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CRONOLOGIA

DA 20 MILIARDI
ALL' 1  A.C.
DA 1 D.C. AL 2000
ANNO x  ANNO
PERIODI STORICI
E TEMATICI
PERSONAGGI
E PAESI

ANNO 567 d.C.
( QUI riassunto dell'intero periodo ( guerra gotico-bizantina) dal 540 al 567 ) >

*** I LONGOBARDI SI PREPARANO A SCENDERE IN ITALIA

Di questo popolo che abbiamo accennato qualche volta fin dai tempi di Tiberio, negli ultimi quarant'anni ha fatto parlare di s� nei territori dei Rugi e dei Gepidi e abbiamo trovati alcuni gruppi a fianco di Narsete negli scorsi anni. Ora sono alla vigilia di una grande migrazione-invasione in Italia. Uno stanziamento definitivo che li far� diventare nei successivi duecento anni i protagonisti di un nuovo sistema politico-sociale della penisola.  Dobbiamo quindi approfondirne la conoscenza.


QUI L'INTERA STORIA IN BREVE -  DALLE ORIGINI 
E LA CRONOLOGIA DI TUTTI I RE LONGOBARDI > >



Di questo popolo ne parla per la prima volta Valleio Petercolo e Strabone al tempo di Augusto e di Tiberio (5 d.C.). Tacito ne parla cento anni dopo. Sappiamo quindi che la loro sede originaria era il Bardengau, sulla riva sinistra dell'Elba (al di qua di Amburgo). La loro prima battaglia ma anche la loro prima sconfitta la subirono proprio con i romani scontrandosi nella foresta di
Teutoburgo.   
Generalmente descritta come una piccola  trib� (i romani ne citano circa un centinaio di queste trib� molto affine come etnia e linguaggio) i longobardi dovevano essere bellicosi e spavaldi visto che quasi tutte le altre trib� nell'arco di 400 anni spariscono, mentre la loro la troviamo ancora presente in uno territorio che sono riusciti sempre a difendere da ogni attacco.

Fra le tante incontrate dai romani, forse la prima, una di queste portava il nome di Germani. Per le caratteristiche che avevano tutte le altre, i romani iniziarono a chiamarli tutti germani. Anche i Teutoni facevano parte di una trib�, che � poi un equivalente di "germanico".
Quest'ultima come le altre era stanziata gi� nel IV sec. a.C. lungo le coste occidentali dello Jutland. Nel secondo secolo si unirono alle migrazioni di altre trib� (cimbri, ambroni, longobardi ecc.) raggiungendo i territori della Gallia meridionale ma furono sconfitte da Gaio Mario nel 102 a.C., dei Teutoni rimase solo il nome per indicare i "germani".

La singolarit� invece dei Longobardi (che secondo Paolo Diacono all'origine si chiamavano 
Win-nili cio� guerrieri) fu quella di uscire non solo indenne da tanti scontri, ma contrariamente a quanto avvenne in quasi tutti le altre trib�, nonostante tante infiltrazioni dentro il loro gruppo non persero mai la loro identit�. Semmai erano gli altri a doversi integrare nel loro particolare gruppo sociale, seguendo le tradizioni ed osservando le ataviche leggi, tramandate per via orale dai capi delle fare. Queste erano delle grandi famiglie, dei clan, ognuna con un capo; tutti questi capi eleggevano un re, che nella tradizione era sempre l'uomo pi� valoroso, saggio e intelligente.
 Nell'ordinamento sociale la classe pi� elevata, era quindi quella dei capi fare (i futuri duchi) poi c'erano gli arimanni, fra i quali si distinguevano i nobili adalingi, segnalati per stirpe, per ricchezza e anche per merito d'armi.
La ricchezza fa anche potere; ed infatti a un certo punto, si cre� questo dualismo fra ricchezza e prodezza, sia quando veniva eletto il sovrano assoluto, ma anche dentro le stesse fare.
Il ricco adalingio rivaleggiava con il pi� prode.
Ma il pi� ricco possedendo ricchezze gli era facile mettere insieme altri capi fare per farsi eleggere.

