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CRONOLOGIA

DA 20 MILIARDI
ALL' 1  A.C.
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ANNO x  ANNO
PERIODI STORICI
E TEMATICi
PERSONAGGI
E PAESI

ANNO 652 d.C.

(Vedi QUI i periodi dei
"RIASSUNTI DELLA STORIA D'ITALIA")

*** MUORE RE ROTARI
*** RODOALDO RE DEI LONGOBARDI
*** PRIMA VISITA DI ARABI IN SICILIA


*** ITALIA - Dopo aver conquistata l'ultima citt� che era sotto il dominio bizantino nell'Italia del nord, Oderzo, e aver vinto in una battaglia sulle rive dello Scoltenna vicino a Roma,  ROTARI il re dei Longobardi muore a Pavia. Venne sepolto nella basilica di  S. Giovanni Battista.

Gli succede il figlio RODOALDO, ma dopo pochi mesi di regno muore assassinato verso la fine dell'anno per questioni private, dalla mano di un longobardo per vendicarsi di una violenza sessuale del re nei confronti di sua moglie. La nuova legge c'era, ma in questo caso la consuetudinaria arcaica faida ebbe di nuovo il sopravvento, anche se il violentatore era il re.  Al suo posto viene eletto ai primi di gennaio 653, ARIPERTO I , che � figlio di GUNDOALDO duca di Asti, di quel duca che era giunto dalla Baviera con la sorella TEODOLINDA, e sposa di due re longobardi, AGILULFO e AUTARI.
Torna  a prevalere nuovamente il partito cattolico con questo nipote di Teodolinda.

Anche Ariperto era un fervente cattolico come la zia; regner� 9 anni ricalcando la linea imposta a suo tempo da Teodolinda e non come Rotari che aveva emarginato la corrente cristiana per favorire quella Ariana. 
Ariperto sappiamo che colp� l'eresia ariana, e lo stesso vescovo di Pavia -dove era la sede imperiale- sempre di religione longobarda,  si convert� al cristianesimo. Ariperto  fu anche soprannominato "il re buono e pio". Ma anche i padri fanno figli con dentro una pecora nera, ed infatti questo periodo relativamente tranquillo cess� quando morto Ariperto  nel 661, lasci� il regno diviso in due ai figli GODEBERTO e BERTARITO; al primo lasci� il governo di Pavia, all'altro quello di Milano. Siamo per� gi� nel 661 e a quest'anno ci arriveremo piu' tardi..........Ricordiamoci di questi due fratelli che entreranno in ostilit� volendo ognuno governareda solo l'intero regno.

IN SICILIA UNA PRIMA VISITA ARABA

 *** ITALIA-ARABI -La Sicilia era sempre rimasta sotto l'imperatore bizantino, i longobardi non vi avevano messo mai piede, anche se non molto lontano c'era  il Ducato di Benevento che nelle zone limitrofe era sempre in vena di conquiste. Ma per conquistare citt� e paesi bizantini non doveva poi essere tanto difficile; in ogni luogo i bizantini si comportavano peggio che i barbari. L'ultima di queste scorrerie ladresche, come se non bastassero le angherie dei funzionari delle tasse, la far� l'imperatore in persona, Costante II nel 660, guidando la sua masnada per mezza Italia, piomber� poi in Sicilia a razziare l'isola; ma finir� con un coltello nella pancia.
Sar� una dei tanti motivi per la quale i siciliani iniziarono a pensare di chiamare a farsi liberare dagli ex predoni del deserto i "civili" predoni bizantini. (vedi 660 e i successivi anni)

Ritorniamo a Benevento. Quando nominiamo questo ducato ricordiamoci che non era solo Benevento e il suo territorio, ma era quella grande estensione nel centro e  nel sud della penisola  che partiva da Gaeta-Pescara e gi� fino in Calabria e nelle Puglie, escluse le due punte di queste due regioni che rimasero ancora per qualche anno, assieme alla Sicilia sotto il dominio bizantino. Quest'ultima regione che fosse contenta di essere guidata e comandata da Costantinopoli non lo era certo; i prelievi fiscali erano gravosi e in cambio non ricevevano proprio nulla. Anche perch� i funzionari dopo aver prelevato quella parte che andava a Bisanzio, per condurre la loro bella vita simile all'opulenza che c'era alla corte bizantina operavano per proprio conto con angherie locali per procacciarsi denari. Una opulenza che si era estesa anche ad alcuni ricchi proprietari locali conniventi con i bizantini e che da essi ricevevano alcuni privilegi. Ma con questi si erano anche insediate famiglie nobili armene e bizantine mandate da Costantinopoli, che ovviamente con pi� privilegi sull'isola si comportavano da padroni.

