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ANNO 104 d.C.

Qui il riassunto del PERIODO DA NERVA fino  A TRAIANO ( dal 97 al 117 d.C.)
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L'ANNO 104
*** L'EDILIZIA DI TRAIANO  ROMA
*** VALERO MARZIALE

Oltre agli interventi nell'amministrazione e nella giustizia Traiano si dedica quest'anno e nei prossimi due (senza guerre) a un intenso programma di edilizia nella citt� di Roma. Rivoluziona tutto l'assetto urbanistico della capitale.

 Iniziano architetti, urbanisti, artisti e capaci funzionari, quella che sar� considerata l'Era aurea della Edilizia Traianea. Con lo stesso Traiano a disegnare e a concepire alcune opere, spesso anche in concorrenza con i suoi prestigiosi architetti.
Troveremo uno di questi grandi architetti, Apollodoro, impegnato in numerose realizzazioni. Prima di ogni altra cosa il Foro Traiano, il pi� grande e il pi� splendido come complesso dei fori imperiali. Occup� un'area cinque volte il Foro d'Augusto; comprendeva la Basilica Ulpia, due grandi Biblioteche, la Colonna Traiana (uno dei massimi capolavori dell'arte mondiale)  il Tempio, e i Mercati Generali, con circa trecento botteghe varie. 
Oltre le terme sull'Oppio, la via Salaria (fino allora un sentiero fra le campagne tra Roma e il porto d'Ascoli - considerata la via del sale), la via Traiana (Roma-Benevento-Brindisi);  i porti di Civitavecchia ed Ancona, e molte altre di cui parleremo ancora.
Rivoluzioni urbanistiche con alcune multiformi costruzioni (l'intero Foro di T.)  che ancora oggi possiamo vedere e rimanere stupefatti. Si calcola che almeno 500.000 persone tra il 104 e il 112 furono occupate a tempo pieno in questi lavori edilizi; e non risulta vi siano mai stati ritardi nella consegna delle opere progettate, tutte portate a termine a tempi di record.

Non menzioniamo le opere eseguite all'estero perch� richiederebbero un volume intero, ma non possiamo dimenticare due grandi opere realizzate nei pressi del Danubio all'entrata della Dacia:  le famose Porte Di Ferro a Tapae, che ancora oggi � considerata un'opera straordinaria; una difficile opera di ingegneria che apr� -scavando milioni di metri cubi di roccia- la strada a Tsierna, dove il Danubio scorre in una profonda gola rocciosa tra due montagne; inoltre sempre nello stesso territorio l'altra opera - gi� accennata- quella di Apollodoro, che costru� sempre sul Danubio, a Orsova, il pi� grande ponte dell'antichit�, lungo pi� di chilometro (1070 metri).

L'impronta alla Dacia che gli diedero i romani, perfino nella lingua, fu determinante: diedero il nome al popolo (moltissimi i coloni romani giunti dall'Italia) e al territorio stesso, visto che ancora oggi si chiama ROMA-NIA).


MUORE VALERIO MARZIALE il grande poeta satirico era nato in Spagna nel 40 ma si era trasferito appena  ventenne a Roma. Nella capitale dell'impero, servendo i potenti clienti  condusse la vita del cliente. Prima con Seneca poi con i principali letterati del tempo, le adulazioni e gli umilianti servizi resi ai potenti di turno gli permisero una vita non certo misera. Con Traiano tali servigi finirono, crollarono e croll� anche la sua sicurezza economica tanto che lo vediamo subito dopo l'elezione del nuovo imperatore (nonostante rivolgesse adulazioni anche a lu�) ritornarsene, amareggiato in Spagna. E qui che porta a compimento i suoi scritti pi� famosi (1500 epigrammi). Vi troviamo pi� di una accurata descrizione del mondo romano, che Marziale rattristato rimpiange. Dipinge cos�  un quadro molto colorito e vivace della societ� del suo tempo, ma nello stesso tempo nell'amarezza di non esserci pi�, troviamo in contrasto il suo realismo che esprime con un linguaggio immediato e crudo. Non abbandonando del tutto l'epica classica, Marziale preferisce in forma pi� modesta aderire alla realt� quotidiana, che in questa nuova forma letteraria e ricerca della concentrazione espressiva, lui sente pi� vitale. Rimarr� tra i pi� alti esempi di questo genere letterario per la forza inventiva del linguaggio. Enorme la sua influenza sull'epigramma satirico e giocoso moderno.

La vita di Roma � pura materia dei quattordici libri di epigrammi di M. VALERIO MARZIALE , spagnolo di Bilbili, nato nel 40 d. C. e morto in et� di circa sessantenni, dopo una vita trascorsa nel vano desiderio dell'agiatezza. Marziale per� non tuona, come Giovenale, contro la corruzione della societ�; egli si limita a metterla in mostra, cos� com' �, a trovarne e a farne vedere i difetti, a coprirla di ridicolo, a farne oggetto delle sue burle, dei suoi motteggi, dei suoi frizzi. Finissimo osservatore, fa sfilare davanti a noi un' infinit� di ritratti. Non sono figure descritte in tutti i loro particolari, ma abbozzi, tipi visti di scorcio e presentati con poche linee, che tuttavia saltano vivi dinanzi ai nostri occhi. Poeta immediato, coloritore vivace, dotato di fervida immaginativa e di comicit� inesauribile, egli � rimasto maestro insuperabile nell'arte epigrammatica. � Ben pochi � come giustamente dice il Lessing �hanno scritto tanti epigrammi come lui, e nessuno, in mezzo a questi tanti, � riuscito a farne s� gran numero di buoni e s� gran numero di veramente perfetti�.


(su MARZIALE vedi anche il LETTERATURA LATINA)

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