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CRONOLOGIA

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ANNO 565 d.C.
( QUI riassunto dell'intero periodo ( guerra gotico-bizantina) dal 540 al 567 ) >

*** MORTE DI GIUSTINIANO
*** UN IMPERO ALLO SFACELO

Accusato di tramare contro di lui in una congiura, Giustiniano con tanta ingratitudine dopo averlo richiamato dall'Italia, fa processare, condannare e esiliare il generale NARSETE. L'uomo che gli aveva permesso di ricostituire l'impero riconquistando l'Africa e l'Italia.

Passarono pochi mesi, poi  l'"esilio" da questo mondo fino allora dorato, venne anche per lui, per il grande Giustiniano. Il 14 Novembre fu implacabilmente condannato anche lui,  dalla "signora che non porta corona e di tutto il mondo è lei la padrona ": la morte!
 
GIUSTINIANO muore a 83 anni e fu un gran sollievo in tutto l' impero. EVAGRIO scrisse "Cos� mor� questo principe, dopo aver riempito il mondo intero di rumore e di disordini: e avendo la morte ricevuto il pagamento dei suoi misfatti, se n'� andato a cercare giustizia dovutagli, davanti al seggio del giudizio, all'inferno"". 

Egli lasciò certamente una eredità spaventosa ai suoi successori: frontiere in pericolo, un impero esausto in cui l'autorità centrale con tutte le sue famose e cavillose leggi (bizantinismo) aveva creato solo dei grandi immeritati possedimenti feudali in mano a degli inetti, e in parallelo era nato una plebe turbolenta pronta a schierarsi ad ogni disordine e tumulto con il primo provocatore, tanta era la rabbia che aveva in corpo per le ingiustizie. 
La monarchia e tutti i suoi maldestri e corrotti rappresentanti, non aveva pi� la forza di affrontare queste pericoli; di forza ne rimaneva in giro una sola, ed era quella dei barbari in ogni cantone, ormai tutti uniti per impossessarsi o di questo impero,  oppure di quell'altro - a occidente- che gi� da un secolo era in sfacelo, tutti pronti da un momento all'altro, senza aspettare le ambigue decisioni di una egocentrica corte bizantina, che da Teodorico in poi, aveva giocato sulla pelle di tutti gli abitanti della penisola italiana, su quella dei barbari nonostante alleati, e sulla stessa pelle dei suoi generali bizantini mandati in Italia allo sbaraglio, mai preoccupandosi del disastro che tali oscure decisioni avrebbero provocato, non solo in Italia ma nello stesso impero bizantino. 

Ciononostante non sarebbe giusto giudicare Giustiniano solo guardando questi ultimi anni. Vari storici -antichi e moderni- affermano che anche se non tutto � degno di lode, le sue realizzazioni sono degne di un grande imperatore; e anche quelle andate non per il verso giusto si deve dire che in genere le sue intenzioni furono buone. Che erano quelle di ricongiungere il grande impero.
Ma queste intenzioni buone le abbiamo viste in tanti grandi precedenti personaggi; ma quando questi creano e si affaticano in grandi ambiziosi progetti ma ne sono solo loro gli artefici e non lasciano buoni successori, tutto crolla miseramente. Se tutto ci� che si crea si porta sulle proprie spalle, quando � la fine, ogni cosa segue l'autore nella tomba.

Giustiniano ci ha lasciato due cose importanti, i suoi sontuosi edifici come Santa Sofia, e il suo "Codice: un opera cos� importante da abbagliare i posteri; una riforma giuridica dove molte leggi della giustizia e delle amministrazioni sono ancora oggi nei testi del Codice Civile e Penale di quasi tutti i paesi del mondo. Ma non dimentichiamo che ebbe a suo servizio il grande giureconsulto Triboniano; si occup� lui di compilare con un collegio di giuristi il nuovo codice, il Digesto e le Istitutiones. A lui vengono attribuite le numerose interpolazioni apportate ai testi giurisprudenziali classici. Importante anche la campagna in Italia, ma non dimentichiamo che il merito era solo dei suoi due generali; lui, Giustiniano, non solo non si era mai mosso da Costantinopoli, ma perfino ostacol� l'opera dei due bravi condottieri. In certi momenti perfino dimenticandosi che erano partiti per una missione molto importante.

C'erano inizialmente grandi progetti che avrebbero potuto illuminare molto i secoli successivi, che presto invece diventeranno bui, ma erano solo delle buone intenzioni che non si realizzarono e che al loro posto presero sopravvento i progetti degli altri, senza averne elaborati altri;  forse pi� che realizzazioni quelli di Giustiniano erano solo sogni, dei mistici progetti, come quello della religione che voleva dogmatizzare di persona, scavalcando i veri dotti della chiesa. Quelli succeduti a lui come potere, se buttarono le basi di un mondo spirituale in un momento in cui era veramente necessario -dato il grande disorientamento e l'angoscia di tante tragedie avvenute- non buttarono per� le basi di un progresso economico e culturale dei popoli coinvolti, quando fu affidato a loro (o si presero, essendo quasi vacante) anche il potere temporale. 

Un potere quello precedente dove il luccichio dell' oro e la passione per lo sfarzo aveva gi� abbagliato l'ingordigia e l'ambizione di tante corti - da Costantino in poi- potenti ma spesso inette; finite queste, lo stesso oro, la stessa opulenza, magniloquenza e sfarzo, and� ad accecare per secoli un'altra casta, che in quanto ad ambizione e ingordigia  non fu da meno dalla precedente per circa 1000 anni.
Ormai forte con il suo potere spirituale, politicamente la Chiesa condizion� genti, re ed imperatori.
E fu proprio Giustiniano a creare questa situazione.

Il nipote GIUSTINO II,  che gli succede quest'anno sul trono, tenter� di proseguire le idee di Giustiniano, ma non avr� nessuna capacit� di realizzarle. Ben presto abbandon� il governo alla moglie Sofia (una nipote di Teodora). Sotto il suo regno andarono perdute parte delle conquiste di Giustiniano. Nel 572 Giustino riprese la guerra contro i persiani, ma inizi� a dare segni di squilibri; nel 574 associ� al trono il genero TIBERIO COSTANTINO (un generale tracio) poi nel 578 mor� pazzo. 

 Quattro anni dopo, nel 582, morir� lo stesso Tiberio. Sul trono salir� il comandante supremo dell'esercito, MAURIZIO. Nel 602 morir� giustiziato lui e i suoi due figli che aveva gi� nominato successori al trono, dopo una rivolta dentro lo stesso esercito. L'ex centurione di umili origini FOCA, prender� lui il potere, stabilendo un regime di terrore con una esecuzione in massa nei ranghi dell'aristocrazia. Ma anche lui dur� poco, fu deposto dal patriarca di Costantinopoli e nel 610 ucciso dopo aver pubblicato poco prima e inviato a Roma a papa Bonifacio III, un editto che riconosceva  capo di tutte le chiese solo la chiesa apostolica di San Pietro, quindi Roma e il Papa.
Probabilmente con questo editto Foca firm� la sua condanna a morte. 
Sul trono sal�, incoronato dal patriarca di Costantinopoli, l'esarca di Cartagine ERACLIO. Ha inizio la dinastia degli Eraclidi, con gli imperatori che non si chiameranno pi� Casear ma Basileus fino alla caduta di Costantinopoli.

CONTINUA ANNO 566 >