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CRONOLOGIA

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ALL' 1  A.C.
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ANNO x  ANNO
PERIODI STORICI
E TEMATICI
PERSONAGGI
E PAESI

ANNO 414 d.C.

(QUI riassunto dell'intero periodo dal 395 al 431)

*** ATAULFO IL VISIGOTO
IN GALLIA E IN SPAGNA

Il visigoto ATAULFO, solo in parte conclude la  missione che gli � stata affidata dall'Imperatore Onorio: che era poi quella di  ripristinare il potere imperiale in Gallia. 
L'uomo di sangue goto lo ha fatto a suo modo, con la collaborazione di alcuni gruppi di Goti e Vandali e anche qualche Unno. Costoro si sono uniti, perch� ormai molti, dopo essersi insediati in varie zone e integrati con le popolazioni locali, si sono trasformati  di fatto tutti in germani, non trascurando di apprezzare le manifestazioni di civilt� che sono presenti in ogni luogo; gli insediamenti urbani, gli innumerevoli spettacolari lavori nell'agricoltura intensiva, gli allevamenti, il vivere dentro una comunit� organizzata con delle regole, ed infine il piacere di godersi il proprio nucleo familiare, un gratificante privilegio non possibile n� mai provato nel nomadismo guerriero.

La capacit� di Ataulfo di mediare anche con i pi� agitati, lo pongono subito al centro dell'attenzione, e sia gli indigeni sia i nuovi arrivati gli riconoscono grandi capacit� di comando e un certo carisma.
Da parte sua Ataulfo, ora qui in mezzo alla sua gente che lo acclama, calpestando quella che avverte come una sua terra, e in mezzo a quelli che considera suoi simili, subisce un profondo cambiamento.

Ataulfo abbandona le precedenti  irrequiete intenzioni (indole di predatore) e forse, come ALARICO durante l'assedio di Roma (quando amareggiato assistette al saccheggio della capitale) fa anche lui delle serie considerazioni e riconosce l'importanza che ha avuto la civilt� di Roma nel mondo, rispetto alle orde inferocite. E le fa ancor di pi� queste riflessioni quando in certi luoghi nel suo peregrinare si trova alla presenza di popolazioni con una vita ancora arcaica.

Qui in Gallia prende consistenza il progetto del suo futuro come uomo, e nello stesso tempo pensa al futuro della Gallia. Non trasformare l'impero romano in territorio gotico, ma di portare semmai la sua gente al completo inserimento nello stato romano. 
Ataulfo nelle spedizioni con Alarico aveva conosciuto quasi tutta l'Italia; era affascinato e si era gi� armonizzato al tipo di vita della civilt� italiana; e come non esserlo? anche lui a Roma era rimasto impressionato dalle bellezze, sbigottito dalla vita che vi si conduceva, e come Alarico,  anche lui rimase sconvolto quando vide saccheggiare la citt� dagli schiavi che loro avevano liberato. Entrambi rimasero turbati.
Ora che calpestava la sua terra e vedeva i suoi uomini, si accorse che questa e gli abitanti avevano bisogno di Roma, cio� avevano bisogno di civilt� "romana"; grandissimo era il divario delle due realt� geografiche. Nelle Gallie, c'era una grande operosit� per lo pi� agreste nelle pianure e nelle valli, ma era assente l'evoluzione civile e culturale. Era un popolo di analfabeti, e fin quando rimaneva tale, era convinto Ataulfo, quella gente sarebbe rimasta sempre in uno stato di inferiorit�, senza  futuro.
Questi confronti li poteva del resto anche fare nel frequentare la principessa che teneva in ostaggio; che oltre la bellezza possedeva anche una cultura di cui Ataulfo ne era affascinato, fino al punto che la stessa Galla Placidia non rimase insensibile a quest'uomo che amava la conoscenza.

Tutto questo favor� tra i due le affinit� e la simpatia; alla fine Ataulfo spos� definitivamente GALLA PLACIDIA nella citta' di Narbona. 
La donna fin dal sacco di Roma era sempre rimasta sua ostaggio, anche se veniva trattata come una regina.
Lo abbiamo gi� scritto, se n'era innamorato profondamente, e forse il suo cambiamento di carattere fu dovuto proprio nel vivere accanto a un essere che proveniva da un "altro mondo", facendogli apparire il suo, un "mondo di barbari", abitato da uomini rozzi, incolti e selvaggi.
Ma c'era il destino contro. Ancora una volta i progetti di una persona di buon senso, che stava apparendo all'orizzonte, naufragarono davanti ad alcuni pregiudizi razziali e di casta.

Onorio, nell'udire il gesto - il matrimonio a Norbona - che aveva sempre disapprovato perch� reputava questa unione un grave disonore per il suo "casato", si infuria, e non gli invia nemmeno pi� i rifornimenti, anzi al generale cui aveva affidato questo compito, a COSTANZO, lo incita e lo convince, promettendogli la bella sorella GALLA PLACIDA in sposa, ad uccidere il "barbaro" ATAULFO, che nel frattempo costretto dalla mancanza di rifornimenti ha varcato i Pirenei,  � sceso in Spagna, fino alla zona sudorientale e qui si � fermato  - verso la fine dell'anno - a trascorrere l'inverno.

A Barcellona PLACIDIA gli da un figlio, lo chiamano TEODOSIO, ma muore dopo poche settimane nella stessa Barcellona con la costernazione dei due genitori. Anche qui il destino poteva generare un cambiamento degli eventi non lievi, per la coppia e per l'impero stesso, ma l'avevano contro il destino.
Al piccolo Teodosio fu riservato una cerimonia funebre reale, infine fu sepolto dentro una bara d'argento.
A Ravenna intanto la notizia la si apprese con sollievo; in tal misura da progettare una congiura per eliminare Ataulfo e liberare Galla Placida, che � stata da Onorio gi� promessa sposa al generale COSTANZO.

CONTINUA CON L'ANNO 415 >