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ANNO 89 d.C.

Qui il riassunto PERIODO DEI FLAVI (Vespasiano, Tito, Domiziano) 69-96 d.C.


*** DOMIZIANO IN GERMANIA E IN DACIA
*** DUE OTTIMI GENERALI: NERVA E TRAIANO


Avevamo anticipato nel 85, quali misure erano state prese a Roma per ottenere alcuni risultati in una campagna militare contro i Daci.

Dopo la brutta avventura nel 86 dove abbiamo visto i Daci varcare il Danubio, sbaragliare con una guerriglia i romani, poi ritrarsi e ridere in faccia a Domiziano che era accorso con delle intenzioni minacciose, la pace che ne segu� fu di breve durata.
Domiziano aveva abbandonato  la zona delle operazioni pur garantendo una certa difesa dei confini rimpiazzando truppe fatte confluire da altre province.
Era poi ritornato a Roma con la ferma intenzione di organizzare un'armata decisa a far terminare una volta per tutte  Decebalo e il regno della Dacia che seguitava a minacciare  la tranquillit� delle due province della Mesia, Inferiore e Superiore.

 Era stata quindi decisa nel 87 una tregua, ma poi nel 88 si diede il via alla prima campagna  comandata da Tettio Giuliano, che ottenne una prima vittoria a Carnsebers, alle Porte Di Ferro. 

In questo 89 era stato previsto un altro grande attacco. Doveva essere punitivo e anche definitivo. Si svolse a Tapae; qui i romani fecero uno strage  e uccisero anche un capo dei Daci, Vezina, non meno famoso di Decebalo.
Giuliano spingendosi oltre era arrivato davanti alla capitale dei daci,  Sarmizegetusa; era un'attacco decisivo e risolutivo per le sorti della guerra, ma per due motivi dovette ritardare;  il primo era che doveva preparare un perfetto piano strategico, secondo aveva l'ordine di aspettare Domiziano stesso quasi a cose fatte per entrare nella capitale dacia da storico trionfatore.

Nulla doveva essere lasciato al caso e all'improvvisazione.  Purtroppo non era per� stato previsto il capovolgimento della situazione. La ribellione di Saturnino in Germania mand� all'aria tutti i piani di Domiziano e di Giulinao. Il governatore della Germania aveva scelto il momento giusto per impadronirsi della cassa delle due legioni che svernavano a Mainz sul Meno. Convinse i soldati a schierarsi dalla sulla parte e si fece proclamare imperatore.  Chi partecip� a questa congiura non ci � noto. In avanscoperta quelli che tramavano a Roma forse mandarono solo lui, e lui che aveva l'ambizione di diventare imperatore non si tir� indietro. Del resto a Roma solo con l'appoggio di un generale avrebbero potuto far qualcosa. Non c'erano alternative.

Saturnino riusc� perfino a convincere ad allearsi i nemici doveva combattere: gli allibiti Catti.
Il 1� GENNAIO di quest'anno, fece accendere la scintilla di quella che poteva trasformarsi in un'altra  sanguinosa guerra civile all'interno dell'impero, come era gi� avvenuto nel 69.

Vista la situazione in Germania e con buona parte delle truppe romane impegnate contro i Daci, che erano anche loro acerrimi nemici, i Marcomanni e i Sarmati ne approfittarono (rompendo alcuni patti fatti con i romani) per fare alcune scorreria in Pannonia (Romana). 
N� mancarono di approfittarne i Parthi. Questi pur sempre in guerra con Roma, nell'occasione tre pretendenti al trono misero a farsi la guerra tra di loro; Vologese II, Pacoro II e Artabano IV. Poi si inser� un quarto, Cosroe, nuovo astro nascente dei Parti, che dar� in seguito molto filo da torcere ai Romani.

Sembrava tutto compromesso in Dacia, e cosa ancora pi� grave, c'era lo spettro della guerra civile in Italia se Saturnino varcava il Brennero e iniziava a marciare verso Roma.

