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CRONOLOGIA

DA 20 MILIARDI
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ANNO x  ANNO
PERIODI STORICI
E TEMATICi
PERSONAGGI
E PAESI

ANNO 647 d.C.

(Vedi QUI i singoli periodi in
"RIASSUNTI DELLA STORIA D'ITALIA")

*** ARABI IN EGITTO
*** LA LUNGA STORIA DEL CANALE DI SUEZ
*** GLI ARABI DIVENTANO GRANDI NAVIGANTI

*** MONDO ARABO - Dopo avere conquistata definitivamente la Cirenaica , sconfiggendo le ultime estreme difese bizantine, anche l'esarcato di Cartagine cade in mano araba.
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Costantinopoli (che sta pensando ad altro) con delle spedizioni fallimentari ha inutilmente tentato di riprendersi Alessandria e l'Egitto, che non solo hanno perso definitivamente, ma non sono stati nemmeno in grado di contrastare l'avanzata verso Cartagine, che potrebbe diventare una testa di ponte anche per uno sbarco in Sicilia. 

Gli arabi dopo la conquista e l'insediamento nell'ex paese dei Faraoni, iniziano a fare grandi lavori per farne la base per una nuova e pi� veloce espansione musulmana verso l' occidente.

Uno di questi lavori � il ripristino dello scavo dell'antico Canale di "Suez" (ma non si chiamava allora cos�)  che collegava quasi duemila anni prima il Mediterraneo con il Mar Rosso sfruttando in parte i vari bracci del Nilo e un grande immenso canale scavato artificialmente, e che permetteva ai navigli di scendere nel golfo di Aden, visitare il regno della Regina di Saba,  navigare fino al Golfo di Oman e Persico per poi risalire il Tigri e l'Eufrate mesopotamico.
Dunque gli arabi di questi anni iniziano a passare attraverso il canale, portandosi dentro il Mediterraneo con il loro naviglio che � ancora molto modesto (ma vedi pi� avanti cosa sta facendo un geniale generale arabo)
 
In realt� il canale concepito da Negrelli e Lesseps era stato scavato fin dal 1300 a.C. dal Faraone Ramsete II. Ma quando l'impero si chiuse a riccio, il canale non fu pi� usato e le piene alluvionali del Nilo e la sabbia del deserto se lo divor�. Settecento anni pi� tardi, nel 600 a.C, il faraone Necho fece rinnovare il canale;  ancora Erodoto ne parla come di un lavoro grandioso: "Il canale � cos� lungo che occorrono quattro giorni per percorrerlo, e tanto largo che vi possono navigare due triremi affiancate. I lavori sono stati imponenti e sono costati la vita a centoventimila operai egizi".

Cento anni pi� tardi questa singolare via d'acqua fu migliorata da Dario re di Persia, e lo testimonia una stele cuneiforme trovata all'imbocco del canale per ricordare l'avvenimento. Ma dopo mezzo millennio, troviamo che Cleopatra in seguito alla battaglia di Azio, aveva tentato di trasportare sul mar Rosso la sua flotta, ma  non fu possibile perch� il canale non era pi� navigabile e in pi� punti gi� ostruito. 
Qualche progetto ci fu anche nel periodo imperiale di Roma, ma ben presto fu accantonato  quando si rinunci� (dopo una disfatta) all'idea di espandersi fino allo Yemen attraverso la ostile penisola del Sinai in mano alle potentissime trib� nomade arabe che allora controllavano i "misteriosi" commerci con l'estremo oriente (India e Cina). Il progetto del canale fu chiamato Amnis Traianus, ma dei lavori non se ne trova la minima notizia, quindi dobbiamo ritenere che tutto si sia limitato a fare solo un progetto e tale rimase. E passano altri quattro secoli

Quest'anno con il califfo Othman, ma indubbiamente su insistenza del geniale
MU'AWIYA, viene quindi ripristinato seguendo il progetto che il precedente califfo Omar aveva concepito prima di morire e quindi le navi arabe ne faranno uso per quasi duecento anni..

Quando sorsero poi  le violente e dilanianti contese fra califfi, ABU GIAFAR (842) lo fece chiudere, ostruendolo con sabbia e blocchi di pietra (*). 
(*) Nella famosa guerra in Africa di Mussolini, suona ironica la frase di un famoso ammiraglio inglese Cunningham (che del Mediterraneo sapeva tutto). "Se a Mussolini gli veniva in mente di ostruire il Canale, noi eravamo spacciati. Ad Al Alemein non saremmo mai arrivati. Gli sarebbe bastato far affondare nel canale due navigli carichi di cemento ed eravamo fritti. Per fortuna nessuno ci pens�". 
Se qualcuno leggeva la storia araba, forse l'idea gli sarebbe venuta.