La loro ricchezza erano le mandrie e le greggi. L' agricoltura da loro praticata era quasi esclusivamente quella spontanea estensiva utile all'allevamento del bestiame, e non intensiva con delle coltivazione vere e proprie; anche perch� la loro alimentazione era essenzialmente carnea e non cerealicola, che ovviamente quest'ultima a quelle latitudini era difficile ottenere.

Di altri scontri con i romani, dopo Tiberio ce ne furono pochi. Una segnalazione di un gruppo di Longobardi � registrata in Pannonia nel 125 insieme ai Marcomanni, ma furono respinti dai romani.
Sulla frontiera, sul Danubio, nel Norico ci ritornarono trecento anni dopo, nel 487-490, con una vera e propria migrazione di massa. Guidati da re Gudeoc, occuparono il territorio abbandonato dai Rugi che si erano per� lasciati dietro una terra piuttosto desolata dopo la distruzione  provocata da Odoacre. Forse proprio per questo i nuovi invasori si spinsero a Feld (odierna Ungheria). L'invasione non ebbe grande successo; gli Eruli (popolo insediato nel bacino del Tibisco) che gi� vivevano in questi poco abitabili territori  li costrinsero a pagare dei contributi.
Fu in questo periodo che i Longobardi presero in considerazione l'idea di attraversare il Danubio per emigrare verso i territori ostrogoti che da anni (da Teodorico in poi) si erano indeboliti per tutte quelle vicende che abbiamo narrato nei precedenti anni.

O per evoluzione o per i contatti con i romani-bizantini, l'organizzazione militare dei longobardi mut� radicalmente. Fra le fare ci fu pi� unione, il re non era solo il saggio, ma un vero e proprio condottiero della sua gente, che pi� che "cavalieri" erano ora diventati dei soldati di un vero e proprio esercito. E con questo in forze assalirono i territori dei Gepidi.

Ma non � che cessarono le rivalit� per diventare re. Infatti prima dello scontro con i Gepidi,  c'erano due capi fare; quella dei Beleos e quella dei  Leth; due famiglie aggressive, ricche e potenti.
Sul trono sal� poi TATONE  (della famiglia Leth), poi alla sua morte gli successe il nipote VACONE.
Il nuovo re oltre aver imparato le nuove strategie militari, impar� anche a fare delle alleanze.
 VACONE  nel 527 dopo aver combattuto per 12 anni contro i Gepidi, non avendo ottenuto molti risultati, invece di annientarsi a vicenda, propose al loro re una soluzione-unione dei due popoli: spos� Austrigosa, figlia del re dei Gepidi.

L'anno prima era avvenuta la morte di Teodorico e si erano avuti i primo segni dell'indebolimento della potenza ostrogota che dovette fare i conti con quella bizantina.  Ne approfittano i Longobardi che guidati da Vacone penetrarono per la prima volta nel territorio parzialmente romanizzato della Pannonia ottenendo una grande vittoria contro gli Svevi.
Passano una quindicina d'anni, e mentre l'Italia � in sfacelo con Vitige e poi con Totila, VANONE  rovescia la sua politica di alleanza con i Turingi e ne stringe una con i suoi ex nemici: i Franchi. Infatti da' in sposa al re Franco Teodeberto sua figlia Visegarda e dopo la morte precoce di questa fece sposare sua sorella Valderada con il figlio di Teodeberto, Teodebaldo. Quest'alleanza sar� fatale per i Turingi che fra il 531 e il 534 verranno assorbiti dai Franchi.
Vacone con le alleanze matrimoniali non si ferm� qui, ma diede in sposa  un'altra figlia a GARIBALDO, allora duca di Baviera.
Fu in questi anni che probabilmente per via di questa parentela bavarese i Longobardi abbracciarono il cristianesimo nella sua versione ariana. O almeno l'abbracci� il frutto di questa unione.
Perch�  la successiva figlia di Garibaldo, era TEODOLINDA ,
che and� poi in sposa a re Autari. Dai cristiani poi fatta perfino santa. Sepolta al Duomo di Monza. La ritroveremo pi� avanti.

