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CRONOLOGIA

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ANNO 395 d.C.

QUI riassunto  del PERIODO da GRAZIANO a TEODOSIO dal 378 al 395 d.C.


L'ANNO 395
* LA MORTE DI TEODOSIO
* LA DISPUTA DELLA SUCCESSIONE
* STILICONE REGGENTE
* IL RANCORE DI ALARICO

TEODOSIO dopo la fortunata battaglia sul Frigido, che aveva posto termine alla usurpazione di Eugenio e Arbogaste, era tornato ad essere nuovamente l'unico imperatore dei due imperi: Occidente e Oriente.

Nel corso degli ultimi anni, i due imperatori nel concentrarsi in questa lotta, con i pensieri, gli uomini e i mezzi per farla, non si erano pi� preoccupati degli altri territori. Conseguenza immediata: ai confini, sguarnendo di uomini i presidi per mettere insieme ognuno un potente esercito, avevano permesso ai soliti insofferenti dei romani di approfittare di questa disputa personale avvenuta sempre in Italia (i due scontri - prima Massimo, poi Arbogaste) per espandersi oltre quella frontiera che i romani nel corso dei secoli avevano creato.

Nell'ambiguit� di questi ultimi anni, germani, franchi, visigoti (per indicare i pi� noti) dall'alto Reno e fino al basso Danubio concludevano e rompevano patti che erano stati in precedenza stipulati.. Si schieravano alternativamente ora con uno ora con l'altro a secondo dell'influenza che ognuno dei due imperatori esercitavano. Spesso in questo "gioco" ambivalente diventavano comandanti di interi reparti imperiali.

Il risultato fu che in entrambi i due eserciti emersero personaggi straordinari. Possedevano gi� un forte carattere, ma aggiungendo a questo anche la scienza militare romana, presto si trasformarono in incontrastati dominatori della situazione, diventandone i protagonisti assoluti.

Abbiamo gi� visto emergere e all'opera Magnenzio e poi Arbogaste. Entrambi soccombenti. Ma altri sono stati allevati, si sono evoluti, hanno appreso le tecniche militari. Fino al punto che i due imperatori avevano affidato a loro il comando.

Uno di questi era STILICONE, di origine vandala, che a sua volta aveva fatto entrare nelle file dell'esercito imperiale molti altri bravissimi condottieri Visigoti.

Sulla piana del Frigido con Teodosio, oltre Stilicone c'era un giovane di 25 anni, nominato re da un gruppo di Visigoti che Teodosio nel 382 (vedi) non aveva vinto ma firmato un trattato di pace (un vago compromesso) offrendo allora al centenario re ATANARICO un sostanzioso tributo annuale alla sua gente. Atanarico era andato a morire a Costantinopoli, ma nel suo territorio inizi� ad emergere un grande capo che in base ai patti poteva anche entrare a servizio dell'imperatore.

Teodosio a questo nuovo intrepido re, aveva poi promesso - se lui si univa con i suoi uomini al suo esercito nella campagna in Italia, un posto di alta responsabilit� nell'esercito romano. Confermato l'appoggio, gli diede il comando in seconda, a fianco di Stilicone. Quest'uomo era ALARICO; e far� parlare molto di s� nei prossimi anni.

TEODOSIO MUORE

TEODOSIO, dopo la vittoria, gravemente ammalato di polmonite, si era RIFUGIATO a Milano per curarsi meglio, e qui avendo la sensazione di non sopravvivere, ebbe appena il tempo, nella sua confusione febbrile, per definire la sua successione, anche se questa l'aveva gi� fatta conoscere ancora prima di partire da Costantinopoli.

Celebr� il Capodanno religioso con Ambrogio, poi riusc� a convocare a Milano il piccolo ONORIO per nominarlo suo successore.

Ma non dimentichiamo che a Costantinopoli aveva nominato il figlio ARCADIO imperatore d'Oriente, con la reggenza di RUFINO e il piccolo ONORIO, imperatore d'Occidente con la reggenza di STILICONE.

