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ANNO 130 d.C.

QUI il riassunto del   PERIODO DI ADRIANO - dal 117 al 138 d.C. 


*** ADRIANO IN EGITTO
*** ANTINOO IL PREFERITO DI ADRIANO
*** GLI OBELISCHI SOLARI A ROMA - E I MINU

 Lasciata la Siria e Antiochia l'imperatore Adriano visit� la Caria (Rodi), la Licia (Turchia Ovest) e la Palestina. A Gerusalemme provoc� la sollevazione della popolazione ebrea per due motivi: 

1) eman� una norma contro la circoncisione; 2) ordin� di costruire una nuova citt� al posto di Gerusalemme che Tito aveva distrutto, popolandola di greci e distribuendo loro le terre espropriate agli Ebrei, beneficiandoli di esenzioni fiscali, di incentivi, regalie e prestiti. Ma and� oltre, al posto dell'antico tempio di Jehovah ne fece erigere uno dedicato a Giove Capitolino nel quale lui stesso doveva essere adorato. Gli Ebrei considerarono questo atto una provocazione. Ne seguirono alcune rivolte, che furono domate abbastanza facilmente fin quando Adriano rimase in oriente (ma ne rimasero i focolai, che poi esploderanno nel 134).

 Adriano stesso dovette muoversi da Roma e si and� a macchiare di una strage peggiore di quella di Tito nel 70). Durante questo soggiorno si rec� in Egitto dove rimase circa 2 anni, visitando tutto il territorio: Nilo, Nubia, Mauritania, scoprendo le tombe dei grandi Faraoni, che riposavano da millenni in costruzioni solenni e gigantesche e che influenzarono non poco lo pseudo-architetto Adriano, che matita alla mano, progett� qui come avrebbe dovuto essere il suo mausoleo a ROMA.
 Scopr� anche le grandi cave di marmo e di granito dell'Alto Egitto, dove trasfer� migliaia di operai che lavoravano continuamente per estrarre blocchi ciclopici del peso di migliaia di quintali l'uno. Questi blocchi, dopo essere stati trascinati per terra per 955 chilometri e su chiatte sul fiume Nilo, arrivavano sul Mediterraneo e partivano per Roma con navi speciali, appositamente costruite, dove caric� inoltre i pi� belli obelischi dell'Antico Egitto, che da epoche antichissime svolgevano una precisa funzione nel culto solare, soprattutto a Eliopolis (la citt� del Sole), sorta fin dal 2450 a.C.


A Roma si contano ancora 13 obelischi. Fra i tanti quello di Karnak in Piazza San Giovanni (il pi� alto del mondo - 33 m. in un unico blocco) quello di Eliopoli che alcuni riconoscono come quello di Piazza San Pietro altri di Piazza del Popolo; poi altri in Piazza Minerva, Trinit� dei Monti, Piazza Navona, Quirinale. Tutti avevano una funzione precisa che molti architetti ignoreranno, dopo l'avvento di Costantino e quindi dei papi cristiani fino al Rinascimento, volendo estirpare da Roma il culto del Sole. 

Piccole e grandi lastre di marmo incastonate nel terreno fornivano ogni mese precise indicazioni sulla posizione del Sole, della Luna, dei Pianeti, delle Costellazioni, dello Zodiaco e delle singole Stelle del firmamento. Erano (se ne trovano ancora in qualche zona d'Italia e in oriente) dei veri e propri Planetari all'aperto, funzionanti sia di notte che di giorno (ne trovate uno a Este). 

La facciata dell'obelisco, la cosiddetta Rosa dei Venti, puntava verso i punti cardinali mentre le lastre (di cui abbiamo parlato sopra) tutto attorno furono eliminate nell'epurazione del paganesimo.

Bisognava infatti far cambiare le abitudini ai romani e nel 461, 140 anni dopo l'editto di Costantino, troviamo ancora Papa Leone che si lamentava "Siamo angosciati, i romani prima di entrare in San Pietro, si voltano verso quel monumento e verso il Sole e piegano la testa in segno di devoto omaggio". Ci pens� in seguito San Bernardino che trov� la soluzione ideale per accontentare tutti, prese il simbolo del sole egiziano (il disco solare con i raggi) inser� l'ostia al centro e and� a creare l'ostensorio, dove traslando l'usanza di non guardare (perch� il sole acceca gli occhi) mutu� e concili� il rito cristiano con quello pagano.

