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ANNO 343 d.C.

QUI riassunto  del PERIODO di GIULIANO dal 337 al 363 d.C.


L'ANNO 343
*** COSTANTE IN BRITANNIA
*** NASCE LA PRIMA CELLULA DELLA FUTURA INGHILTERRA
*** CONCILIO E CONTROCONCILIO A SARDICA E FILLIPPOPOLI

Lasciati i Franchi, e fatta la pace con quel compromesso che abbiamo letto lo scorso anno, COSTANTE, nonostante i rischi di una traversata in pieno gennaio sbarca in Britannia. La situazione che trova non � molto diversa da quella dei Franchi; sia i Pitti che gli Scoti, messi nelle stesse condizioni dei Franchi, avevano fatto le stesse cose, addirittura avevano fraternizzato con i romani, che erano quelli lasciati ancora da Costantino quando era stato acclamato, dopo la morte di CLORO, imperatore, proprio qui in Britannia.

Lo abbiamo riportato, era l'anno 306, quindi erano passati 37 anni da quel giorno senza che pi� nessun generale romano avesse infastidito questa gente. Costantino si era del tutto dimenticato della Britannia, troppo impegnato a occuparsi d'altro.

I soldati romani sui valli di Adriano e di Antonino (i due "muri" lunghi 100 chilometri messi a difesa degli invasori), avevano smesso da un pezzo di andarci sopra, i presidi messi uno ogni chilometro circa, erano diventati sguarniti, gli addetti erano diventati vecchi, i loro figli si erano addirittura sposati con le donne locali, avevano figli gia' grandi e alcuni perfino nipoti; e di Roma avevano solo sentito parlare dai nonni. Di romani conoscevano solo quelli presenti, anche se di romano non avevano pi� nulla; si erano ambientati.

Insomma credendo in una pace definitiva i locali avevano lentamente con i romani fraternizzato, e questi ormai sentendosi quasi dimenticati da Roma, avevano trasformato i castri in veri e propri paesi, brulicanti di gente, di mercati, di commerci. Alcune si erano in poco tempo trasformate in vere e proprie citt� con attivit� artigianali, produzioni agricole, allevamenti, e quindi scambi di merci con paesi e citt� vicine. Avevano insomma tutti allargato i rapporti di affari.
Molte citt� britanniche - al centro- portano ancora oggi l'impronta delle planimetrie dei castri romani.

Aumentando le amicizie con gli ex nemici, i romani si erano sposati le loro donne, e naturalmente queste col matrimonio portavano in casa anche la lingua e le tradizioni. Infatti COSTANTE arrivando trov� la stessa situazione che aveva trovato nei territori delle Gallie; nel linguaggio prevalevano certe espressioni indigene miste alle latine.

Degli editti di certi riti religiosi cristiani imposti ancora da Costantino, lass� per� non era arrivato proprio nulla, quello della Domenica (del Signore) era ancora il giorno di festa detta GIORNO DEL SOLE, e lo rimarr� per sempre visto che ancora oggi � Sunday. (e il sun=sole era un vocabolo che veniva dalla Mesopotamia, moon=luna pure; paper=carta veniva dall'Egitto - e vedremo in seguito perch� - un 'alfabeto locale sia nella zona dei Franchi che in quella dei Britanni non esisteva ancora. C'erano alcuni segni runici (del Got-land, da dove provenivano i goti), e proprio su questi Wulfrida costru� il suo primo alfabeto, mettendoci dentro un po' di tutto da quello fenicio a quello locale runico).

Infatti in ambito religioso in Britannia sembra che prima del 311 il cristianesimo fosse solo una religione dei conquistatori, e dentro nelle ville romane forse era penetrato pi� che altro per  lo snobismo dei proprietari, veri romani o romanizzati.

Gli editti di Roma contro le persecuzioni, gi� poco spinte a fondo nel resto dell'impero, qui nella celtica non erano mai arrivati. Nei primi tre secoli dell'antica storia inglese si parla solo di leggende costruite a posteriori. Di un protomartire cristiano se ne parla solo fra il 303 e il 305, accennando a un certo S. Albano, che non doveva essere nemmeno di Roma, ma di sangue celtico, ucciso presso Verulamium, ma non sappiamo per quali motivi. Le successive storie sono create con tanta fantasia  per dar credito ai patimenti subiti.

Insomma erano troppo pochi per costituire un problema, o una difficolt� per l'amministrazione, come erano invece a Roma e in Medio Oriente. Sia prima, ma soprattutto in questo periodo.

D'altra parte lo abbiamo gia' letto, la persecuzione era sempre dovuta all'ostilit� delle popolazioni contro i cristiani, perch� questi non volevano che si celebrassero riti pagani indicati dall'imperatore in carica. Per colpire lui e i suoi riti di Stato, i cristiani predicavano l'insubordinazione nell'esercito, la diserzione, quindi l'intolleranza verso ogni altro rito, compresi quelli degli ebrei, anzi con questi gli scontri a Roma furono terribili. Veri moti popolari, veri linciaggi; dove il governo interveniva, spesso non per infierire su questa o l'altra religione ma per evitare massacri illegali. Fatti che abbiamo gi� appunto letto in precedenza.