Fece appena in tempo a esprimere le sue ultime volont�; la mattina del 17 gennaio da quel vento gelido che gli aveva dato la vittoria ma anche una polmonite, scese dal cielo un altro vento sottile e gelido nella sua stanza: quello della "Morte, padrona di ogni persona e con la falce la sua sorte".

Moriva cos�, TEODOSIO. A soli 48 anni.

STILICONE reggente di ONORIO infante, gioc� sulla situazione "successione" creatasi in cosi brevissimo tempo da quando era stato nominato tutore del piccolo e, fino all'et� per governare, suo reggente. Afferm� che le disposizioni di Costantinopoli non erano pi� valide. Teodosio dopo la vittoria era nuovamente diventato unico imperatore. Nominando suo successore in punto di morte ONORIO, il piccolo (quindi lui, Stilicone, il reggente) ereditava l'intero impero.

Nacque quindi la disputa tra i due tutori reggenti: Stilicone contro Rufino che era rimasto a Costantinopoli a governare durante l'assenza dell'imperatore l'Oriente e a far da tutore al futuro successore ARCADIO diventato ora con la morte del padre imperatore.

Una disputa, dove Stilicone commise due grandi errori: ignor� ALARICO; che attese invano il posto che Teodosio gli aveva promesso nell'esercito imperiale. Poi a far aumentare il rancore del suo - fino allora collega in armi- Stilicone ormai forte del suo potere e padrone dell'intera situazione, rimand� a casa Alarico con i suoi uomini, e in pi� sospese i tributi annuali che Teodosio aveva promesso ai Visigoti.

Due gravi errori che iniziarono subito a compromettere nuovamente la pace tra romani e goti, o meglio tra goti e goti, perch� ormai di romani non se ne vedono pi� in giro. Una razza dentro l'esercito "Romano" quasi scomparsa.

Ma il pi� grave errore commesso da STILICONE fu quello di sottovalutare ALARICO. Ritornato con i suoi uomini sui Balcani, la sua gente lo incoron� sovrano, e da questo momento il goto inizia la sua inarrestabile ascesa che diventa leggenda (L'uomo che amava cos� tanto il suo cavallo da farsi seppellire con lui nel letto del fiume Busento).

Nel frattempo i due tutori, Stilicone e Rufino, entrati in forte attrito gi� meditano di eliminarsi reciprocamente. E il secondo soccombe subito
ARCADIO in Oriente, forse per non essere stato tutelato nei suoi diritti fece a meno del suo tutore, che mor� assassinato. (Altri affermano che Rufino fu ucciso dai barbari di GAINA, al servizio di STILICONE, su sua istigazione per sbarazzarsi del rivale, ma altri ancora scrivono istigato da un uomo di palazzo che poi non dando a Gaina la sua giusta ricompensa fece anche lui la stessa fine).

Motivi per preoccuparsi ARCADIO ne aveva moltissimi.

STILICONE aveva trovato un pretesto: quello di riaccompagnare e guidare di persona in Oriente un intero esercito; uomini che avevano partecipato alla campagna d'Italia. Poi cambi� versione, voleva - disse - fermare le turbe dall'est. Ma l'intenzione per ARCADIO, sembr� chiara, morto Rufino, Stilicone voleva impossessarsi dell'Oriente con le armi. Giunto in Tessaglia gli ordin� di tornarsene in Italia. Cosa che il reggente di Onorio fece, fidandosi poco di quelle truppe, che in fin dei conti facevano parte dell'esercito di Costantinopoli.

Ad approfittare della situazione tesa tra i due, troviamo ALARICO. Rientrato nei Balcani, quasi frustrato dal comportamento dei romani che lo hanno licenziato e inoltre hanno smesso di pagare i tributi, ora a capo di numerose trib� barbare unitisi a lui, inizia a devastare le province romane fino in Macedonia. Pi� che conquistare citt� e province, Alarico spietatamente le distrugge, le saccheggia, e devasta ogni cosa sul suo cammino e prosegue. Una forza della natura inarrestabile; e si sta avvicinando negli ultimi mesi dell'anno alla Macedonia, sta scendendo in Tessaglia, al bivio di Tessalonica, da una parte la Grecia, dall'altra Costantinopoli.

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