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CRONOLOGIA

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ANNO 134 d.C.

QUI il riassunto del   PERIODO DI ADRIANO - dal 117 al 138 d.C. 


*** ADRIANO A ROMA
*** LA GIUDEA PRENDE IL NOME DI PALESTINA

Rientrato lo scorso anno nella capitale, l'imperatore iniziava ad abitare nella sua splendida villa di Tivoli. Qui erano ammassate centinaia di statue, colonne di marmo pregiato, mosaici, che nel suo peregrinare tra la Grecia e l'Egitto aveva fatto portare qui. Il suo scopo era quello di ricreare per s� un luogo "come un museo", che potesse ricordargli i luoghi celebri della Terra che aveva visitato, la Valle di Tempe, il Canopo, la nuova accademia di Atene, il Liceo, il Pritaneo, la Sto� Poecile, e infine l' "Orcus" e l'Elisyum".
Prese di persona alcune decisioni architettoniche rispetto al grande complesso fastoso e monumentale, che diventer� in futuro una vero e proprio capolavoro del cosiddetto neoclassicismo, una vera espressione del gusto ellenico, che pi� nessuno riuscir� a ripetere. 

Sono esempi di scultura, architettura, dell'arte tutta che oggi, malgrado le tante razzie effettuate da papi e imperatori, sono ancora a nostra disposizione a Villa Adriana (anche se con molte pacchianerie e infime riproduzioni) e in vari musei. Adriano era ormai vicino ai sessanta anni e aveva forse chiesto un po' troppo al suo corpo, imponendogli i suoi voleri e senza cedere prudentemente ai suoi, quindi non era nelle migliori condizioni di salute. 
Aveva vissuto quasi una vita a cavallo, spostandosi dalla villa di un ricco mercante alla tenda di un beduino nel deserto, dormendo ora in un letto ora sulla nuda terra, ma ora rinunciava ai rischiosi volteggi di un tempo e ormai il cavallo era diventato solo un mezzo di trasporto. L'essenziale non era pi� il lavoro della guerra o il piacere di dare esempi di stoica disciplina a chi lo seguiva, ma sopravvivere senza fatica. I suoi medici di Sidone, a causa dell'apparizione di una sconosciuta malattia, gli avevano proibito gli eccessi e gli prescrissero di spostarsi solo in portantina, poi Adriano si era ripreso e l'orgoglio gli faceva riprendere possesso del corpo, ma il male covava gi� sia nelle membra che nella psiche.
Era convinto di rimanere per sempre a Tivoli. Voleva tenere Roma distante, anche se era a poche miglia. Lo attendevano tre sole questioni importanti: scegliere il suo successore, abbellire la sua villa e ritardare fin dove era possibile, con dignit�, la morte.

Voleva completare a tutti i costi Villa Adriana, e ci mise una "sacra frenesia". Del resto lo scenario immenso di quell'opera era gi� quasi terminato, rimaneva solo il tocco della sua fantasia. Ricostru� con dei ruscelli la Valle del Tempe, in un altro angolo s'illuse di far scorrere lo Stige, al centro si fece costruire un curioso isolotto, un padiglione contornato di colonne dove fece allestire la sua stanza segreta, per pensare, leggere e dormire, o forse adorare se stesso. Non sappiamo a cosa si dovesse questa desiderio di solitudine, fatta alle volte di frivolezza e a volte di cupe meditazioni, conosciamo solo gli eventi che trasformarono l'uomo che avevamo conosciuto in questi anni e non in meglio, visto che si allontanava sempre pi� dagli uomini e dal mondo che era ormai, per lui incarnatosi divino, oltre la sua comprensione. Forse la mania d'onnipotenza lo stava gi� afferrando.

A GERUSALEMME, lasciata lo scorso anno, aveva affidato la sovranit� del territorio a Giulio Severo. Egli era un generale validissimo e all'altezza della situazione seppure questa era sempre turbata dalle rivolte ebree cui abbiamo gi� accennato negli ultimi quattro anni; ma pur con tutta la sua bravura non riusc� efficacemente a stroncare gli attacchi di guerriglia che gli Ebrei conducevano contro i romani e che causavano perdite ingenti. Insomma la situazione si era fatta grave e Adriano dovette prepararsi durante l'autunno e l'inverno per intervenire di persona contro la furia fanatica ebraica con un progetto decisivo. 

Ai romani sfuggiva l'essenza della religione, mancava la spiritualit� e forse questi erano i motivi per cui odiavano sia i giudei che i cristiani. Perfino Tacito di cui conosciamo la grande capacit� di scrutare l'anima, non capiva e provava odio contro gli Ebrei e si sentiva a sua volta odiato da loro, e come tutta la societ� romana confondeva i Cristiani con gli Ebrei e li coinvolgeva nello stesso odio. Rimase stupefatto, come lo sar� Adriano, nel vedere con quale fanatismo si poteva lottare e morire per una fede che sembrava incrollabile. 

(Un grazie a Manuela Caniato, per avermi curato la pagina)

Ed ecco Adriano sviscerare l'odio.....il suo odio nel peggiore dei modi, quello di ucciderli tutti. E' con questi sentimenti che Adriano parte per la Palestina verso la fine dell'anno; e queste sinistre intenzioni le esterna ai suoi uomini :
"La Giudea sar� cancellata dalla carta e per mio ordine prender� il nome di Palestina". E purtroppo vi mantenne fede...........e mai avrebbe pensato che a distanza di 2000 anni il problema deve ancora essere risolto tenendo impegnati  i grandi della Terra.

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