Il primo segno storico di vita della Chiesa Romana britanna � l'invio di tre rappresentanti al concilio di Arles, nel 314, quello sulla questione Donatista. Costantino che lo aveva convocato, mand� un messaggero anche in Britannia, che scov� su tutto il territorio solo tre preti di una chiesa che in Britannia doveva essere molto povera. Questi tre ad Arles si presentarono come gli altri, cio� vescovi, ma probabilmente erano solo tre missionari cristiani che erano approdati chiss� quando sull'isola aggregandosi a qualche spedizione romana e che avevano costituito una piccola comunit� di romani nei castri residenti, fedeli al vecchio e nuovo corso costantiniano che si era instaurato a Roma e nell'impero. Infatti provenivano quelli arrivati ad Arles da tre luoghi dove c'erano stanziamenti romani, a Eburacum, Lindum e naturalmente dove c'era la massima concentrazione di romani, a Londinium (Londra). Si chiamavano questi tre preti, rispettivamente Eborio, Adelfio e Restituto.

Forse la disputa di Arles dovette sembrare al di sopra dei loro mezzi, non certo di loro interesse, ci rimasero qualche giorno poi se ne tornarono a casa. Non vedremo partecipare pi� nessun prete britannico ne' al concilio di Nicea, ne' agli altri che vennero dopo.
Ne arrivarono invece alti tre, dopo che erano passati 45 anni, ed erano accadute tante cose fra ariani e ortodossi, al concilio di Rimini del 359, ma si presentarono cos� poveri che furono gli unici -a differenza di tutti gli altri vescovi- che pretesero di farsi pagare il viaggio dall'imperatore; dunque  provenivano da un cristianesimo britannico che era ancora povero, sporadico, tale da non aver costituito una grande comunit�.

E questo significa che il paganesimo (chiamiamole credenze locali) in Britannia era solido, e che la penetrazione cristiana andava molto a rilento, anzi negli ultimi 37 anni dove l'amministrazione romana aveva perso molto e diventata meno influente, perfino i romanizzati delle ville diventarono semi-pagani. Si erano aggregati alle feste e alle tradizioni locali.

Solo pi� tardi ci furono alcuni segni pi� evidenti nella diffusione del Cristianesimo nella popolazione celtica; questo avvenne con le famose missioni di Germano in Britannia (429) e di Patrizio in Irlanda (432). Ma avvenne dopo un periodo in cui Roma come abbiamo letto sopra aveva quasi dimenticato l'isola; un periodo molto critico, dove mentre nelle altri parti dell'impero e in Gallia i vescovi avevano assunto molte funzioni amministrative che l'impero non poteva pi� esercitare, in Britannia questa organizzazione (molto debole col suo cristianesimo locale) e senza contatti con Roma queste influenze vennero a mancare e ovviamente ripresero vigore quelle locali.

Sull'isola fu un caos, di missioni, chiese, correnti: Alcuni monaci erano stati educati a Roma, altri in Gallia. Alcuni erano ariani altri ortodossi (e a mettersi in mezzo arrivarono anche le idee di Pelagio con il suo antagonista S. Agostino).

Tutti questi monaci sull'isola diedero vita alle mille chiese monastiche autonome (in lotta anche fra di loro), completamente isolate dal resto della Cristianit�, indipendenti da Roma; tutte dominatrici della vita tribale che alcuni regolavano con un ascetismo intransigente. Tanto da far diventare la vicina Irlanda l'Isola detta "dei Santi". Ognuno insomma si fece la sua religione su misura interpretando le Scritture a suo modo.

Da questi conventi paradossalmente partirono poi le missioni all'incontrario, trapiantandosi prima in Scozia, poi scesero in Europa, fino in Italia, un Cristianesimo regolare, interferente nella vita sociale.

Tutte queste chiese celtiche solo nel VII sec. con le massicce infiltrazioni di cattolici romani, apparentemente si riunirono e finirono per ammettere la supremazia papale; controvoglia per�, perche' rimase ai Britanni per 1100 anni quel latente desiderio di autonomia, pari a quello germanico ariano lasciato da Wulfila. Un desiderio di autonomia mai eliminato, e che dal profondo riportarono in superficie nel 1500 con Enrico VIII in Inghilterra e Lutero in Germania; la disputa era la solita e comune: l'interferenza della gerarchia papale romana sulla vita locale.

La Chiesa romana in Britannia si era impiantata ma aveva messo radici poco profonde, forse diede l'impressione di essere una continuit�, una espressione e uno strumento dell'egemonia militare centralistica com'era stata quella romana imperiale che aveva seminato sull'isola in secoli e secoli solo inimicizia; prima politica poi ovviamente anche quella religiosa.

Infatti i Britanni nel 1571 negarono con l'Anglicanesimo la supremazia papale. Un distinguo dalla Chiesa cattolica per la netta, tradizionale negazione del papato e soprattutto per il suo carattere nazionale, (che part� da questi anni di vuoto politico e religioso sull'isola, quasi dimenticata dall'impero e dalla Chiesa di Roma. Insomma anche qui (come nei goti) quando si presero severi provvedimenti "la frittata" era gi� stata fatta).

