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CRONOLOGIA

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ANNO 211 d.C.

QUI riassunto del PERIODO: di SETTIMIO SEVERO (dal 193 al 211)


*** MORTE DI  SEVERO A YORK
*** CARACALLA SI SENTE DIO

La campagna in Britannia -durata quattro interminabili anni- non fu infatti proprio cos� facile. SETTIMIO SEVERO non conosceva questi popoli che stavano, come abbiamo gi� visto in precedenza, da molto tempo modificandosi, mentre lui scorazzando in Africa o in Siria, e cos� i suoi predecessori, della Britannia si erano perfino dimenticati.

Lo sappiamo come andr� a finire perch� lo abbiamo anticipato oltre che lo scorso anno anche nel 194. Le trib� sparse su tutto il territorio britannico finalmente si erano accettate l'un l'altra dopo tante lotte intestine. Avevano capito gli interessi reciproci, principalmente quello di sbarazzarsi degli invasori. Misero da parte ogni rancore atavico, si unirono per il bene comune e ottennero finalmente la loro vittoria.

I Caledoni che avevano da secoli combattuto lotte intestine con i Meati, avevano deciso di venire in aiuto alla gente della loro stirpe. Settimio Severo non prevedeva questo intervento, li credeva come al solito tra di loro nemici, e si prepar� a condurre di persona un esercito nella Scozia, ma fece appena in tempo a fare i preparativi, il 4 febbraio moriva  a York.

Come era accaduto a Marco Aurelio con Commodo sui confini germanici, la stessa situazione ora si ripresentava con Severo e suo figlio Caracalla in Britannia. Identica perfino la conclusione.

Il giovane Caracalla che ha ora 23 anni, appena incoronato imperatore dimentic� subito il progetto di suo padre di punire o conquistare l'intera isola e non fece proprio nulla per assicurarsene un piccolo lembo, anzi imit� il suo lontano parente, accett� dei compromessi con tutti, versando oro in quantit�, per giungere a una conclusione rapida di una pace; e come aveva fatto Commodo,  abbandon� il campo, sal� su una nave e se ne ritorn� a Roma a prendersi il trionfo col titolo di Britannicus che il padre in Caledonia gli aveva gi� dato ufficialmente come se la campagna britannica si fosse gi� conclusa con la vittoria totale; cio� il possesso dell'isola.

Invece il progetto severiano era fallito totalmente. Non si era riusciti ad occupare neppure qualche piccola zona del paese nemico, anzi si era perso perfino territori conquistati nella felice e lunga campagna (8 anni) di Agricola; in pochi giorni tutte le truppe vennero ritirate, e perfino Dione Cassio non riesce a capacitarsi di un improvviso mutamento della situazione che fino a pochi giorni prima della morte di Severo sembrava essere quasi arrivata al tanto desiderato esito finale.

Solo da alcuni anni sappiamo invece cosa avvenne quel famoso giorno, il 5 febbraio a York, subito il giorno dopo la morte di Severo. Viro Lupo il tesoriere, quello che aveva in mano la cassa, gi� abile con le trattative venali (gi� lette lo scorso anno)  molto probabilmente fu chiamato il giorno stesso da Caracalla e fu incaricato di prendere contatti con tutti i ribelli; gli fu detto di adoperare l'intero tesoro di monete che custodiva e di offrirle per non essere attaccati; poi di preparare la smobilitazione generale, e subito le navi per poter ritornare tutti nel bel sole di Roma o di Capri.
Quattro anni nelle foreste britanne, senza quasi mai vedere il sole lo avevano prostrato il giovane ventenne, non ne poteva pi�, lui non era come il padre, era semmai come Commodo, non piacevano i sacrifici e i disagi della guerra, per di pi� in un paese dove la nebbia e l'umidit� sembrava essere perenne.

Cassio non fu capace di spiegarsi il mutamento degli eventi. Oggi noi lo sappiamo. Pochi anni fa (1993) a York fu ritrovata nelle fondamenta di una casa abbattuta, una grande quantit� di monete d'oro. Una fortuna. E con una singolarit�: erano tutte della zecca serviana del 210-211, cio� di quest'anno.

York era stato la base dell'accampamento di Severo per quattro anni. Morto lui l'accampamento prese subito un'altra fisionomia, divent� una colonia e subito dopo, troviamo che spariscono le caserme vere e proprie e si trasforma in brevissimo tempo in una vera e propria citt�, dove vanno a integrarsi vari gruppi etnici che fino a pochi anni prima si combattevano. Qualcuno mise il tesoro al sicuro, interrandolo, forse poi mor�, altri costruirono su quei ruderi una casa e se ne persero le tracce.

Ipocritamente a Roma e al mondo fu detto che l'Imperatore Caracalla aveva vinto i Britanni e a Caracalla e Geta di ritorno dall'isola furono attribuiti i fasti, gli onori e il titolo di Britannico e Padre della Patria. Ma era un colossale bluff, che durer� pure poco. Di vittoria non ne avevano fatta nemmeno una e in quanto a conquiste queste le avevano fatte semmai i britanni non i romani. 
Mai titolo fu assegnato cos� gratuitamente e impudicamente come in questa paradossale e cos� poca onorevole circostanza.

CARACALLA lo abbiamo gi� un po' conosciuto; ma ora le sue manie di grandezze come il padre adesso le ha anche lui; anzi lo supera, il delirio di potenza lo far� persino diventare pazzo.

Superando Commodo, nei periodi di attacchi di megalomania lui si identifica nelle divinit�, si sente un  nuovo Achille e come al solito (anche lui, come molti) il mito Alessandro Magno lo affascina e vuole essere un suo emulo, conquistare il mondo.
Arrivato a Roma,  col suo temperamento dispotico e arrogante, inizi� prima una narcisistica venerazione di se stesso, poi il culto della sua persona la impose un po' a tutti. La sua mente divenne subito squilibrata, il suo umore inizi� in alternanza ad essere estroverso o tetro. Quella avversione e poca considerazione che il padre aveva per il Senato e di tutti i romani, in lui si trasform� in un palese disprezzo; inoltre gli era intollerabile la parit� col fratello, pi� giovane, che non stimava;  in GETA con timore angosciante e odiosa gelosia intravedeva il grosso pericolo di essere non solo esautorato ma anche ucciso. Divino si sentiva ma la paura di morire assassinato l'aveva, ne era continuamente turbato.

E' certo che tra i due tanta amicizia non c'era, del resto da 13 anni uno era successore, l'altro solo console. Ma l'astio e l'odio doveva venire dal primo che considerava il fratello una minaccia.   Si voleva - quando quest'odio inizi� ad essere manifesto fino a preoccupare- con tanti consigli delle persone vicine, porre fra di loro il mare; a uno tutte le province del nord Mediterraneo, all'altro tutto il Sud. Ma Caracalla non era per nulla d'accordo, voleva essere lui il Pontefice Massimo, il divino. Come avrebbe potuto assomigliare a un Alessandro Magno con un impero a met�, in condominio. Lui voleva il mondo intero!

Vedremo maturare queste gelosie fino all'estremo......

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