Ma avvenne l' imprevisto.  Verso la Germania  stava marciando dalla Spagna la VII legione Gemina; a comandarla un bravissimo generale trentaseienne: TRAIANO. Gi� il 12 gennaio con delle marce forzate era sul territorio della rivolta, e altrettanto rapidamente Domiziano si affrett� a marciare con i suoi pretoriani verso l'Italia settentrionale. Qui risal� la Val d'Adige, da Merano attraverso Passo Resia scese verso Coblenza, e l� nella piana di Andernach tra Coblenza e Bonn prima ancora di arrivarci gli vennero incontro i messaggeri con una bella notizia, Traiano e Massimo governatore della Germania inferiore, avevano gi� sconfitto il 25 mattina, Saturnino.
I Catti che avevano assistito dalle falde del Lanh di fronte a Coblenza non intervennero, anzi si godettero il bellissimo spettacolo dei "romani contro romani", poi prima del rientro di Domiziano in Italia, vennero a saggi patti con l'imperatore; si misero d'accordo con un trattato dove promettevano che non avrebbero pi� invaso i territori romani. Ma anche qui i maligni dissero che la pace Domiziano l'aveva comprata, sborsando molti soldi, per correre in Dacia a prendersi l'altra gloria, a cose fatte, come questa.

Rimaneva appunto la Dacia; i soldati della XXI Rapax con al comando Domiziano stesso, raggiunsero la Pannonia, poi  scesero verso Belgrado diretti verso le Porte di Ferro per incontrarsi  con Giuliano in attesa.
Sembrava tutto pronto per sferrare l'attacco decisivo, quando avvenne un totale cambiamento della situazione: il Re dei Daci, Decebalo si era stancato di fare la guerra, voleva la pace, naturalmente a un prezzo; Domiziano ben lieto di tornarsene subito a Roma accett�.

Un'altra pace fatta con un  trattato, soldi contanti e obbligo al pagamento di tributi annui. Decebalo accetta anche di essere vassallo di Roma ma da una testimonianza alla cerimonia della sottomissione, lui non era neppure presente, al suo posto mand� un ignoto principino dacio, di nome Diegis.

Domiziano poteva cos� rientrare a Roma a celebrare con gran pompa magna tre trionfi nello stesso anno, contro i Catti, contro i Daci e per avere scongiurato con un suo decisivo e pronto intervento una guerra civile in Italia. Era la gloria che cercava. 
Non sappiamo militarmente quanto meritata non conoscendo le condizioni di pace, ma comunque sia, anche se fece appena l'atto di presenza  in entrambi i due conflitti, era riuscito a prendere decisioni immediate e con i generali giusti, e se il padre lo aveva sempre trattato da un buono a nulla, dimostr� di avere delle buone qualit� nel decidere, agire, ed essere un buon diplomatico se � vero che la pace la compr�.
Ma a Coblenza non era stato molto pacifista con i (troppo pochi) cospiratori accertati che si erano alleati con Saturnino. Infatti  sospettoso anche di quelli festanti che gli vennero poi incontro a pericolo scampato, non volle credere che Saturnino aveva agito da solo. Complice qualche generale doveva esserci per forza, e a costoro pur non avendo prove, per precauzione non affid� pi� incarichi importanti, n� li mise pi� a capo di una legione o di un semplice reparto.

Insomma non era un risultato da poco, anche questa sua ultima decisione era pur sempre la decisione di uno statista che non vuole far correre altri pericoli all'impero e a chi lo rappresenta.

Per riconoscenza DOMIZIANO fu grato a COCCIO NERVA e al  giovane generale ULPIO TRAIANO, che volle poi come colleghi consoli; il primo il prossimo 90, e il secondo l'anno dopo, nel 91. Due futuri "ottimi" imperatori! Anche qui non sbagli�.

*** CINA  Gli annali cinesi riportano questo evento, l'astronomo Chia K'uei misura per la prima volta l'obliquit� dell'asse terrestre rispetto al piano dell'eclittica.
In occidente per arrivare a tanto ci vorranno altri 1700 anni.

** In Grecia si svolgono i giochi della CCXVII OLIMPIADE

** P. PAPINIO STAZIO (Napoli 50-90) poeta latino, amante della bella letteratura e dei salotti romani, scrive la raccolta di liriche "Silvae" (oltre ai 12 libri di Tebaide e del poema epico Achilleide). Sono cinque libri : carmi di vario genere (come le descrizioni di opere d'arte, composizioni per nozze, genetliaci, esequie, encomi) che dipingono soprattutto l'alta societ� e l'ambiente di corte. Un discreto documento per conoscere la vita romana di quel tempo.
Dante che forse ne prese visione alla corte di Sicilia dove esisteva la grande biblioteca di Federico II, colloca Stazio in una posizione di rilievo, accanto a Virgilio, nell'ultima parte del purgatorio.

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