Anche qui in Britannia, come in Gallia, lo stanziamento definitivo era avvenuto e aveva cambiato il territorio e la mentalit�. In 37 anni nascono due generazioni, e quindi in questi luoghi si era creata quella situazione che COSTANTE aveva trovato in Gallia. E comportandosi nello stesso modo con i Franchi, da uomo civile e non da prepotente (anche se � stato scritto spesso l'incontrario) lasci� le cose come stavano. Avall� uno stato di fatto. Era il primo seme di libert�, e perfino Pitti e gli Scoti smisero di avere dell'astio reciproco.

Ma questa politica liberale di Costante non lo rese certo popolare presso alcuni soldati e tra la popolazione romana che si era insediata in tanti anni di dominazione. Questa minoranza sull'isola facevano i propri comodi con l'arroganza in virt� della propria posizione di ex funzionari, famiglie con figli, nipoti e parenti di ex militari. C'erano commercianti e coloni romani che avevano sempre sfruttato i locali come schiavi e questi comportamenti altezzosi e arroganti non erano mai stati graditi dai locali. Ora con le libert� concesse da Costante si lamentavano di aver concesso troppe autonomie. Uno di loro, un funzionario, MAGNEZIO, (nato in Britannia ma molto probabilmente figlio lui stesso di un funzionario romano) appena partito Costante volle fare il duro, e appoggiato da altri romani scontenti si mise lui a fare l'imperatore, a ripristinare le cose come stavano prima. Ma dur� poco. Ci furono ancora altri simili tentativi, ma ormai i locali avevano costruito una forte nazionalismo. Pi� che etnico, territoriale.

Costante in questi due anni, con queste sue due scelte, dopo secoli di battaglie imperialistiche romane, condotte nel modo peggiore da tutti i suoi predecessori, non se ne rese conto, ma aveva creato la prima cellula di due paesi, con gli Angli l'Inghilterra, con i Franchi la Francia, e indirettamente aveva messo il primo seme anche della Germania.

L'origine del nome INGLESI. - Oltre ai Pitti e agli Scoti c'era anche un piccolo gruppo, molto attivo, ed era un piccolo regno che aveva prevaricato su due regni pi� antichi, sia sui Britanni che sui Briganti. Il primo era il popolo che incontro Giulio Cesare ancora nel 55 a.C. quando sbarc� per la prima volta sull'isola in cerca di conquiste (e gli diede il nome Britannia), i secondi a farne la conoscenza fu invece Adriano.

Questo piccolo gruppo, questo piccolo regno che si era imposto sui Britanni e i Briganti erano gli ANGLI e si erano imposti sugli altri soprattutto per la loro intelligenza, come del resto i Salii in Francia. E furono proprio i Salii Galli vicini che nella loro lingua antica chiamarono questo gruppo Angleis, che italianizzato presero il nome di INGLESI.
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A COSTANTINOPOLI si discute intanto sempre della solita questiona religiosa. Questa volta a volere un concilio � COSTANTE, e suo fratello COSTANZO che diventato un po' pi� tollerante ha fatto riunire i vescovi di tutte le province a SARDICA (odierna Sofia). Le contese sono le solite, scontro fra Ortodossi Occidentali e Ariani Orientali. L'incontro � per dirimere una rivalit� che subito apparve all'inizio chiaramente delineata e che port� a un solo sbocco: alla rottura definitiva.

Infatti i vescovi orientali in maggioranza ariani, subito intransigenti fin dall'inizio dei lavori, vedendo come si stavano mettendo le cose abbandonarono in massa il concilio.

Gli altri, gli occidentali ortodossi, seguitarono i lavori da soli, dove riconfermarono la vecchia tesi di Nicea e inoltre attribuirono al vescovo di Roma il potere giudiziario che dava a lui la facolt� di non ritenere valide e quindi nulle tutte le sentenze espresse nei confronti di un vescovo da un sinodo provinciale. E dicendo provinciale era chiaro che ci si riferiva a Costantinopoli, che era la Nuova Roma dell'impero ma non la Roma Capitale dell'impero e la Capitale della Cristianit�.

Bisognava, dissero, appellarsi al vescovo di Roma per dirimere ogni contesa religiosa in qualsiasi luogo dell'impero questa sorgeva.

Naturalmente i vescovi orientali che non avevano partecipato e che polemicamente si erano allontanati dal concilio di Sardica, avevano indetto un controconcilio a Fillippopoli; questi  non solo non riconoscevano tale potere, ma non accettarono e negarono la liceit� dell'ingerenza della chiesa di Roma negli affari delle chiese orientali. E andarono molto pi� in l� di una condanna del documento ortodosso fatto dai romani, infatti scomunicarono il vescovo di Roma, lo dichiararono impostore, e rinnovarono la condanna e l'esilio al vescovo Atanasio.

E' la rottura definitiva della Chiesa Orientale e Occidentale. Non si saner� pi� neppure con Teodosio.

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