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CRONOLOGIA

DA 20 MILIARDI
ALL' 1  A.C.
DA 1 D.C. AL 2000
ANNO x  ANNO
PERIODI STORICI
E TEMATICI
PERSONAGGI
E PAESI

ANNO 407 d.C.

(QUI riassunto dell'intero periodo dal 395 al 431)

*** LA BRITANNIA IN RIVOLTA

Le notizie delle invasioni in Gallia arrivano come fulmini anche sull'isola britannica.  Anche qui i romani (abbandonati dal governo imperiale da anni) una buona parte sono rimasti solo virtualmente soldati, mentre  la maggior parte  si sono gi� integrati alle popolazioni locali: si sono fatti una casa e da tempo coltivano  appezzamenti di terra. Sono diventati amici  persino con i Britanni, i Pitti, gli Scoti, e questi faranno accorrere gli Angli e i Sassoni nel 449 guidati da Orsa e Engisto, chiamati dal re dei Britanni Vortigern per contenerne le offensive).
Insomma i locali sono sempre in eterna discordia semmai fra di loro e non solo con i romani che da quattro secoli si erano insediati..

Insomma gli ex nemici di una volta sono ormai da anni amici,  lungo i castri disseminati nei valli, spesso si frequentano quotidianamente, fanno affari, s'imparentano sposando le loro donne, si prestano l'un  l'altro gli attrezzi agricoli, il "correggiato" che hanno in uso per separare i chicchi di frumento alla trebbiatura. Sono anni  che insieme producono anche un tipo di grano, l'orzo, il luppolo, per farci dei buoni distillati che invecchiano in botti di legno, che bevono insieme e che chiamano "uisce"(un antesignano del Whisky).  

Non hanno le vigne come i Franchi dirimpettai, dove invece  il distillato se lo fanno con l'uva che hanno a disposizione, cio� col vino; lo bruciano in alambicchi e dal  succo del "vino bruciato" ottengono il "brandewine" (brand = bruciare), quello che diverra' poi il "brandy", lo stesso diverr� poi in seguito pi� delicato nella zona della Charente, prendendo il nome di una particolare localit�: Cognac.

Insomma di nemici romani in Britannia non ce n'erano proprio piu'. Il pericolo semmai proveniva dall'interno e dai dintorni; l'isola era sempre in fermento con le popolazioni locali; che approfittando dell'abbandono del governo imperiale, non temendo pi� nessun sbarco, seguitavano a sconvolgere il territorio con ripetute invasioni nelle pi� deboli province periferiche,  quelle che una volta erano protette da guarnigioni o tenute a bada con la minaccia di spedizioni del tipo di quelle dei primi due secoli.
Insomma l'isola era di un'instabilit� impressionante. Una situazione che continuer� per altri sei secoli, con successivi insediamenti di altri esterni, questa volta non pi� solo romani, ma sassoni, angli, norvegesi e danesi.

Alcuni agiati, con grandi possedimenti (molti ex funzionari romani) - come fanno sempre questo genere di persone quando nasce la paura di perdere beni e benefici  -   invocarono subito una efficace difesa,  tentando di organizzarne una guerra preventiva,  assoldando dei mercenari. 
Ma si sa come va a finire quando si usano truppe al soldo, queste, quasi sempre si schierano poi con chi  paga di pi�. E' quello che accadde ripetutamente. Cio� diserzioni e voltafaccia, aiutando prima una fazione poi l'altra.

In questo periodo e sotto queste pressioni,  questa categoria di possidenti e affaristi (il porto di Londra pullulava di trafficanti), nominano  loro protettore l' unico rimasto in campo a guidare l'esercito romano nel nord Europa, quel soldato semplice divenuto imperatore: COSTANTINO III.
Acclamato imperatore anche in Gallia, attraversa la Manica sbarca  sul continente con una flotta per arrestare le scorrerie delle popolazioni germaniche che si stanno dirigendo verso la penisola iberica.

Ai Franchi d'oltre Reno, e a tutti gli altri "barbari" scesi in massa in Gallia, Costantino III  non incuteva proprio nessuna paura; ma forse qualche accordo di quieto vivere lo stipularono anche con lui, o lui con loro, visto che segu� un periodo di apparente tranquillit�. Solo nei territori per�,  non nella sua testa.
Infatti, il semplice militare, fatto arrivare dai soldati alla porpora, viene preso anche lui dalla frenesia di strafare; l'ambizione gli sta facendo brutti scherzi . Come tanti nel passato, anche lui � preso dall'"alessandrite", quel sentirsi capace di conquistare e dominare il mondo; ovviamente sempre con il mezzo meno appropriato: l'arroganza.

Lo vedremo il prossimo anno cosa ha in mente.

*** Muore GIOVANNI CRISOSTOMO, prolifico scrittore. Il pi� grande predicatore della Chiesa greca. Patriarca di Costantinopoli, era molto amato dal popolo, perch� persona disinteressata e di una severa morale. I suoi strali li rivolgeva soprattutto ai ricchi parassiti della corte bizantina, senza risparmiare gli stessi sovrani.
Si attir� cos� l'odio della nuova imperatrice che si sentiva offesa dalle sue critiche. Gi� inviato al confino una prima volta, quest'anno Crisostomo muore durante il viaggio del secondo esilio.  Il patriarca � l'autore di una lunga serie di Omelie, di Omelie per le statue, e molte Lettere.

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CONTINUA CON L'ANNO 408 >