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CRONOLOGIA

DA 20 MILIARDI
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ANNO x  ANNO
PERIODI STORICI
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ANNO 446 d.C.

( QUI riassunto dell'intero periodo dal 432 al 476 ) >

*** IL " PALAZZO " DI ATTILA


 Dopo il fallito attentato, i tre ambasciatori rimandati indietro da Attila, a Costantinopoli  con quel famoso cartello al collo che abbiamo letto lo scorso anno, ebbero cos� salva la vita. E nel terzetto c'era un singolare personaggio.

Ecco perch� sappiamo molto di Attila, PRISCO era uno di quei tre scampati al "palazzo" reale del capo unno Attila.
Lo abbiamo gi� accennato, il suo centro di potere era dislocato nella steppa ungherese, fra Theiss e Koros, una vasta area circolare semplicemente circondata da una palizzata di legno, dove al centro sorgeva una umile residenza reale. Una grande costruzione in legno con al pianterreno  un'unica sala, che era l'abitazione pubblica e anche privata di ATTILA.

 Prisco riferisce che era architettonicamente ingegnosa, molto probabilmente questa unica sala era -da come ce la descrive- a compartimenti modulari scorrevoli, come esistono in certe sale di conferenza in certi alberghi di oggi che fanno i Meeting. 
In questo "palazzo" venivano ricevuti i nobili unni, che erano considerati da Attila anche consiglieri di stato quando riuniva nella grande sala gli stessi, per decidere i progetti del governo dei territori, gli interventi militari, gli scambi commerciali etc. 

Nella stessa sala si portavano i bottini delle razzie o i tributi che ormai da ogni parte convenivano. Gli stessi venivano divisi, in base alla loro posizione, e questi poi provvedevano a distribuirli ai loro subalterni. 
Tutto attorno c'erano gli accampamenti in legno che ospitavano sia i soldati che le loro eventuali famiglie. E non c'erano solo Unni, ma anche Germani, e perfino molti Romani che ATTILA particolarmente stimava per l'intelligenza e la cultura, pertanto oltre che alla lingua Unna si parlava diffusamente il latino e il goto. 
Prisco ci racconta che molti romani avevano scelto di vivere volontariamente nella steppa ungherese con Attila per la libert� e la protezione di cui godeva ogni suddito, e che naturalmente non pagavano tasse. Prisco aggiunge che ognuno preferiva questa vita libera, e che solo cos� si sentivano nel loro elemento naturale. 
La semplicit� nel vestire era estrema, e la semplicit� nel mangiare altrettanto, e si risolveva in grandi pignatte dove notte e giorno bollivano pezzettini di carne scelta, in un prelibato sugo ma dove mettevano delle spezie fortissime. (Doveva essere questo il capostipite del famoso Gulash Ungherese) con pani di segala che provenivano da colture a perdita d'occhio, insieme a grandi numerose mandrie di animali allo stato brado. 

Prisco scrive: "Anche se Attila avesse conquistato Roma o Costantinopoli lui la sua vita l'avrebbe vissuta sempre l� e non nelle citt� che odiava". Insomma a quanto pare Attila non voleva vedere pietre attorno a se. E vivendo nella sua "tana"  per ben 8 anni era pi� che soddisfatto, gli bastava tenere i romani e tutti gli altri solo in soggezione per riempirgli i forzieri da distribuire ai suoi fedeli che amministrava con una giustizia semplice e saggia. Come un padre.


E PER CHI NON LO SAPESSE "attila" 
SIGNIFICAVA NELLA LORO LINGUA, IN LINGUA UNNA PROPRIO
"piccolo padre"

CONTINUA CON L'ANNO 447 >