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CRONOLOGIA

DA 20 MILIARDI
ALL' 1  A.C.
1 D.C. AL 2000
ANNO x  ANNO
PERIODI STORICI
E TEMATICI
PERSONAGGI
E PAESI

ANNO 696 d.C.

(Vedi QUI i periodi dei
"RIASSUNTI DELLA STORIA D'ITALIA")

*** I DINARI IN ORO IN ARABIA


 *** ARABIA - Nel riammodernamento dello stato e dell'amministrazione, a Damasco il califfo ABD AL-MALIK fa coniare i primi Dinari d'oro e d' argento esclusivamente arabi.

 Finora quasi tutte le trattative commerciali erano avvenute tramite scambi fatti col "baratto". Ma utilizzando d'ora in avanti la moneta, per di pi� in oro zecchino, sar� da questo momento che la potenza economica dell'Islam-arabico, irraggiandosi da Damasco inizier� a decollare in tutta l'area del Mediterraneo, poi in tutto il territorio asiatico fino al Volga, in tutta la ex Persia, e con i nutriti scambi che andranno a iniziare dopo la conquista anche nella stessa Cina.
Nello stesso periodo con il rallentamento dei commerci nell'area bizantina quindi in buona parte anche in Europa la moneta bizantina anch'essa aurea tender� pi� alla tesaurizzazione che non al servizio degli scambi. In Italia questi ultimi dall'arrivo dei Longobardi con i loro ducati a economia chiusa, tendenzialmente di autoconsumo, sono quasi totalmente avvenuti con il baratto.
Rarissime sono le monete longobarde nell'arco dei duecento anni di dominazione di quasi l'intera penisola. Si dovr� attendere il periodo carolingio per tornare a vedere in Europa e in Italia alcune monete d'argento, che prenderanno il nome di  LIRA, divisa in 20 SOLDI, o 240 DENARI. 
In effetti questi ultimi non erano coniati, quindi non circolanti, ma solo "moneta immaginaria", detta anche "moneta di conto". Solo la Lira  veniva coniata, pesava 408 grammi di argento, cio� una LIBRA e che proprio per questo prese il nome di LIRA. 
Una moneta per le vere transazioni commerciali (effettivamente per comprare o vendere in contanti) ricomparve a Venezia nel 1203 a opera del Doge Dandolo (detto denaro grosso).
Da notare che alcune monete d'oro della Lidia o Greche, gi� circolavano (ne sono state trovate molte) ad Aquileia e ad ltino 1500 anni prima, cio� nel 300 a.C.

Tornando alla moneta araba che inizia a circolare ora e sempre di pi� nei successivi quattro secoli, ancora oggi nelle grande carovaniere commerciali a Samarcanda, nel Pamir, nei dintorni di Mosca, di Pechino, Canton e perfino in Giappone si sono trovate non solo migliaia ma centinaia di migliaia di monete arabe; e questo ci fa pensare, che il dinaro era diventata la moneta di scambio riconosciuta da tutti i paesi del mondo allora conosciuti che intrattenevano rapporti commerciali con gli Arabi.
Il  dinaro era un po' il dollaro dei nostri giorni; con il dinaro si poteva comprare o vendere ogni cosa in ogni parte del mondo dove erano arrivate le conquiste arabe, ma anche dove non erano arrivate, come in Cina. Era insomma una moneta universalmente riconosciuta, una garanzia intrinseca per chi operava nell'import-export. A Venezia come a Canton, nei paesi nordici del Gotland come sulle sponde del Volga. E in questi anni con le ultime conquiste anche nel Ghana e ai confini proprio della Cina dopo la conquista della Battriana, Tranzoxiana, valle dell'Indo.

A Canton in Cina non molti anni fa, nell'eseguire uno scavo, in un cavoue -che verosimilmente funzionava come quelli attuali delle nostre banche- sono state ritrovate in un colpo solo 250.000 monete arabe. E sembrano un po' troppe per essere di un unico proprietario, quindi doveva essere una "riserva" della banca che operava in zona con i depositi a garanzia di molti ricchi mercanti. Ma del resto questo sistema bancario lo abbiamo gi� visto, comprendeva quasi tutte le operazioni che conosciamo delle banche di oggi, compresi i nomi dei singoli strumenti, quali la cambiale, l'assegno, il conto corrente, i cambi, le carte di credito, l'export import, e il pagamento estero-estero senza mai il mercante spostare o portarsi dietro i  dinari in contante. Cosa piuttosto pericolosa in viaggi cos� lunghi in luoghi molto esposti sia in mare che in terra.

*** ITALIA - A VERONA viene donato dal vescovo EGINONE alla Cattedrale di Verona lo scritto eseguito quest'anno da lui denominato "Codex Egino". 
Le sue miniature nello stesso sono le pi� interessanti di questo periodo longobardo; anche se hanno ancora uno stile assai prossimo a quello delle pitture romane, che si possono ancora ammirare dagli scavi di Pompei. Uno stile che a quanto pare resisteva, ma che verr� in seguito ben presto dimenticato per assumere quei connotati che avranno le pitture carolinge negli anni 800, da dove poi nasceranno le prime pitture sacre, soprattutto fra gli abati dei conventi.

L'arte pittorica  carolongia per quanto se ne parli, ben poca cosa era, e ben poca cosa ci � rimasto. Le poche testimonianze di pittura paretale sono stranamente solo nell'alta Val Venosta, sopra Merano, e dentro la Val Monastero al di l� del Passo Tubre, verso l'Engadina.
Una delle pi� rare e interessanti, � quella di una chiesetta-cappella: di san Proculo, a Naturno, non molto distante da Merano.

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