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ANNO 370 d.C.

QUI riassunto  del PERIODO da GIOVIANO a VALENTE  dal 363 al 378 d.C.


L'ANNO 370
* VALENTINIANO SI SPOSA
* COSTANTINOPOLI IN CRISI
* BRIVIDI DI PAURA A ROMA

Nel suo breve disimpegno sul fronte militare, dove pi� che successi ha ottenuto tante delusioni, l'imperatore VALENTINIANO sposa una certa Giustina. Un matrimonio molto singolare.

Infatti, Giustina era la vedova di MAGNENZIO figlio di uno schiavo Goto catturato in Gallia, che deportato a Roma era riuscito con i suoi buoni servigi a far studiare e a far diventare suo figlio un grande generale romano. Quel generale che abbiamo conosciuto nel 350, che con un colpo di mano riusc� a diventare (acclamato dai suoi soldati "romani", ma di nascita anche loro goti) imperatore della Gotica Gallia, e a scontrarsi poi con Costanzo nel 353 per la lotta fino all'ultimo sangue per restare unico imperatore. Fu lo scontro che avrebbe potuto cambiare il corso degli eventi futuri. Cio� quello di far terminare la dinastia bizantina, o dare inizio alla dinastia dei Goti nel dominio dell'Impero Romano.

Il sogno di Magnenzio era di creare uno Stato (si chiamer� poi Francia) e quello ancora pi� ambizioso, diventarne unico imperatore. Termin� con una sconfitta. E per non essere riuscito nell'impresa si tolse la vita.

Ma lasci� un grande ricordo, era il primo che aveva tentato di far scrollare di dosso alla sua gente il giogo dei romani. Nessuno negli anni che seguirono, il sogno e lo stesso Magnenzio non l'avevano dimenticato. Inoltre aveva lasciato vedova Giustina, e lui non avrebbe mai immaginato che sarebbe andata in sposa proprio ad un imperatore bizantino, n� che avrebbe poi dato alla luce il futuro imperatore: VALENTINIANO II che nascer� il prossimo anno.

GIUSTINA non doveva essere pi� tanto giovane, da 17 anni era vedova; ma dietro questo progetto matrimoniale VALENTINIANO mirava a ben altro: farsi applaudire e avere in consenso dei Galli, dove Magnenzio dopo molti anni era ancora venerato come un grande condottiero, un mito, un nome scritto a lettere di fuoco dentro il cuore d'ogni uomo della Gallia, il primo che aveva tentato di dare a loro una patria. Quando si aggregavano altre trib� ai locali si parlava solo di lui e della sua leggenda, e tutti sospiravano; chiss� quando ne nascer� un altro cos�.

A COSTANTINOPOLI nel frattempo le questioni religiose non si sono placate. BASILIO che abbiamo conosciuto nel 364, � rimasto sempre a fianco del giovane imperatore VALENTE.

Pur forte come personalit�, con un carismatico potere spirituale, molto combattivo contro i pagani, e non di meno contro gli ariani, non era l'uomo pi� adatto per l'opera di riunificazione delle due chiese. Sembr� nei primi tempi non conoscere ostacoli, poi si sent� impotente di fronte a certi personaggi ambigui all'interno della corte imperiale.

Oltre che la sua cultura, il coraggio di Basilio era grandissimo, ma il suo fervore di cristiano era solo ascetico. Gli assicurava moltissima devozione degli amici e spesso volte anche dei nemici, ma questo non bastava per la politica di palazzo, dove si aggiravano molti soggetti spregiudicati, spesso senza ideologie e dove l'ipocrisia era sconfinata, la dignit� mancava nel loro midollo spinale, erano solo dei politici arrivisti, e unico scopo della loro vita era conquistare il potere, e per ottenerlo strisciavano come vermi fra la corruzione dentro lo Stato;  e il voltafaccia negli indirizzi religiosi era una norma.

Basilio li aveva conosciuti a fianco di Giuliano, poi meglio ancora nella congiura, poi li vide riciclarsi con Valentiniano, poi con Valente. Per Basilio la religione era una cosa, la politica un'altra e lui decisamente era portato per la prima non certo per la seconda dove la morale non era solo l'ultima delle virt� ma era del tutto assente.

BASILIO si era trovato in difficolt� a vivere in mezzo a quella gente, e non gli bast� l'appoggio di MARCELLO. La sua "Scuola" a Costantinopoli, prima cadde nell'indifferenza senza il suo fondatore poi si estinse del tutto con la sua morte, nel 379.

Infatti, Basilio amareggiato, si era ritirato in un monastero. (divenne per un periodo anche Metropolita di Cesarea in Cappadocia). Qui elaborer� nella sua ascetica solitudine la regola classica del MONACHESIMO - (monas significa appunto solo, nel senso "essere soli con Dio") - Con lui (entrambi padri della Chiesa greca, guadagnando spiritualmente al monachesimo il mondo della cultura greca) ricordiamo il fratello GREGORIO NISSENO, vescovo di Nissa, e GREGORIO NAZIANZENO. Insieme i tre "Cappadoci" portarono avanti grandi lotte contro l'Arianesimo, l'Apollinarismo e il Macedonismo. Insieme scriveranno le grandi opere fondamentali del cristianesimo: fra cui la dottrina dei dogmi della Chiesa. Sono molto celebri di Basilio le Omelie e l'Oratio- catechetica magna" .

