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CRONOLOGIA

20 MILIARDI
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PERIODI STORICI
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ANNO 164 d.C.

QUI  riassunto del  PERIODO  ANTONINO -  M. AURELIO ( dal 138 al 180 d.C. )


*** LA GUERRA IN ARMENIA
*** UN MARCO AURELIO CON SCRUPOLI

M. AURELIO - vedi anche qui >>

Il problema armeno non era da sottovalutare, un atteggiamento questo che in passato si era sempre rivelato fatale. Anche ora, nonostante la vittoria ottenuta da PRISCO con la conquista di Artaxarta, a Roma non si poteva dormire tranquilli su questo episodico alloro. C'era nella zona il generale partico OSROE, un abile stratega che era pronto a scatenare su altre province il suo attacco per riprendersi i territori in precedenza perduti.
Se i suoi progetti fossero arrivati anche a un successo parziale, tutto l'oriente a dominazione romana sarebbe potuto degenerare in un disastro. C'erano nel territorio Province che da oltre cinquant'anni, dopo la fine della politica orientale di Traiano, erano rimaste con degli insediamenti romani, ma di romanit� non avevano pi� nulla, erano passate due generazioni da quei sogni di gloria. Gli uomini lasciati in quei luoghi avevano fraternizzato, si erano sposati con donne locali, e avevano gi� i figli grandi che di romano non avevano nulla.

Infatti quando OSROE attacc� la Siria e la Cappadocia le legioni romane residenti demotivate da anni di pace (queste cose le abbiamo accennate nel 160) si dileguarono davanti al nemico, tanto da poter permettere al re partico di marciare tranquillamente e raggiungere varie citt� siriache che erano da mezzo secolo romane, ma di fronte al carisma sempre pi� crescente del Re dei Re COSROE,  gli abitanti di questi territori gi� da tempo pensavano di abbandonare Roma e affidarsi al pi� guerriero re partico, che dava molte pi� garanzie di efficienza, e che in fin dei conti era della loro stessa razza.

Non si � mai capito perch� Marco Aurelio non voleva prendere parte di persona a questa complessa campagna, ma prefer� mandare il fratellastro che sapeva benissimo essere inadatto a prendere decisioni strategiche in una guerra difficile, com'era (sempre) quella in Oriente. Dell' inetto comportamento del fratellastro  MARCO ne fu informato: VERO a Efeso si occupava dei propri piaceri mentre i suoi generali con tre eserciti stavano compiendo miracoli in Armenia, a Dora Europa, a Nisibi, a Seleucia sul Tigri e fino a Ctesifonte, luoghi dove sembr� -dopo alcuni episodi andati a buon fine- ritornare il dominio romano, anche perch� come al solito i satrapi erano subito pronti davanti alle armi romane a cambiare padrone.

MARCO sapeva benissimo dell'indolenza di VERO, e non solo non lo rimprover�, non solo non part� lui stesso per la Siria, ma gli mand� perfino la figlia a Efeso a sposarlo accompagnata dallo zio e da un consigliere, che non lo distolse certo dal suo beato soggiorno sulla bellissima isola greca. Di Armeni o Parti lui non ne aveva visto in faccia nemmeno uno, e non era nemmeno intenzionato a fare una gita sul suolo dei nemici per andare a vederne qualcuno da vicino.

Di titoli e onori VERO per� aveva un gran debole, per due volte ricevette l'acclamazione di Parthico Massimo, e quando i suoi generali gli comunicarono di essere arrivati in Media, assunse subito il titolo anche di Medico.

MARCO AURELIO, affermano alcuni storici dell'epoca, fare la guerra di persona era un'attivit� contraria ai suoi principi. Lui era un filosofo. Si faceva degli scrupoli. Non avrebbe mai potuto condurre una spedizione punitiva. N� era in grado di ordinare ai suoi soldati stragi come quelle del suo generale CASSIO che andava compiendo nelle citt� dove passava, come a Ctesifonte e a Seleucia, due popolose citt� che furono rase al suolo solo per motivi di sicurezza e gli abitanti uccisi non si contarono, tanti erano. (vedremo poi... le tragiche conseguenze di questi gesti irresponsabili e gratuiti, che cosa accadde con questa carneficina)

Fra l'altro MARCO AURELIO aveva studiato molto la storia delle campagne orientali di Roma, guidate dai suoi predecessori. Delle battaglie conosceva ogni particolare, ed era a conoscenza del terreno, del clima e dei problemi che si presentavano in quel territorio infido, e quindi sarebbe stato capace di escogitare delle strategie e di dirigere gli eserciti su certi obiettivi che solo lui conosceva essere molto importanti sotto l'aspetto politico pi� che militare.

Ma nulla accadde. C'era forse l'illusione di una vittoria facile fatta da altri. Solo quando sar� molto anziano, il filosofo MARCO AURELIO, dovr� scrollarsi di dosso alcuni scrupoli e intervenire energicamente, ma purtroppo, inutilmente perch� si era ormai gi� compiuto un destino. Quello suo e quello di Roma.

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