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CRONOLOGIA

20 MILIARDI
ALL' 1  A.C.
1 D.C. AL 2000
ANNO x  ANNO
PERIODI STORICI
E TEMATICI
PERSONAGGI
E PAESI

ANNO 152 d.C.

QUI  riassunto del PERIODO  ANTONINO -  M. AURELIO ( dal 138 al 180 d.C. )


*** CONDOMINI A ROMA
*** IL CAOTICO URBANESIMO E LE AREE D'ORO

La popolazione romana urbana aumenta, e come abbiamo visto in precedenza sia per il diffuso benessere e sia per le nuove attivit� commerciali che attira nella capitale una moltitudine di persone proveniente da ogni provincia, mentre nel frattempo si spopolano le campagne. L'invasione della citt� � notevole, c'� la crisi degli alloggi, i terreni costano cari, e il rimedio viene subito trovato da un architetto anonimo, che butta il seme di una trasformazione epocale nel campo delle costruzioni. Infatti a Roma e pi� precisamente ad Ostia (e si possono ancora vedere) proprio in questa data si costruiscono due case per abitazione a pi� piani, divisi in tanti piccoli appartamentini. Un grande monoblocco con all'interno un cortile per dare luce ai locali e ai magazzini a pianterreno interni. All'esterno sempre a pianterreno si costruiscono dei negozi di vario genere; alimentari, forni del pane,  locali "di intrattenimento" come le trattorie. Si chiama questo tipo di costruzione "insula", ovvero isola, ma anche condominus cio� compadrone ad altri di una casa, dove si sta assieme.

Nell'edilizia pubblica alcune tipologie erano in quasi tutte le citt� romane molto simili, tutte con un'impronta comune nella loro configurazione generale, come le terme, i bagni pubblici, il tribunale (basilica), il senato locale (curia), le piazze e portici (forum), i teatri e anfiteatri, e i vari templi delle divinit�. L'edilizia privata invece conosce in questo periodo un vero e proprio boom quasi selvaggio.
I terreni del centro di Roma sono oggetto di una forte speculazione; spesso si acquista un vecchio rudere, una catapecchia che ha qualche secolo, si demolisce il tutto e si da' il via alle nuove costruzioni senza un preciso piano urbanistico. Si grandeggia nelle dimore signorili che ostentano colonne, marmi, affreschi, mosaici e giardini interni e si risparmia molto sulle case della gente comune, che diventano sempre pi� piccole e semplici, su grandi monoblocchi, con una lunga fila di stanze al piano superiore per le famiglie, e una lunga fila di locali a pianterreno che venivano usati come botteghe sul davanti e il rispettivo magazzino e l'abitazione sul retro.

Questo a Roma, nella ormai quasi millenaria citt�, mentre i piani urbanistici delle nuove e numerose citt� romane nelle varie province sono di concezione modernissima. Caratteristica comune � una pianta viaria geometrica a scacchiera con edifici molto spesso simili, ma distinguibili solo da stili edilizi e dai materiali locali, e non c'erano varianti da provincia a provincia. Dall'Africa (come Timgad in Algeria) alla Gallia, dalla Britannia (come Silchester, Gloucester) alla Svizzera (come Augst), dalla Germania (come Treviri, Colonia) alla pianura padana (come Pavia) o nelle valli alpine come Aosta, c� una somiglianza generale, un grande quadrato con le vie orizzontali e verticali che corrono in parallelo. Gli architetti urbanisti di Roma avevano ben presente la loro caotica citt�, venuta a sovrapporsi quartiere su quartiere su quella precedente, e non volevano fare gli stessi errori.

Dov'era possibile si mirava a creare una pianta rigorosamente bidimensionale, una perfetta orizzontalit�, alle volte anche spianando rilievi e colmando depressioni.
Questa urbanistica fu possibile diffonderla solo in Europa e in Africa. I romani si stanziavano inizialmente in zone ancora molto arcaiche, spesso su territori vergini,  prima con delle colonie, poi con edifici legionari, guarnigioni, costruendovi i castri. In seguito, quando i romani abbandonarono le zone, i nativi o l'incremento dei coloni adattarono questi vecchi insediamenti per costruire le loro citt� conservandone la planimetria che ci � giunta fino a oggi (vedi Pavia in Italia e tante altre ) non cos� in Oriente dove invece trovarono centri urbanistici di vecchia data e dove al massimo si limitarono a lasciare solo qualche edificio o fare nella immediata periferia dei nuovi quartieri, come ad esempio ad Atene che soffriva dello stesso male urbanistico di Roma.

Unica metropoli nel bello e nel brutto era Roma. Per eccellenza "la Citt�", che raggiunse il suo culmine monumentale proprio in questi anni. Nonostante numerosi incendi che la devastarono pi� volte e quindi nonostante il nuovo riassetto urbanistico era cresciuta troppo in fretta nell'arco di un secolo. Era una immensa congeria di vie e una congestione di edifici piccoli e grandi, monumentali ma disordinati. Una metropoli dove vivevano un milione di persone, quindi una citt� impossibile da riplasmare -nonostante gli incendi subiti- in una forma pi� regolare, spianare e ricostruire, ricoprire ed edificare, ne' fu possibile dopo, perch� venne la decadenza e lo spopolamento. Roma nell'anno 1000 si ridusse a poco pi� di 30.000 abitanti, mentre aveva a disposizione 200.000 abitazioni abbandonate. Una citt� quasi cimitero.

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