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CRONOLOGIA

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ANNO x  ANNO
PERIODI STORICI
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ANNO 735 d.C.

(Vedi QUI i singoli periodi in
"RIASSUNTI DELLA STORIA D'ITALIA")

MORTE DI DUE GRANDI (e primi) POETI ARABI


Al Farazdaq pseudonimo di Hamman Ibn muore e ci lascia una grande produzione poetica dove coltivò tutti i generi. Si distinse soprattutto in quella satirica con una ricchezza lessicale straordinaria.

In questo stesso anno muore anche Dhu r-Rumma, che è il più esemplare dei poeti arabi con un virtuosismo letterario che da' inizio a una vera e propria operazione di fioritura artistica della poesia.

Dobbiamo adesso qui aggiungere che in questo periodo la lingua araba era ancora molto recente, la prima testimonianze scritta in questa lingua, è una epigrafe funeraria degli anni 400 d.C., fra l'altro in caratteri ancora nabatei di origine aramaica, influenzato dal siriaco. Ma la rivoluzione culturale avviene con Maometto e il suo Corano.

In pochi anni vediamo sorgere questa lingua specifica del territorio arabo che è composto di 28 consonanti comprese le semivocali - w, y, e l'alef ( ' ); quella specie di apostrofo che vediamo nella scrittura araba è appunto una semivocale e si indicano le vocali lunghe - u, i, a.
(Sembra che questo accorgimento dell'alef, fosse già in uso già nei fenici, che però usavano un punto sopra o sotto le lettere del loro alfabeto composto di sole consonanti)


Ma poiché la scrittura araba è "legata", molti segni assumono una forma diversa se sono legati in diversi altri modi, e quindi fino allora non era ancora possibile creare una scrittura letteraria comprensibile a tutti.

La lingua araba antica e arcaica, non si era mai prestata per assolvere bene a dei testi letterari, questo avvenne proprio quando si iniziò a scrivere il Corano, che diventò quindi anche, diremmo un abbecedario, o meglio ancora come un sillabario vero e proprio di una nuova lingua, infatti proprio il Corano oltre che essere un libro che secondo la tradizione è la parola di Dio ispirata a Maometto, significa anche Qur'an, col significato di "recitazione" . E proprio per questa ragione e utilizzo, e la sua particolare forma compositiva in prosa rimata, che conferì forza e vivacità al discorso del profeta, divenne anche il testo per eccellenza per tutti coloro che si iniziarono alle lettere. Una vera e propria palestra letteraria della rima, che qualche volta costrinse Maometto a ricercare per esigenza di rima anche vocaboli nuovissimi, andando così ad arricchire la lingua stessa, e farla diventare lui stesso più poetica, più comprensibile anche se alle volte alcune di questi vocaboli, proprio perché nuovi erano ancora incompresibili a molti arabi.

Non solo! Il Corano, prima ancora della sua prima edizione, i suoi versetti erano scritti su frammenti staccati, scritti in epoche diverse; alle volte furono riportati da Maometto su pietre lisce, omoplati di montoni, costole di foglie di palma ecc. che riempiva nei suoi lunghi isolamenti quando si appartava, e che scriveva sotto l'ispirazione divina quando e dove gli capitava.

Appena morto il Profeta, questi oggetti erano in possesso di alcuni suoi seguaci, solo a loro le scritte erano comprensibili, quindi la trasmissione era ancora orale (chiamati rapsodi professionisti) ma non ancora letteraria; fin quando dopo una guerra sanguinosa dove molti seguaci morirono, immediatamente si avvertì la necessità di riordinare il materiale e quindi farne degli esemplari, che un'ex-emanuense Zaid iniziò a compilare. Costui era un valido letterato, amico di Mometto, ne conosceva non solo il linguaggio, ma sapeva cosa voleva dire ad ogni versetto il profeta, di conseguenza l'abile suo mestiere di emanuense, seppe mettere ordine in una forma tipicamente letteraria quei contenuti sparsi, alle volte anche sradicati da un contesto di un discorso che diedero origine anche agli abrogati e agli abroganti, e per quanto l'ortodossia intransigente neghi l'esistenza di vocaboli stranieri nel Corano, non pochi sono quelli di origine aramaica, etiopica, persiana ma come abbiamo detto sopra molti quelli arricchiti dallo stesso Maometto.

Dopo pochi anni questa rivoluzione della scrittura poetica, si arricchì immediatamente di studiosi, filologi, si formarono delle vere e proprie scuole letterarie, e da queste nacquero sempre più numerosi poeti che andarono a cantare le gesta prima delle imprese di Maometto, poi dei suoi miracoli, poi dell'Islam. Famose i diwan = canzonieri; e la collana delle sette Mùallaqat, che erano versi scritti da Maometto e appesi come quadri. Infine ci fu il fiorire della poesia in generale che si trasferì nella vita quotidiana, in quella amorosa, per arrivare poi alla poesia realistica di una efficacia straordinaria, che con il grande poema di Shanfhara: il "Canto rimato in 'l degli arabi" diventerà uno dei grandi capolavori della letteratura araba.

 

CONTINUA ANNO 736 > >