Crearono insieme quella che � ricordata come la "nuova ortodossia nicena" che rese feconda la dottrina trinitaria di Nicea (tre ipostasi e un'unica "natura" della divinit�).

Il loro monachesimo, inteso come pratica della solitudine e dell'ascesi non era al confine del patologico, come quello di alcuni eremiti del deserto che si lasciavano morire anche di fame, ma era un esercizio (in greco significa appunto "esercizio") spirituale, un addestramento delle facolt� psichiche. E non era nuovo in questa forma, lo s'incontrava allora soprattutto nel bramanesimo e nelle scuole contemplative buddiste, che si erano anche loro allontanate nel 500 a. C. dal tipo classico di ascesi indiana, quella chiamata "tupas", il "magico fluido della forza della macerazione", una forma di sacrificio sotto l'effetto dello sguardo di un Dio, e compiuto per lui assumendo un particolare significato, mentre per altri (trasformando un mezzo in un fine) anche senza bisogno di un Dio.

Proprio per quest'ultimo motivo, l'ascesi � difficile ricondurla ad un unico concetto data l'immensa variet� delle sue forme, come nell'antica Grecia dove l'"ascesi" era appunto un "esercizio" per l'irrobustimento del corpo atletico. Solo in seguito fu praticato per la realizzazione dell'ideale della sapienza (i famosi filosofi della "ciotola"), poi delle virt�, e infine divent� un patrimonio della religione.

Ma ritorniamo sulla terra..... a Costantinopoli, mentre Roma sta entrando nel cono d'ombra di un'eclisse imperiale.

La Chiesa Orientale in questo periodo viene a trovarsi in uno sfacelo totale, il disordine che gi� imperava sotto Costantino, era poi diventato una confusione con GIULIANO, infine era proseguita nel caos sotto VALENTE.

Le controversie personali aumentarono, vi era molta confusione anche per i "credi". Nella storia della chiesa nessun periodo fu tanto complesso quanto questo. Le dispute dotte - che come forza dialettica si equivalsero - stavano portando il cristianesimo in un vicolo cieco.

Le voci che si alzarono in questo periodo sono autorevoli: Basilio, Atanasio, Cirillo, e non inferiori come quantit� e qualit� di argomentazioni furono quelle degli avversari che avevano il vantaggio intellettuale, "pescavano" dai filosofi greci (a lamentarsi di questa situazione d'ignoranza intellettuale dei primi dotti cristiani, troveremo lo stesso Sant'Agostino)

La fine di queste diatribe fu poi quasi improvvisa ed avvenne dopo la grande confusione del grande disastro che colp� Roma.

Quando gli Unni dalle steppe dell'Asia fecero irruzione in Europa, alcuni Goti sempre stati nemici dei romani, cercarono rifugio sotto la chioccia romana. Ma inutilmente, Roma non era pi� nulla. (loro poi ne approfittarono come vedremo negli anni 390-400).

Per la prima volta, quando vedremo VALENTE perdere contro gli Unni l'intero esercito (il 9 agosto 378, fra 8 anni), a Roma e nell'intero impero corse un brivido di paura e contemporaneamente il vento gelido della Morte che non ebbe  alcun rispetto per questo grande popolo con mille anni di civilt�. Falcer� come in un campo di grano la vita di quei pochi romani rimasti che erano stati chiamati a difendere le frontiere. E non ne lascer� in vita nemmeno uno.

Roma entr� nell'incubo quando si accorse che non aveva pi� un esercito. Ecco perch� nel 363 abbiamo messo quei 3 titoli: Fine di un'Epoca, e cosa nasce quando lo sgomento � generale. E perch� nasce una particolare religione. 
Si scrisse in questo periodo, prima ancora della caduta dell'Impero Romano che il cristianesimo era il primo responsabile della decadenza dell'impero. Famose le accorate difese che prese Agostino. Significa quindi che queste accuse c'erano gi� negli anni della crisi che vanno dal 400 al 425) In seguito si scriveranno ancora queste accuse; ma basta seguire gli avvenimenti di questi anni per comprendere le cause che portarono allo sfacelo non solo l'impero romano ma nell'intera civilt� latina, che perso il "cuore" a Roma, il suo intero sistema "venoso" periferico cadde prima in un "coma" profondo poi si verific� la "necrosi" totale.