Prima della chiusura, sappiamo che nell'anno 825 un geografo irlandese, Dicuilus, vissuto alla corte di Carlo Magno, pubblic� una Geografia.  E parlando dell'Egitto accenna di passaggio a "...un monaco di nome Fedele, in visita alla Terrasanta, sbarcato dal Mediterraneo in Egitto, prosegui' poi dal Nilo al Mar Rosso attraverso un canale". Non conoscendo storia antica n� quella araba a lui contemporanea  onestamente per� afferma: "...non ho mai trovato una simile notizia che dal Mediterraneo si possa poi navigare nel Mar Rosso, tuttavia frate Fedele lo ha narrato e confermato in mia presenza  ed � quindi degno di fede". Ma dopo l'842, questa via d'acqua cos� importante come abbiamo detto sopra venne chiusa da Abu Giafar.

In pochi anni per la sabbia e i detriti  -per la seconda volta- scomparve quasi alla vista. Ci fu un lungo silenzio per oltre sei secoli, fino al 1484-85 quando alcuni monaci inviati dal papa in Abissinia passano accanto al canale e ne ammirano stupefatti i resti coperti di sabbia. Ne abbiamo una relazione dettagliata dove si parla della storia del canale, citando anche loro Ramsete II, Necho,  che indubbiamente ricavano sul posto e lo descrivono pure il canale "....largo cento piedi e profondo trenta, la sabbia lo ha colmato a met�; doveva unire il mar Rosso al Mediterraneo ....(e qui dicono una stupidaggine, ignorando (forse volutamente) che gli arabi -negli anni di questa pagina- ci navigavano, una falsit� che ostacoler� non poco i successivi progettisti) ...ma i Faraoni non vollero proseguire i lavori poich� il mar Rosso � pi� alto del Mediterraneo, e l'apertura del canale avrebbe provocato  l'inondazione dell'intero Egitto"

Non se ne parler� pi� fino al 1671 quando uno studioso tedesco in una relazione alla corte di Francia, che i  funzionari fecero passare solo perch� portava un nome famoso, propose di ripristinare questa via d'acqua all'allora Luigi XIV, il suggerimento era che "...Maest�, se ha intenzione e vuole conquistare anche l'Oriente sarebbe meglio collegare con questa linea d'acqua il Mediterraneo con l'Oceano Indiano; una strada aperta per le sue conquiste degne di Alessandro Magno...". 

Fu preso per pazzo anche se questo studioso sapeva quel che diceva, perch� si chiamava nientemeno LEIBNIZ, il celebre matematico e filosofo; e qualcosa dell'antica via d'acqua lui doveva sapere. 
Luigi non lo ascolta e rivolge le sue attenzione invece a Nord, dove si infogna nella famosa guerra dei Paesi Bassi, e cos� viene dimenticato il progetto del pazzo tedesco; fino a quando dopo oltre cento anni, in una biblioteca un generale che � curioso di tutto e vuol sapere tutto del passato e ha gi� letto e sfogliato migliaia di volumi, non si imbatte in questa relazione. 

Quel generale era Napoleone, che prima di partire volendosi documentare bene per la sua campagna d'Egitto, scova fra gli scaffali lo studio di Leibniz, e una volta in Egitto si fa portare sul posto dove c'erano i vecchi resti, tuttora visibili, e dove esclama "Messieurs, voil�:  il canale dei Faraoni". Ma trov� tanti ingegneri non all'altezza di una cos� ciclopica opera che ostacolarono il progetto, perch� ritenevano (forse non era sconosciuta quella falsa notizia dei monaci del 1485) che il mar Rosso fosse pi� alto e temevano che l'Oceano Indiano si riversasse prima sull'Egitto sommergendolo e infine sul Mediterraneo sconvolgendone le coste. Questo riferiscono a Napoleone e a tanti altri tecnici. Non se ne fece pi� nulla. Solo il fisico matematico Laplace andava dicendo in giro che quello che avevano detto quei tecnici erano delle insulsaggini, e che gli oceani e i mari di tutto il mondo hanno sempre lo stesso livello.
 
A forza di discussioni e progetti si arriva al 1846 dove un comitato di studi -fu Metternich a promuoverlo- fa il punto sulla situazione. Il cancelliere austriaco non  vedr� la fine dei lavori, n� li vedr� neppure l'ingegnere italiano NEGRELLI che fece i calcoli e i piani tecnici della ciclopica opera. I lavori in parte seguirono il vecchio e in parte un nuovo tracciato;  lo scavo della grande via d'acqua  verr� inaugurata e aperta al traffico nel 1869 con i lucrosi guadagni della Compagnia che port� ben pochi benefici all'Egitto, ma solo agli avidi azionisti europei.
Del resto al faraone Necho che 24 secoli prima voleva ripristinare l'opera di Ramsete, dopo costosi lavori e centinaia di migliaia di morti nel deserto, un oracolo gli aveva consigliato "desisti, o signore, da questo progetto: se lo realizzerai servir� non l'Egitto ma i barbari avidi di guadagni". (*  Il Canale di Suez, Nasser solo nel 1956  lo ha poi nazionalizzato).
 