I siciliani erano trattati come schiavi, anche se i cittadini erano commercianti o piccoli proprietari di terre, figuriamoci poi quelli che lavoravano per i locali latifondisti complici nelle angherie dei bizantini. Quindi quando sbarc� il primo arabo in questo 652, -che non era un'invasione ma molto probabilmente una perlustrazione del territorio, forse una visita di carattere commerciale - l' impressione che gli isolani ricavarono, fu molto buona. Ma anche chi sbarc� sull'isola non fu diversa la sensazione positiva e al ritorno in Africa, costoro devono aver  dettagliatamente riferito ai comandi superiori arabi le accoglienze ricevute e nello stesso tempo anche  le bellezze del posto che apparve loro come un giardino, un luogo dissero che faceva concorrenza al Paradiso; il clima temperato, la rigogliosa agricoltura, e un carattere dei siciliani molto affine a chi viveva sull'altra sponda, a Cartagine e a Tripoli. La tesi che la Sicilia una volta era collegata all'Africa � oggi avvalorata dai geologi.

Ma ovviamente riferirono anche il malcontento della gente che l'abitava, che era stufa delle vessazioni bizantine e anche spesso delle loro scorrerie (e doveva ancora avvenire quella del 660!)
  
Gli Arabi che ricevettero queste belle notizie non dimentichiamo che erano a poche ore di mare dalla Sicilia. Dopo la conquista dell'Egitto, gli Arabi avevano occupato prima Tripoli, poi Cartagine, da dove anche un semplice peschereccio poteva raggiungere le coste siciliane.

Questa visita non deve essere molto piaciuta al re bizantino, e temendo un'invasione ne approfitta per sbarazzarsi e dislocare nel sud quell'OLIMPIO che come ambiguo esarca si sta dando tanto da fare a Ravenna per staccarsi da Bisanzio; per crearsi un suo regno, puntando addirittura su una Italia autonoma. 
Ai tempi di Giustiniano  (come fece con Belisario e Narsete) l'imperatore il potenziale cospiratore l'avrebbe richiamato a Costantinopoli per fargli un processo, mentre Costante II, pur ascoltando le male lingue, non ha questa forza. Tuttavia lo preoccupa l'ambizione di questo esarca, che non � molto diversa dai suoi predecessori; ma forse perch� anche questo generale riteneva che per l'Italia il distaccarsi dalla parassita Bisanzio era la cosa migliore. E sembra che a Costantinopoli abbiamo avuto pure il dubbio che ad appoggiarlo ci sia papa Martino in forte contrasto con il clero bizantino (infatti finir� incriminato, trascinato in catene a Costantinopoli, processato, esiliato in un isola dove morir�)

COSTANTE II che � ancora un giovanotto ma ha chi lo consiglia, Olimpio lo rimuove dalla carica di esarca, e per liberarsene da Ravenna, d� a lui un compito gravoso e pericoloso: lo invia in Sicilia. Costante per neutralizzarlo ha sentenziato fra i suoi collaboratori: "...che se vuole un regno se lo vada a guadagnare in Meridione contro i Longobardi  o gli Arabi in Sicilia...Se vuole un pezzo d' Italia, vada a guerreggiare a Benevento o vada incontro ai nuovi visitatori in Sicilia, e il regno se lo guadagni con le armi in pugno".

Olimpio vi si precipita con un suo esercito, ma gi� la prima visita di cortesia degli arabi che era per� molto modesta e neppure forse intenzionalmente offensiva, � un grande successo: in uno scontro l'ex esarca ci lascia la vita. Ma non possiamo non pensare che la cattura e l'uccisione del generale bizantino sia stata favorita proprio dai siciliani. 
Se i governanti siciliani bizantini (ma anche gli stessi abitanti)  avevano ricevuto una lettera di sfida come quella che abbiamo letto negli scorsi anni,  e la requisizione e la distribuzione delle terre incolte era gi� stata illustrata agli isolani, non c'� da meravigliarsi che questi erano diventati complici degli arabi. Un appoggio che era un riscatto, una vendetta verso quei funzionari rapinatori vestiti di seta rossa. Questi se li volevano proprio togliere di mezzo; del resto non era un avventura a grande rischio, perch� peggio di cos� la vita sull'isola non poteva essere, quindi tanto valeva tentare con quella che si presentava come un'alternativa al governo dell'Isola.

Insomma inizi� a formarsi  un partito filo-arabo, che certamente non veniva dai ricchi proprietari beneficiati dai bizantini, ma dalla povera gente sfruttata ignobilmente e dai piccoli artigiani e commercianti che se volevano operare dovevano prima mettersi il cappio bizantino al collo, che inevitabilmente causava lo strozzamento dei sudditi e ovviamente di tutte quelle attivit� che con onest� e sacrifici esercitavano. 

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