Con questi due matrimoni Vacone si consider� contemporaneamente amico e alleato dell'imperatore Giustiniano; amico, parente e alleato dei Franchi (che per� razziavano in territori bizantini); amico e parente dei bavaresi; e ovviamente amico dei Gepidi essendo sua moglie figlia del loro re.

Nel De bello Gothico Procopio ci informa di un fallimentare tentativo del re Ostrogoto Vitige di stringere un'alleanza militare con il re Longobardo contro Giustiniano: Vacone rispose di essere gi� vincolato da una precedente alleanza stipulata proprio con Giustiniano (che cos� scopriamo che odiava tanto i barbari che erano in Italia, ma intanto faceva alleanze con loro)


Nel 540 muore  Vacone; al trono succede il figlio ancora infante Valtari; esercita le funzioni di reggente Audoino della fare dei Gausi
Nel 547 muore il piccolo Valtari; il reggente Audoino ne approfitta per farsi proclamare re ignorando i diritti dei consanguinei del piccolo ancora viventi, che tentano di cacciare l'usurpatore con Ildechi.  Ma Audoino trova subito un alleato potente in Giustiniano che gli offre i titoli "foederati" alle due province della Savia e del Norico Mediterraneo. Erano province di grande importanza dal punto di vista strategico perch� univano le comunicazioni fra i Balcani e l'Italia. Ma i bizantini avevano anche un altro scopo oltre a quello di salvaguardare i due territori. non del tutto sotto controllo: volevano mettere i Longobardi in attrito con i Gepidi (che controllavano l'importante fortezza di Sirmio, chiave per il controllo delle regioni balcaniche) attuando il vecchio principio del "divide et impera". 
E il conflitto esplose subito con i Longobardi che avrebbero dovuto avere secondo un accordo 10.000 soldati bizantini in appoggio, che invece non arrivarono. La diffidenza dei longobardi verso Giustiniano port� a una temporanea pacificazione con i Gepidi.
  
Anche AUDOINO cambi� radicalmente politica. Nel 548) con una spedizione - approfittando della confusione ostrogota-bizantina (la guerra greca-gotica in Italia)-  occup� l'Ungheria sud-ovest, il Norico e la Stiria meridionale. Nello stesso anno c'era anche confusione nel regno Franco di Austrasia con la morte di Teodoberto e la salita al trono dell'inetto Teodebaldo (ma pur sempre marito della sorella di Vacone).

Con i Gepidi, Audoino concluse una tregua di due anni e in parte si insediarono sul loro territorio.

Costantinopoli non reag�, anzi  Giustiniano acconsent� a questo insediamento e nel 550 prima foment� lui stesso attriti fra i due popoli,  poi diede il suo contributo ai Longobardi per far guerra contro i Gepidi.
Aiuto ricambiato quando nel 552, dovendo rafforzare la spedizione decisiva di Narsete in Italia contro Totila, i Longobardi fornirono a Giustiniano 2500 terribili "guerrieri" (questo era del resto il vero nome dei Longobardi - Win-nili = forti guerrieri) con altri 3000 uomini armati al seguito, non meno guerrieri dei primi.

Furono di grande aiuto a Narsete, soprattutto per la loro ferocia; ma poi il generale bizantino dovette prendere le distanze perch� la loro aggressivit� non era rivolta solo ai nemici, ma anche agli amici quando c'erano delle contese sui bottini. Essendo audaci, erano sempre loro i protagonisti della vittoria finale, e quindi pretendevano di pi� degli altri.
 Narsete dopo la battaglia conclusiva, non vide l'ora di rimandarli a casa, erano troppo indisciplinati e piuttosto pericolosi averli dentro l'esercito.
Nel frattempo in patria, morto Audoino (560) era salito sul trono il figlio ALBOINO.
Il giovane re, alleatosi con gli Avari in questo 567 insieme conquistano  tutto il territorio dei Gepidi, i longobardi attaccandoli da ovest, gli Avari da nordest.