Da quando Ramsete II aveva aperto questa via d'acqua, erano passati oltre trenta secoli; ovviamente un po' diversa, anche perch� non aveva le potenti scavatrici e non esistevano le grandi navi moderne in acciaio; tuttavia con un intrigo di canali del delta del Nilo i suoi ingegneri erano gi� riusciti a far navigare le barche egiziane dal Mar Rosso al Mediterraneo 3160 anni prima del 1869.
Ma i lettori di libri erano pochi, e da come abbiamo visto in Europa ancora meno.
La conoscenza geografica della classicit� era caduta nell'oblio. In Europa gi� dal 300, con Costantino, e Lattanzio educatore dei suoi figli, sosteneva che " ...l'ignoranza geografica era persino meritoria e ben vista da Dio". E questa ignoranza rimase fino al XII secolo. Intanto, gli arabi a sud, e i vichinghi a nord, a veleggiare sui mari rimasero soli e indisturbati per lungo tempo. 
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Torniamo ai fatti di questi anni, che hanno una certa relazione con il canale e quanto appena accennato- Mentre proseguono queste operazioni dell'apertura del canale in Egitto, gli Arabi (che non hanno ancora una flotta di navi) in Oriente non � che stanno con le mani in mano; l'esercito arabo guidato dal valoroso generale  MU'AWIYA, irrompe in Cappadocia, travolge le difese bizantine, ed occupa Cesarea. Si dirige poi in Frigia, e solo temporaneamente viene fermato davanti alla fortificata citt� di Amorio.

Mu'awiya non si perde d'animo; anzi � un geniale stratega, e sta gi� preparando (cosa insolita, inusitata, considerata assurda dai cavalieri e cammellieri) una grande flotta dando inizio con questa alla prima storica spedizione navale araba, inizialmente puntando su Cipro; nel 654 assedier� Rodi; nel 669 Costantinpoli; nel 674 Creta; nel 680 Mu'awiya � gi� anziano, ma fa salire al califfato suo figlio Yazid.
Da questa prima vincente spedizione di Mu'awiya a Cipro, gli arabi - un popolo del deserto, per lo pi� cammellieri- iniziano a incrementare questa attivit� marinaresca portandola nel giro di qualche anno con le innovazioni e gli studi navali a vertici fino allora impensabili.
Questo grazie anche all'aquisizione di Cartagine e Alessandria, dove esistevano ancora i famosi cantieri navali (chiamati poi dagli arabi Arse-nallah) ma soprattutto dove esistevano nelle biblioteche accuratissimi studi geografici e navali dell'antichit�; da Eratostene a Filomeno Filopatore, e in dettaglio le rotte nel Mediterraneo dei commerci  dei Fenici  e dei Cartaginesi, e in Oriente  gi� nel 100 d.C. si conoscevano le rotte che andavano da Adana (Golfo di Aden, Yemen) attraverso l'India fino a Ceylon e Canton (dove sono state rinvenute moltissime monete romane del periodo imperiale).

Nuove navi, nuovi sistemi di navigazione e la scoperta o riscoperta di nuove rotte, porteranno in brevissimo tempo i moderni navigli arabi su tutti i mari del Mediterraneo, dell'Atlantico, dei Mari del Nord, dell'Oceano Indiano, fino ai Mari della Cina, dove a Canton (e nella odierna  Hong Kong) metteranno delle basi commerciali, banche e fondachi, e funzioneranno delle vere e proprie rotte di linea, anche per i turisti.
Ma gi� nel 414 d.C siamo ottimamente informati del viaggio del buddista cinese Fa-Hien che viaggia da Giava a Canton attraverso il mare della Cina meridionale su una nave commerciale comodissima, che oltre il carico porta duecento persone.

Ma siamo appena agli inizi di questa espansione Araba nel Mediterraneo e in Oriente

Ma in Cina non arrivarono in questi anni solo gli Arabi. Anzi da una decina di anni ci sono molti bizantini.....conosciuti come cristiani. Leggi il prossimo anno.....

Bibliografia:
Storia dei popoli Arabi, da Maometto ai nostri giorni
di Albert Hourani, Mondadori 1992
Maometto di Gerhard Konzelmann, Bompiani, 1983
Storia della letteratura araba, Francesco Gabrieli, Nuova Accademia Editrice, 1956

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