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CRONOLOGIA

DA 20 MILIARDI
ALL' 1  A.C.
DA 1 D.C. AL 2000
ANNO x  ANNO
PERIODI STORICI
E TEMATICI
PERSONAGGI
E PAESI

ANNO 402 d.C.

(QUI riassunto dell'intero periodo dal 395 al 431)

* INVASIONE DEI VISIGOTI IN ITALIA

ALARICO ha ora 30 anni. Guida i suoi uomini che sono i Visigoti che abbiamo gi� conosciuto in precedenza; tutti provenienti da oltre la Tracia, sul Mar Nero. A questi, ultimamente si sono aggiunti alcuni gruppi di UNNI, guidati da ULDIN, pure loro  provenienti dalle steppe russe, ma abbondantemente armati con gli arsenali romano-bizantini prelevati in Grecia. 
Se li sono procurati quando l'imperatore ARCADIO con il suo patto scellerato, pensando solo a difendersi da suo fratello ONORIO furono chiamati per farsi aiutare a combatterlo. Ottenuto il risultato lasci� poi  tutto l'equipaggiamento che aveva a loro fornito.

ALARICO, ha abbandonato la Grecia, ha risalito la Dalmazia, ha varcato i confini, � sceso ad Aquileia, e dilaga nella zona fino a Venetia, poi attraversa   Padua,Vicenza, Verona; senza che nessuno opponga molta resistenza. 
Alarico non pone nemmeno in assedio queste citt�. Tira diritto, e giunge a  Milano, dove dovrebbe esserci l'imperatore che per� � gi� fuggito a Ravenna. I suoi consiglieri gli hanno riferito che � una citt� piu' sicura; immersa in una grande laguna infida da attraversare, inoltre difficile da assediare per lo sbocco che la citt� - come una penisola- ha sul mare.

Raggiunta cos� Milano, in Marzo, Alarico e i suoi uomini fanno sosta per una settimana girando nelle strade e nei dintorni, ma senza far grandi danni.
Il suocero di ONORIO, il generale STILICONE avvisato, si precipita in Italia dalla Gallia, ma ALARICO, prima del suo arrivo, preferisce lasciare Milano. Non vuole una battaglia, cerca di evitarla, ha quasi intenzione di fare il turista.
Stilicone sceso inutilmente Milano, lo insegue fino a Pavia, ma anche qui Alarico ha gi� abbandonato la citt� e si � diretto verso Alba.
Mentre Stilicone sta per raggiungerlo, Alarico abbandona Alba e scende verso Cuneo, accampandosi nei dintorni di Bra.

Il 6 APRILE a POLLENZO su una grande pianura a 5 km da Bra, Stilicone con il suo esercito raggiunge nella notte la localit� e senza aspettare il mattino, attacca subito. Si racconta che vinse Stilicone ma sembra che le cose non siano andate proprio cos�.

Da altra fonte sappiamo invece che ALARICO anche  in questa citt� non accett� la battaglia, ma lasci� frettolosamente la pianura prima dell'arrivo di Stilicone. Allontanandosi dalla zona Alarico lasci� nelle retrovie l'accampamento  dei  "servizi". Stilicone lo scambi� per l'accampamento dei soldati; e fu solo su questo gruppo di persone nemmeno in armi, dove lui "colse" la "vittoria".

Alarico, anche qui, la sera precedente saputo dell'arrivo delle truppe di Stilicone, aveva lasciato l'accampamento prendendo la strada per ROMA. La mattina dopo, come si era soliti fare, i servizi formati da alcuni carri si sarebbero messi in marcia solo pi� tardi
Stilicone ebbe dalla sua parte una grande fortuna: un gruppo di soldati intercettarono un carro e su questo, al riparo e ben nascosti, si trovavano la moglie e figli di ALARICO.
Fatti prigionieri, trattenuti in ostaggio, Stilicone lasci� liberi alcuni cavalieri con l'incarico di raggiungere velocemente Alarico per dare la notizia della cattura dei suoi familiari e per trattare la loro liberazione in cambio dell'abbandono dell'Italia.

Alarico non  s'impression� molto, non voleva accettare il ricatto; poi con ulteriori trattative sar� lo stesso generale Stilicone a dover venire a patti con lui affidandogli un incarico militare. Meglio averlo amico che nemico, questa fu la sua considerazione.

Nomin� magister militum Alarico affidandogli l'Illiria e la Dalmazia, anche se fece notare il vandalo che questo territorio lui poteva prenderselo quando voleva, anche da solo. Ma per riavere sia la moglie sia i figli, accett� il compromesso e abbandon� l'Italia.
Ma non and� molto lontano, rimase sulla frontiera che Stilicone gli aveva affidata, a difenderla ma anche a tessere amicizie con i nuovi "nemici" arrivati, provenienti da est: gli Unni. Probabilmente tenne loro questo discorso "perch� farci la guerra fra di noi, quando in Italia c'� l'abbondanza, ci sono grandi citt�, pianure fertili; e le governa un bambino imperatore, che ha fra l'altro a capo dell'esercito uno della nostra razza".

Con gli Unni, gli Svevi e gli Alani, Alarico da un po' di tempo non era in buoni rapporti e le animosit� erano reciproche; in pratica si trovavano spesso in concorrenza nel razziare i territori lungo il basso e l'alto Danubio. Ma questa volta c'erano grandi aspettative in gioco, quindi un'alleanza era anche possibile.

Un'altra invasione in Italia venne dunque programmata per la prossima primavera.

*** A ROMA intanto si prendono subito provvedimenti. Si prevede e si   teme questa invasione di barbari.
Le prime spedizioni hanno provocato gi� inquietudine. Per una eventuale difesa o assedio si riprendono i lavori delle fortificazioni della cinta muraria aureliane; in alcuni punti murando molte porte e in altri rendendole molto strette.

*** Muore QUINTIO AURELIO SIMMACO, famoso per le polemiche con S.Ambrogio per la rimozione al Senato della statua della Vittoria; il maggior simbolo della "romanita" in assoluto  (lo abbiamo gi� letto nei precedenti anni). Rimozione dovuta allo zelo contro il paganesimo.
Simmaco � autore di Orazioni e Panegirici. Opere che scomparvero dalla circolazione per molti secoli. Vi ritroviamo alcuni personaggi e la cronaca  della storia romana "pagana".

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