In quella che � oggi Piazza San Pietro sorgeva il Circo voluto da Caligola e l'obelisco che attualmente vi si trova, era circondato come lo � ancora da pietre a forma di paracarro (gnomone=indicatore). 12 erano grandi, (le ore) altre 60 piccole, sono i cosiddetti  minu egiziani che i sacerdoti del Sole nel dividere il cerchio mutuarono dai conducenti di muli, che una legge gi� millenaria imponeva loro di non caricare gli stessi con sacchi oltre i 60 minu di grano, una misura questa che poi era la singola (legale-codificata) razione di grano che ogni operaio riceveva in un giorno. (in seguito anche la numerazione sessagesimale part� da questa diffusa divisione del carico in uso in tutti i granai d'Egitto, che permetteva i calcoli della divisione anche a un bifolco, infatti gli bastava tracciare in terra un cerchio (in questo caso specifico un cono di grano) e poteva facilmente dividere lo stesso con delle linee in 2, 4, 6, 8, 10, 20, 30 e 60 razioni. Stranamente (misteri dell'umanit�) questa stessa divisione ma con una logica pi� matematica l'avevano fatta gi� i cinesi nel 2000 e forse 3000 a.C, in 64, tracciando e incrociando le molto pi� logiche 32 righe-divisioni dentro un cerchio, i famosi Ching, impostando anche un sistema filosofico, i 64 esagrammi (come la tavola dei 64 codici binari che usiamo oggi nel linguaggio dei computer) che sono composti da una linea spezzata e una intera (come i bit  in 0-1 , on-off) che tutti messi insieme (sia gli uni che gli altri) danno la esatta progressione della numerazione binaria proprio fino al 64. Su questi Ching si sofferm� lo sguardo del gesuita Padre Bouvet missionario in Cina, che relazion� al matematico Leibniz, che ci scopr� il sistema binario, che sembrava una bizzarria, ma che poi Boole ci svilupp� la sua logica matematica, il calcolo filosofico-concettuale del linguaggio binario, che poi diventer� il linguaggio operativo del calcolatore elettronico. (un fantastico e stranissimo viaggio nel tempo e nei misteri !)

(vedi nei dettagli DAI CHING AI COMPUTER)


ANTINOO, IL PREFERITO DI ADRIANO

 Era un giovane efebo di bellissimo aspetto, molto effeminato. Adriano, fra le sue inclinazioni personali, aveva anche quella che alcuni grandi storici ci hanno tramandato riguardo ad alcuni rappresentanti di quella cultura ateniese che Adriano tanto amava, cio� quella di circondarsi di tanti giovinetti e "intrattenersi" con loro.
Antinoo, greco della Bitinia, era il suo favorito, se lo portava dietro in tutti i suoi viaggi e mentre era con lui in Egitto, il 30 ottobre, durante un bagno sul Nilo Antinoo mor� annegato. Adriano fu prostrato dalla morte del suo favorito; lo elev� al rango di divinit�, come Pan, come giovane Hermes. Lo esalt� come principe della giovent� e della bellezza e lo fece onorare fondando una citt� in Egitto con il suo nome, Antinoopolis, tutta greca nella urbanizzazione, nella architettura e perfino nella gente, che fece venire appositamente dalla Grecia per popolarla. 

La gratific� poi di favori come nessuna altra citt�, dandogli perfino una monarchia stile ateniese e la fece citt� libera, che divent� in seguito anche molto importante.

Di Antinoo ci rimane la sua effigie in una delle pi� belle sculture greche, l'ultima creazione figurativa di tutta l'arte classica che oggi si conosca (forse di scuola di Afrodisia dello scultore Antoniano). Oggi si trova a Napoli al Museo Archeologico, un busto che ognuno di noi ha visto almeno migliaia di volte nelle riproduzioni. Il riccioluto giovinetto dai dolci lineamenti e dal profilo regolare, stupendo, velato nello sguardo da una sottile malinconia.

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