Capace di dare una risposta fu solo la religione Cristiana; si trov� ad essere la sola, e tutti si appoggiarono a questa con un bisogno ben preciso, chiedevano piet�, volevano consolazione, e quando la ottennero, e questa portava il nome di "rassegnazione", ne fu data a piene mani, spezzando la voglia vitale di ognuno a costruire o avanzare nel progresso, che in un attimo si ferm�, si addorment� dentro quelle coscienze cos� provate. Per risvegliarsi solo dopo 1300 anni. "La paura stava creando i nuovi dei del mondo"

Stiamo entrando in questi anni a passi di giganti nei secoli bui del Medioevo, ma a Roma e in tutto l'impero tutto questo non lo sa ancora. L'aria di crisi, come un ossido di carbonio, silenziosamente sta stordendo tutti, addormentando in un sonno profondo 150 milioni di persone. Abili mani di monaci si aggirano fra questi cadaveri viventi che hanno addosso e sono ancora ricchi di testimonianze del passato, di scienza, di letteratura, di arte, di poesia, di filosofia, di tecnologie.

Il "nuovo" toglie a loro tutto. Hanno intorno le vestigia di un passato glorioso, basiliche, teatri, arene, monumenti, palazzi immensi, bellezze a profusione, che ora appaiono perfino lugubri e sinistri. Si lasciano spogliare senza reagire; tante certezze crollano. I pi� dotti, i depositari di una cultura millenaria si stanno interrogando, ma non trovano risposte ai tanti "perch�" ed entrano anche loro nel "buco nero" della rassegnazione, e soccombono.

Le risposte non le troveranno neppure i dotti che verranno nelle prossime 25 generazioni fino all'anno 1000, dove dominer� la pi� cupa irrazionalit� (i flagellanti, i penitenti, poi l'inquisizione), e neppure nelle altre 25 fino all'anno 2000, e cos� sar� forse nei prossimi secoli .....).

Non capiranno mai i dotti perch� alcuni esseri umani iniziarono a nascondere ogni cosa dentro i conventi e nelle abbazie. Perch� questi teologi, monaci, questi personaggi che predicavano l'apocalisse, le sventure, la resa dei conti per la corruzione, il cinismo e le ipocrisie del mondo; e non capiranno perch� fermarono la creativit� umana di un mondo che in mille anni aveva conosciuto una costante evoluzione.

Hanno tolto dalle mani, agli ultimi che resistevano, ormai in un coma profondo, opere e ingegno che provenivano da 5 civilt� millenarie, e hanno disteso sopra di loro e su ogni cosa un lenzuolo nero. Poi spegnendo al capezzale l'ultima fiammella, hanno fatto scendere il buio, e hanno seppellito per 10-13 secoli tutto il sapere e con esso la volont� di vivere a quelli che continuarono a vivere (!?) nei successivi secoli.

Nasceranno avvicendandosi circa 10 miliardi di persone; ma non sono vite, ma semplici organismi vegetali, nascono, crescono, muoiono senza sapere perch�; senza che uno di loro, scriva una frase, faccia un dipinto, inventi una semplice nuova zappa, n� hanno lasciato grandi testimonianze di creativit�. Nulla! O quasi nulla!

Solo la procreazione, che poi, via via nei secoli ha generato noi, con quale amore non sappiamo, con quale mezzo s�, ma questo lo usano anche gli animali, e alle volte anche meglio, e senza quella prerogativa che hanno solo gli umani: uccidere per futili motivi, quasi per divertimento (accadde anche questo: il tirassegno sui negri - "inutile convertirli, sono una razza inferiore, una cosa sola serve loro - utile e necessario a noi - la catena, e per i ribelli la forca" lo si scriveva ancora nel 1830 - Geografia Universale, Marmocchi

Noi per un castello, per una porpora, per un piccolo territorio, per un simbolo, o una manciata d'oro, semineremo ancora per tanti secoli morte, dolore e sventura. Pur dichiarandoci esseri superiori.

Molti si erano impegnati (e seguiteranno) a scrivere filosofie, dottrine politiche ed economiche, studieranno la psicologia del singolo e dei gruppi, ci illustreranno cosa e bene e cosa � male; alcuni utilizzeranno l'intera loro vita per farci apprezzare l'arte, la musica, la poesie: poi...

...poi, basta che nasca un pazzo, e tutti costoro sono costretti, come buoi al macello, partire e andare a scannare i propri simili - che il loro "capo" con delle motivazioni che tutti gli altri non riescono n� possono comprendere ha deciso di sterminare.

Queste "scelte" i potenti la chiamano "civilt�", e per i sudditi (che non hanno scelte) fanno le "leggi". Scelte e leggi create e fatte sempre e solo dai potenti.
Potenti di che cosa?  lo vedremo anche nei prossimi anni che seguono.

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SCIENZA E TECNICA - Di questo periodo � un singolare volume di un anonimo. De rebus Bellicis. Vi troviamo un ricco elenco di applicazioni tecniche su alcune macchine per fare la guerra. Fra queste appare una singolare nave con ai lati delle ruote a pale al posto dei remi. Sono azionate da animali messi al centro della nave che girano attorno a un albero che con una specie di ingranaggio fa girare con due "semiassi" le rispettive ruote.

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