" che aveva preparato e già definito la struttura di uno stato, e che attendeva pi� solo una ulteriore crisi bizantina per dare la "spallata" e dar  vita a un vero e proprio governo autonomo, pur senza rompere i ponti con Bisanzio.

Orso Ipato rimase circa dieci anni al potere (dal 727 al 737) poi la sua scomparsa fu un “giallo”.
Tornò ad essere presente il regime dei "magistri militum" dell’esarcato. Evidentemente i venetici dopo le prime affermazioni, non erano ancora pronti al totale controllo del territorio. Lo sbando è testimoniato dall'alternarsi al potere nell’arco di pochi anni di Leone Domenico, Felice Corniola, Orso Diodato e Gioviano (con qualche ambiguità e tradimento che finì nel linciaggio).
L'impero bizantino e quello longobardo in Italia in questo periodo erano dominati dall'anarchia e i loro territori sottoposti a scorribande, saccheggi ed imposizioni da parte delle orde provenienti dai quattro punti cardinali. Non ultimi arrivarono i franchi di Pipino. Ravenna fu più volte presa e saccheggiata, resa dimora e poi abbandonata dai longobardi. A Roma il potere era quasi del tutto scomparso. Diverse furono le alleanze e le ripudie dei venetici. Finchè non emerse una figura risolutiva con il doge Diodato Ipato. Ma anche lui fu deposto ed abbacinato nel 756.
Venezia ed i suoi mercanti, nel frattempo cominciava ad espandere i suoi commerci, al di là delle beghe e delle questioni di corte, fossero esse laiche oppure ecclesiastiche.

Sarà solo nell' 810 che si distinguerà un DOGE (non è più militum ma civilis) ANHELO PARTICIACIO, e la sede dogale fu trasferita nella nuova isola che stava sorgendo con i numerosi insediamenti di una vera classe dirigente e anche militare, quella di "Rivoalto" (l'attuale Rialto) che infatti, predispose diabolicamente il "ricevimento" della flotta di Pipino dentro la laguna; questa fu attirata da piccole imbarcazione fin dentro a quello che, ancor oggi viene chiamato il "Canale dell' Orfano", e qui la flotta francese assalitrice fu distrutta; caddero nel tranello teso: arenatasi nella insidiosa laguna che i francesi non conoscevano, i venedi ne fecero una mattanza.

(Vedi anche la CRONOLOGIA DI VENEZIA CON LA BIOGRAFIA DI TUTTI I DOGI)

IN FRANCIA muore TEODORICO IV, figlio di Dagoberto, che era stato prelevato dal convento ancora bambino, nel 721 e messo come al solito sul trono come re fantoccio. Carlo Martello dopo la sua morte non propone nessun successore al regno dei Franchi.
Nel corso dell'anno Carlo muove contro gli Arabi che hanno occupato la Francia sudoccidentale; libera Lione che da qualche tempo era stata occupata dai saraceni, e riconquista anche Avignone.
Si rivolge poi contro Narbona per riconquistarla, ma non riuscendovi devasta tutta la Settimania (la zona del sud della Francia, che forma con le sue coste il Golfo del Leone) facendo sentire tutta la sua arrogante forza al regnante di turno.

IN SPAGNA nelle Asturie, l'ultimo re Visigoto Pelagio che ha resistito agli arabi, muore; gli succede il fratello FAVILA.

 

GLI ARABI dopo aver superato il Caucaso e attaccati i Chazary Bulgari infliggendogli una tremenda disfatta, stipulano un accordo di sottomissione del loro Khan che abbraccia perfino la fede musulmana; e da questo momento si mette sotto la protezione degli arabi.

 

CONTINUA ANNO 738 > >