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ANNO 111 d.C.

Qui il riassunto del PERIODO DA NERVA fino  A TRAIANO ( dal 97 al 117 d.C.)
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L'ANNO 111
*** RESCRITTO DI TRAIANO 
SULLA PERSECUZIONE CRISTIANA

In quelle nuove norme emanate nel 103 (vedi) in occasione della TANGENTOPOLI, abbiamo ricordato che fu adottata una soluzione politica (patteggiamento) nei confronti dei delatori e dei pentiti che stavano seminando il sospetto anche su coloro che avevano in alcuni casi onestamente amministrato la Giustizia in precedenza, che venivano accusati di collusione, e che stavano paralizzando, queste accuse e sospetti, non solo le opere pubbliche ma anche la giustizia stessa. Contemporaneamente le nuove disposizioni erano valide anche nei processi contro i cristiani, dove si adott� la stessa misura di garantismo giudiziario.
Nella persecuzione ai cristiani che qualcuno nella storia annovera tradizionalmente come vera e propria persecuzione, c'� poca verit� (diciamo che qualcuno volle calcare la mano, ad ogni costo si voleva fare di tutta l'erba un fascio)
Storicamente se ci rifacciamo ai documenti veri che oggi sono a disposizione di tutti, non esiste un provvedimento rigoroso e severo di Traiano nei confronti dei cristiani, ci sono solo degli accenni a  quando si emanarono le nuove leggi. Con molta saggezza, le leggi in questione erano dettate dalla non poca obiettiva salvaguardia di una stabilit� politica costituita. Cio� quella tolleranza che i romani avevano nei confronti di molte divinit� pagane che giungevano a Roma da ogni parte della provincia, purch� a loro volta si dimostrassero tolleranti con le altre.

Abbiamo gi� spiegato negli anni precedenti quali erano i giustificati motivi di malcontento di alcuni sacerdoti di altri culti pagani o ebraici (vedi anno 49). Traiano con un senso di giustizia alto ma non per questo persecutorio prese a cuore la questione e eman� il famoso RESCRITTO (decisione inappellabile ) inviato al Senato.
In questo ordinava "Di scarcerare ogni cristiano accusato ingiustamente senza prove certe, n� di ricercarli appositamente e incolparli solo per il fatto che appartenessero ad un culto diverso, ma di punirli (come nei casi di corruzione) se citati in tribunale solo se era noto il nome dell'accusatore e in questo caso sempre che questi fosse in possesso con prove certe, che l'imputato era un sedizioso e aveva contribuito con discorsi o azioni e fatti dolosi ad attaccare l'autorit� costituita. 
I rei confessi inoltre se abiuravano la loro monoteistica fede e accettavano le leggi costituzionaliste che regolavano con tolleranza tutte le altre fedi, riti, divinit�, potevano essere rimessi in libert� e potevano anche (dopo un periodo di arresti domiciliari e di osservazione) rimanere in Roma. Gli intransigenti, per coloro che continuavano a essere recidivi dovevano essere immediatamente allontanati ed esiliati da Roma.


PLINIO IN BITINIA - Traiano nel corso dell'anno aveva assunto personalmente la direzione di alcune indagini che riguardavano la cattiva amministrazione di Vareno Rufo in Bitinia. Era accusato anche lui di corruzione, di appropriazione di denaro, di arricchimento facile. Traiano queste indagini e quindi la soluzione del caso le aveva sottratte (ottenendone il consenso) al Senato, con la precisa intenzione di voler nominare lui un governatore e che costui poi dipendesse unicamente da lui e lo tenesse informato. Del resto si assumeva tutte le responsabilit� dell'uomo che avrebbe scelto, non come avevano fatto i senatori che dopo aver nominato Rufo scaricavano l'uno sull'altro la cattiva scelta che costava denari allo Stato.
Era un fatto senza precedenti, le nomine venivano sempre fatte dal Senato, ma Traiano impose con il suo solito modo di fare la sua idea e ne ottenne l'assenso. Con lo stesso impegno di assumersene le responsabilit� si ebbero poi in altre province, nomine che gli permisero di controllarle molto da vicin.

Scelse per questo delicato incarico in Bitinia, che era una delle pi� interessanti province romane, Plinio il Giovane, che vantava una indiscutibile carriera forense ma era a digiuno di esperienza di una provincia. Una inesperienza che si rivel� non uno svantaggio ma un vantaggio visto che non era quel solito burocrate che relazionava con Roma, ma un uomo di indiscussa dirittura morale pronto ad affrontare anche con la cura del particolare i molti e complicati problemi che si creavano in una provincia lontana.
Dobbiamo proprio a questa dirittura morale, la considerevole esperienza finanziaria, la cura del particolare se dalle sue periodiche lettere inviate a Traiano per relazionare il suo lavoro, riusciamo a conoscere  la grande opera di legislatore dell'imperatore; dove spicca la sua personalit� dalla ferrea disciplina ma anche dove non disdegna di mostrarsi cedevole. Le risposte che Traiano manda a Plinio sono concise ma acute e in esse si spiegano i motivi di ogni sua decisione e provano che Traiano non era solo un soldato ma un uomo dai seri propositi e di grande abilit� amministrativa e con uno sguardo alle innovazioni.

Ma intanto in Armenia Cosroe vincitore su Vologese II, proclama re d'Armenia il nipote Partamisiri che va a causare un inasprimento delle relazioni con Roma.


EPISTOLE DI PLINIO IL GIOVANE - Nella sua nuova veste, di inviato speciale in Bitinia questo storico nei continui contatti con Traiano ci lascia migliaia di lettere di reciproco scambio con l'Imperatore che ci permettono di addentrarci storicamente sia nel carattere di Traiano, sia in quelle che erano le sue precise alle volte rigorosissime disposizioni in campo politico, sociale, amministrativo. Diventeranno queste lettere uno spaccato ben preciso di tutta la storia romana, e una straordinaria biografia di Traiano.

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