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CRONOLOGIA

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ANNO 78 d.C.

Qui il riassunto PERIODO DEI FLAVI (Vespasiano, Tito, Domiziano) 69-96 d.C.


*** I ROMANI SUL BASSO RENO

Non solo in Britannia, in Parthia e in Dacia erano sorti problemi di compattezza degli eserciti romani dopo il nefasto 69 (impero nell'anarchia con quattro imperatori) e anche subito dopo con le indecisioni a Roma, durate pi� di un anno prima di proclamare un nuovo imperatore; ma erano sorti problemi anche presso i territori dei Germani; qui  i disordini erano stati numerosi. Alcuni erano stati stroncati sul nascere, ma quando scese in Italia il folle Vitellio, il caos fu totale, che aument� quando Vitellio rimand� a casa l'esercito germanico senza paga.

Con l'avvento di Vespasiano che di questioni militari come abbiamo visto se ne intendeva, le epurazioni erano iniziate e proseguite decise e numerose, sia stroncando con fermezza i voltagabbana, oppure togliendo di mezzo dai vari comandi gli incapaci. 
Ma rimanevano le difese dei confini che non erano stati in quegli anni critici rinforzati.

Il sistema difensivo del basso Reno richiedeva rinforzi e dei buoni interventi organizzativi, pertanto nella struttura e nella composizione dell'esercito, con le riforme di Vespasiano, ci furono delle sostanziali modifiche. Ma i cambiamenti ci furono anche nei rapporti con le popolazioni locali. Persino i Batavi sempre sul piede di guerra e sempre insofferenti per la presenza romana ritennero opportuno ritornare alle vecchie alleanze. Molti pensarono che a Roma era ritornato un uomo forte, quindi con molto realismo si adeguarono.

Poi vennero i Frisi, poi i Tencteri e gli Usipeti che stanziati nella riva destra del Reno della Ruhr alla Lahn si dimostrarono anche loro disposti ad avviare trattative. Mentre furono adottate misure drastiche per quanto riguardava i Brutterai, abitanti fra la Lippe e l'Erms che non erano ancora disposti a piegarsi alla diplomazia romana. Questi avevano resistito a oltranza, con la loro sacerdotessa (capo) VELEDA di cui avevano una venerazione immensa. Con il fanatismo religioso, li aveva pi� colte guidati -nonostante le grandi perdite- nelle spedizioni punitive contro le fortificazioni romane negli ultimi 8 anni ma senza mai ottenere grandi risultati. Finch� il questo 78 RUTILO GALLICO sferr� un attacco con grande determinazione, sconfisse i Brutterai e fece prigioniera Veleda stessa.
Tacito ci lascia scritto che i Brutterai in un numero di 60.000 furono massacrati in questa circostanza da una coalizione di popoli vicini e che i romani furono estranei al fatto (!). Lui non c'era, e scrisse quello che gli raccontarono i vincitori, non i vinti.
Comunque a parte queste testimonianze edulcorate, il confine del Reno era ora difeso dai romani con maggiore risolutezza. Non solo ma -lo avevamo gi� accennato nella sue politica delle spese- Vespasiano aveva stanziato per queste zone ingenti somme per la costruzione di non pi� fortini ricavati da scavi nel terreno nel quale venivano poi inserite costruzioni fatte di legno, ma erog� finanziamenti per costruire castelli in pietra, per poi affidarli a truppe provenienti da altre province. Quattro nuove legioni furono formate nella Germania inferiore e tutti i loro accampamenti d'ora in avanti saranno edificati in pietra; sono proprio questi siti che daranno origine in seguito a moltissime citt� tedesche, e non solo tedesche, giunte fino a noi. I centri di alcune di queste conservano ancora la originale pianta romana. 
Dove nascevano questi castri militari subito dopo, attorno, iniziava a pullulare una variet� di gente di ogni genere, dagli accattoni ai commercianti, dai contadini ai servi, e come vedremo in seguito, spesso fondendosi, in alcuni casi quando questi presidi furono a Roma quasi dimenticati, interno ed esterno fu una cosa sola; i soldati avevano familiarizzato con i barbari, avevano sposato le loro donne, messo al mondo figli, messo su famiglia.

Anche nell'estremit� sud orientale tra il corso del Reno e le sorgenti del Danubio la presenza romana nel corso di questi 7 anni � rafforzata, e anche qui molti furono gli stanziamenti statali per la fondazione di castri con solide costruzioni in pietra.

Dai documenti che ci sono pervenuti a dire il vero non � che per tali conquiste richiedessero ingenti truppe, in quasi tutti questi territori, dal Reno al Danubio, di tib� molto potenti ve n'erano poche, e pochi erano i componenti, cio� non abbastanza per opporre una valida resistenza ai romani. La popolazione era ancora limitata, antica, di origine eterogenea, molte volte era la superstite dopo guerre locali tribali; alcune uscite perdenti erano emigrate; molte in gran maggioranza erano ancora di cultura celtica. Le grandi migrazione dai mari del Nord stanno appena ora muovendo i primi passi. Quindi veri e propri grandi gruppi non esistevano ancora.

C'erano per� ancora i Catti e gli Ermunduri che continuavano a garantirsi con certe unioni, una forza capace di contrastare le legioni romane. Contro di loro nel 83 ci fu un intervento quasi casuale di Domiziano, che comparso improvvisamente sul Reno per fare un censimento si trov� a guidare le legioni contro i Catti che si erano riorganizzati, armati e stavano per attaccare i romani. Ne vedremo l'esito nel 83.

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