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CRONOLOGIA

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E PAESI

ANNO 65 d.C.

QUI l'intero  riassunto: del PERIODO DI NERONE dal 54 al 68 d. C.




*** LA CONGIURA DI PISONE
*** STRAGI A PALAZZO

Malgrado le persecuzione e la crudele morte decretata ai cristiani (che impressiono' - scrive Tacito - perfino coloro che li odiavano) e malgrado i faraonici progetti edilizi per ricostruire Roma pi� bella, Nerone non riusc� a tranquillizzare gli avversari che vivevano nel terrore. Il malcontento regnava nell'aristocrazia. Ci si accorse che si voleva "dare l'impressione con quelle sentenze, di fare piazza pulita con dei poveracci che erano s� insofferenti alle altre religioni, ma non erano loro i responsabili  dei mali di quella nuova societ� creata da Nerone". (questo � quello che poi scrissero gli storici successivi- per loro Nerone era il simbolo del "male")

Bisognava quindi agire e per agire si doveva arrivare all'eliminazione di Nerone. Fenio Rufo, un aristocratico, era il piu' insofferente nel vedersi accanto come collega il plebeo Tigellino nominato da Nerone, e fu proprio lui a capeggiare con alcuni militari una congiura. Si unirono quindi alcuni cavalieri con a capo Senecione, e alcuni senatori con a capo PISONE che trovo' appoggio nei suoi colleghi Quinziano e Scevino e altri. Non doveva essere assente Seneca visto che era molto amico di Pisone.

I congiurati decisero che la migliore occasione erano i giochi che si tenevano al Circo Massimo alla fine di aprile per la festa di Cerere. Doveva essere un assassinio plateale, davanti a tutta la folla. Un sicario avrebbe pugnalato nella tribuna d'onore Nerone. Ma il piano fall�. Come l'imperatore fosse venuto a conoscenza del complotto rimase un mistero, comunque sappiamo da una fonte che una certa Epicari nel cercare di convincere il suo fidanzato a partecipare alla congiura, Volusio Proculo, costui essendo un fedele soldato di Nerone, lo inform� in tempo, ma i nomi purtroppo erano sconosciuti e Nerone poco poteva fare. Gli vennero per� in soccorso a poche ore dalla festa le rivelazioni di un liberto, Milico: aveva sentito in casa del suo padrone, il senatore Scevino e il cavaliere Antonio Natale preparare la congiura mortale per il giorno dopo.

Nerone si trasform� in una belva. Fece arrestare Scevino e Natale, li tortur� e infine promise loro la vita se facevano tutti i nomi dei congiurati. Natale fece i nomi di Seneca e Pisone, Scevino aggiunse quello di Rufo, Laterano, Lucano, Vestino e altri,  che non aspettarono nemmeno le guardie, si suicidarono. Furono diciannove i giustiziati, tredici gli esiliati senza contare le altre vittime che vennero dopo.
Seneca che si era defilato proprio il giorno della congiura nella sua villa, fu raggiunto dall'ordine di Nerone di suicidarsi. Altrettanta sentenza piu' tardi raggiunse Petronio che prima di morire distrusse tutta la sua collezione d'arte che Nerone gli aveva sempre invidiato.

Da questo momento troviamo Tigellino, (quell'uomo di umili origini diventato consigliere prima di Poppea poi di Nerone e infine prefetto scalzando Burro e facendo perdere il prestigio di Seneca) con le mani libere di operare per conto di Nerone su tutte le persone che lui riteneva sospette. La lista dei suicidi imposti si allung� e continuo per tutto il 66 A questa imposta auto-condanna caddero perfino i parenti dei congiurati, i fratelli di Seneca, il padre di Lucano e altri e altri ancora; ebbe il culmine quando (non si sa se vera o inventata) fu scoperta un'altra congiura, quella a Benevento detta viniciana dal nome dell'accusato che l'aveva organizzata, Annio Vinicio. Con lui morirono personaggi della cultura, Aruleno, Trasea Peto, Prisco, Sorano, Silano, Plauto, il giurista Longino, il filosofo M.Rufo, Gallione, Mela e tanti altri. Compreso Attico Vestino che fu messo nel mucchio solo per il fatto che aveva sposato una bellissima donna di cui Nerone passato l'entusiasmo per Poppea, si era negli ultimi tempi  invaghito: MESSALINA STATILIA

Era chiaro che qualcosa si stava muovendo. Tra i congiurati eliminati o fatti suicidare c'erano uomini riflessivi e coscienziosi, che avevano soprattutto una dignit� personale e che non erano pi� disposti a sottomettersi a un tiranno anche a costo di morire stoicamente.

Eliminati i fantasmi delle congiure che avvolgevano il palazzo e il suo regale abitante, un altro fantasma si annidava dentro nei saloni di corte. Poppea forse un po' trascurata dal marito che aveva questo nuovo trasporto per Messalina, trov� - senza tanti riguardi - nelle braccia di qualche frequentatore del palazzo la sua consolazione ma anche la sua rovina. Nerone l'affront� brutalmente (non sappiamo quanto questo sia vero) la scaravent� a terra e la fin� a calci.

Il fantasma delle congiure, delle corna coniugali, e dei tradimenti dei suoi migliori amici di baldoria, di giovent�, di studi, i molti artisti che ammirava e che aveva con grande entusiasmo frequentato, stava facendo delirare Nerone, non verso la disperazione nel vedersi minacciato ma verso l'esaltazione, visto che era lui a trionfare, a scampare i pericoli, a essere immortale. Roma ora non gli bastava pi� per questa divinizzazione di se stesso. C'era la terra della Grecia, con il suo Olimpo, la sua storia dei miti, che doveva manifestargli gli onori come Imperatore, al pari di Ercole, Apollo, e c'era l'Egitto dove gi� si sentiva connesso a quelle divinizzazione che portavano il nome di Aton, Helios, il dio Sole.
E inizi� a prepararsi al grande viaggio verso la terra degli dei, i padroni del mondo.

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In Grecia si svolgono i giochi della CCXI OLIMPIADE

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