Il Re dei Gepidi  CUNIMONDO venne ucciso in battaglia dallo stesso Alboino; fatta prigioniera anche sua figlia ROSAMUNDA la obblig� a sposarsi con lui.
Una macabra leggenda (che riporta Diacono) narra che Alboino abbia costretto la ragazza a bere da una tazza fatta col cranio del padre.

I Longobardi e gli Avari erano cos� divenuti potenziali padroni di tutto il territorio compreso tra la Sava e la Drava, che mette in contatto l'Europa orientale con quella centrale e si affaccia all'Adriatico e all'Italia attraverso il Friuli. Giova ricordare che lo spazio racchiuso tra questi due fiumi � sempre stato considerato una zona di grande rilevanza strategica, da parte di possibili attaccanti fino alla seconda met� del XX secolo; e ancora oggi.
L'alleanza con gli Avari fu tuttavia di breve durata (pochi mesi). Poi il loro dominio nella regione divisa in due parti, inizi� ad essere costantemente insidiata dagli Avari medesimi, pi� aggressivi degli stessi Longobardi. Fu certamente (forse) questa una delle cause che indussero i Longobardi a lasciare il territorio e a muovere verso l'Italia con uomini, donne, averi e armenti. Sembra che fecero dei patti: gli Avari offrirono mandrie di bovini, pecore, capre e maiali purch� se ne andassero in un altro posto. 
Il miraggio di Alboino era quel paese pi� bello e pi� ricco che lui stesso aiutando i bizantini aveva visto, per averlo percorso in lungo e in largo con il generale Narsete.
Pensava alle bellissime pianure piene di grandi fiumi, alle montagne lontane, al clima straordinario, alla vegetazione mediterranea, alle belle popolose citt� come Verona, Milano, ai ridenti paesi con lussureggianti coltivazioni etc etc, non era la Stiria, non era l' Ungheria ma era un vero piccolo paradiso terrestre.

 E pensava anche che non c'erano poi grossi ostacoli per conquistare questo paese. Narsete nel 565 era caduto in disgrazia, e nello stesso anno era morto lo stesso Giustiniano. Quale migliore occasione!!
Lo scorso anno e in questo 657 dopo tanti anni di lunga guerra, quando questa sembrava che era finalmente finita per sempre, l'Italia ritorna nel caos. Manca un "vero" imperatore, manca un "vero" esarca, manca un "vero" generale, e manca un "vero" esercito che -misto com'�- non sa a chi fare buon viso con gli equilibri tutti di nuovo messi in gioco. 
Sappiamo solo che a Roma umiliato, offeso e anche malato  c'� Narsete. Che il prossimo anno morir�.

Sulle motivazioni di questa emigrazione in massa dei Longobardi esiste anche un altra punto di vista malevolo. Ed � quello che Narsete dopo essere stato esonerato, richiamato a Costantinopoli da Giustiniano, umiliato, accusato di cospirazione e mandato in esilio, si sia vendicato con l'imperatore chiamando  in Italia (o fornendo notizie) gli aggressivi Longobardi. Non dimentichiamo che lo stesso Giustiniano mor� subito dopo la condanna di Narsete, il 14 novembre dello stesso anno della condanna di Narsete, lasciando una eredit� molto critica e complessa al nipote Giustino II. Anche se  Giustino riabilit� Narsete, forse il generale dal suo esilio aveva gi� concepito il suo vendicativo piano diabolico. 
C'� di certo, che nonostante la saldissima organizzazione difensiva ai confini, i Longobardi varcarono il limes friulano con i suoi numerosi massicci castelli con quasi nessuna reazione dei romani. 
E questo � molto strano. Ma � anche molto strano che Alboino si muova in Italia come un abile stratega e con una efficiente logistica.

Ma arriviamo all'invasione della prossima primavera.

CONTINUA ANNO 568 >