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CRONOLOGIA

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ANNO 132 d.C.

QUI il riassunto del   PERIODO DI ADRIANO - dal 117 al 138 d.C. 


* ADRIANO - RIFORMA DEL SERVIZIO MILITARE.

 Adriano introdusse le norme per la riforma del servizio militare con cognizione di causa, da vero soldato qual'era. Non voleva pi� coscritti chiamati all'improvviso a partecipare a una campagna militare, ma pensava a un esercito professionale, potente, bene addestrato, quindi sempre pronto in ogni momento ad intervenire con la massima rapidit� in caso di aggressione. 

Ma Roma non disponeva di un numero cos� alto di giovani adatti allo scopo; cio� al volontariato. Stabil� quindi come principio fondamentale che i soldati fossero reclutati tra i giovani atti alle armi nella provincia in cui abitavano e che dovessero prestare il servizio militare in quella provincia stessa, naturalmente concedendo loro anche l'accesso alla carriera, in modo che soldati e ufficiali si identificassero con il proprio territorio dov'erano nati,  parlare la loro lingua madre e dare ordini  non romani; insomma capire e farsi capire reciprocamente.
Era un potente strumento a sostegno degli interessi che questi avevano per il proprio paese, e nel medesimo tempo questa nuova concezione dell'esercito favoriva la salvaguardia dei confini. Era ancora una volta la dimostrazione che Adriano voleva il decentramento al quale abbiamo accennato sopra: una specie di federalismo. And� quindi a formare corpi militari composti dagli abitanti delle regioni di confine che venivano istruiti nei rispettivi accampamenti come una milizia locale. Ma  proprio per questo (salvo i primi istruttori romani) non assorbivano (qui la parte dolente) quasi pi� nulla dello spirito romano. 

Questo decentramento se da una parte contribuiva a formare una milizia efficiente e motivata (a salvaguardare il proprio territorio), dall'altra portava, una volta che i comandanti fossero arrivati al vertice della carriera, alla creazione e formazione di vere nationes. Di conseguenza questi ultimi si trovavano a comandare questa milizia autoctona, nella quale i pretoriani (come ufficiali o istruttori e quali depositari dello spirito romano) diventavano sempre meno numerosi e  pochi  perfino ininfluenti.

Insomma gli eserciti provinciali andavano sempre pi� perdendo il valore di simbolo dell'ideale romano in Egitto, in Britannia, presso i Germani,  e quasi sempre per operazioni non solo di difesa, ma di conquista, imitando in tutto i romani. Ma questo nuovo sistema di protezione della sicurezza dell'impero e delle province di frontiera ebbe poi ripercussioni sul mondo militare che si disabitu� all'offensiva, soprattutto quando questa era condotta su territori dove abitavano genti della stesso sangue, della stessa stirpe.

Poi c'era anche un altro rovescio della medaglia, come vedremo in seguito. Infatti, proprio nelle zone in cui la pace -per questi motivi- si era conservata a lungo senza invasioni confinarie o rivolte interne, questo esercito inizi� a diventare sedentario, incapace nemmeno di difendere il proprio territorio da infiltrazioni di altri nuovi gruppi che in diverse epoche si succederanno.
 Si erano trasformati tutti in un popolo di contadini indolenti senza disciplina, mansioni, doveri, esercitazioni per rimanere efficienti. Era diventato un popolo rozzo, zotico e inutile. E quando 60 anni dopo, nel 193, Settimio Severo vorr� correre ai ripari, sar� troppo tardi. Si accorger� di non avere n� un esercito romano e neppure uno provinciale. 

Ci si meraviglia di come Adriano non abbia immaginato queste conseguenze. Forse pensava di essere immortale o che il mondo alla sua morte sarebbe rimasto in una pace perpetua (come le sue leggi), senza che nessuno perpetuamente avesse avanzato pretese etniche. 

Gli errori in Europa, partono da questi anni, forse proprio da Traiano e da Adriano, e d'ora in avanti saranno sempre pi� numerosi. Le province non pi� cementate da nuovi ideali di civilt�, che Roma, irrigidita e ottusa non sar� pi� capace di rimpiazzare o modificare, diventeranno sempre pi� autonome una dall'altra, ripescando le loro ataviche tradizioni, lingua, religioni, costumi che nel tempo, come vedremo nei prossimi anni e secoli, andranno a dividere prima il continente poi le nazioni e che all'arrivo dei barbari saranno cos� indebolite  da esserne travolte.

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