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CRONOLOGIA

DA 20 MILIARDI
ALL' 1  A.C.
DA 1 D.C. AL 2000
ANNO x  ANNO
PERIODI STORICI
E TEMATICI
PERSONAGGI
E PAESI

ANNO 398 d.C.

(QUI riassunto dell'intero periodo dal 395 al 431)

* ONORIO SI SPOSA
* L'AMBIZIONE DI STILICONE
* DUE IMPERI IN MANO AI BARBARI
* GAINA SI VENDICA
* LA FINE DI GAINA
* L'ORIENTE - PRIMO DECLINO

Il piccolo imperatore, figlio minore di Teodosio, a Milano, all'et� di 14 anni, prende in sposa la figlia del suo tutore STILICONE. Lui � un ex vandalo entrato nell'esercito imperiale ancora ventenne; entrato nelle simpatie dell'imperatore aveva sposato una sua nipote. Poi per meriti sul campo era salito ai vertici dell'esercito, tanto che nella vittoriosa spedizione in Italia contro Eugenio e Arbogaste era diventato comandante dell'esercito in seconda dopo Teodosio.

Non solo, ma prima di partire da Costantinopoli l'imperatore lo aveva nominato tutore del piccolo ONORIO, e in caso di una sua morte, reggente dell'impero d'Occidente fino al raggiungimento dell'et� necessaria a Onorio per salire sul trono.

Dopo essere diventato STILICONE nipote acquisito di Teodosio sposando una sua nipote, ora, a Milano, dando la figlia in sposa a Onorio, diventa non solo reggente in sua vece, ma anche suocero di questo ragazzino orfano in erba, ma che � pur sempre il futuro imperatore.

ONORIO di 14 anni sposa dunque MARIA che ha appena compiuto 12 anni. Da questa situazione abbiamo dunque capito, che Stilicone ha molta fretta.

(Il poeta CLAUDIANO compone nell'occasione delle nozze dei due fanciulli un poema in loro onore "Italamio", poi in uno stile molto servile alcuni panegirici per il suo "padrone". Ci racconter� le sua gesta a Pollenzo con De bello Gothico e con De Consulatu Stilichonis le sue virt� (!?).

TEODOSIO non aveva previsto la sua dipartita in cos� giovane et�. In punto di morte l'investitura di ONORIO era quindi stata fatta a Milano, e la reggenza era passata nelle mani del vandalo STILICONE, che ha subito approfittato per rendersi inattaccabile dinasticamente anche per il futuro.

Infatti pretende che Onorio debba essere imperatore unico dei due imperi. Non riuscendo con le argomentazioni diplomatiche e giuridiche a esautorare ARCADIO (fratello di Onorio che ha ereditato l'impero d'Oriente) sta tentando di farlo con le armi o con le congiure, facendo alleanze con chi � amico di Arcadio, che spinge a tradire. (Fra questi ALARICO, quell'aiutante di campo visigoto che al termine della campagna in Italia Stilicone ha licenziato, rimandato a casa, non gli ha concesso i gradi che gli aveva promesso Teodosio, e in pi� ha smesso di pagare i tributi alla sua gente.

La tendenza di dare in mano l'esercito a ex barbari non crea solo il caso Stilicone e Alarico in Occidente. Anche in Oriente � stato commesso questo grave errore. Nell'esercito di Costantinopoli come comandante di un reparto era stato nominato da Teodosio un altro ex goto: GAINA. Distintosi pi� volte nelle azioni militari, anche lui sta aspettando la giusta ricompensa. 
Sta spettando alte cariche militari, che alla morte dell'imperatore pi� che da Arcadio ancora ragazzo, gli furono rifiutate prima dal suo reggente RUFINO, ucciso poi da Gaina stesso su istigazione di EUTROPIO, che aveva preso poi il posto di Rufino. Ma anche Eutropio, Gaina dopo "il favore"  che gli aveva fatto, non lo ha ricompensato a dovere.

GAINA cov� la vendetta di goto (pari a quella che sta coltivando ora Alarico). L'occasione gli si present� quest'anno. Nel far fronte con il suo esercito a una invasione di altri goti suoi connazionali in vena di conquiste in Oriente; partito da Costantinopoli per difenderla, entrato in contatto con il nemico ("connazionali") lo aggrega nel suo esercito, poi ritorna sui suoi passi e minaccia la citt� e l'imperatore ARCADIO, che � costretto a scendere ai patti, o meglio deve concedere sotto la minaccia quello che esige GAINA. L'eliminazione dei suoi oppositori (in prima fila EUTROPIO) e la nomina a magister.

GAINA entr� subito nella parte, in pochi mesi cominci� gi� a credersi padrone dell'impero; una situazione preoccupante. Fra l'altro lui di fede gota-ariana esigeva costruzioni di chiese per la sua gente.

A Costantinopoli intanto si era formato un partito contro quella tendenza che stava (ormai era una amara realt�) portando i barbari al potere. A unirsi ai vandali il potente vescovo CRISOSTOMO di fede nicena. Il teologo si era opposto a concedere le chiese ariane dentro la capitale cristiana, ma abilmente venendo con loro a patti trov� il compromesso di farne costruire una grandissima fuori Costantinopoli.

GAINA accett� questo compromesso anche perch� ormai dentro le mura non si sentiva pi� tanto sicuro. Cos�, lui, i soldati e la sua gente organizzarono degli insediamenti fuori citt�. Fu una soluzione angosciante per gli abitanti, Costantinopoli sembrava assediata dai "suoi" stessi soldati; quasi in perenne minaccia; quasi sotto ricatto.

Ma sia l'Occidente, sia l'Oriente, con queste due situazioni rivelavano la loro totale impotenza (prima ancora della definitiva caduta dell'impero romano). Caduto l'esercito in mano straniera (non per destino ma per scelta dei suoi stessi imperatori) si dimostravano entrambi i due imperi,  inermi e disarmati; non avevano pi� uomini, generali e mezzi per contrastare un potere che era, ora, in mano solo agli stranieri. Fra l'altro fino a ieri, nemici, ex barbari.

I due episodi che stanno maturando crudamente � l'inizio di uno sfascio totale, che non conoscer� altri percorsi: il destino si sta per compiere.

GAINO fece una brutta fine, ma anche grazie a favorevoli circostanze verificatisi a Costantinopoli, che chiese e ottenne l'aiuto di altri barbari. 
Infatti ARCADIO temendo le mosse di questo suo generale, chiese aiuto ad altri goti, ai compatrioti di Gaino, che piombati dalla Tracia, con alla testa un altro capo goto, FRAVITA, spazz� via l'esercito di Gaina stanziato davanti a Costantinopoli. 
Il capo goto riusc� a fuggire risalendo la Tracia fino alle sponde del Danubio. Qui incontr� altri alleati della sua stirpe credendoli amici. Erano gli Unni, che purtroppo per Gaino si erano alleati di nascosto con i Bizantini. Invece di un amico, Gaino trov� un nemico.
Infatti il capo degli Unni, ULDIN, lo cattur�, gli tagli� la testa e la invi� a Costantinopoli. 
Mettendo cos� la citt� in condizioni di sdebitarsi con lui.

Il "gioco" insomma  ricominciava.

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