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ANNO 17 d.C.

QUI riassunto  del PRINCIPATO DI TIBERIO  dal 14 al 37  d.C.


L'ANNO 17
* GERMANICO IN SIRIA E IN EGITTO

TIBERIO dopo aver richiamato in Italia GERMANICO, e subito dopo aver fatto i festeggiamenti in suo onore, lo destina in Asia per domare alcune rivolte in quelle province orientali e per eventualmente organizzare con le leggi romane alcuni territori che erano passati sotto la sovranit� di Roma da alcuni anni. 

Anche in Siria, e poi in Egitto, il zelante Germanico, sembra voglia ripetere alcune gesta non solo come quelle germaniche, ma imitare i grandi che lo hanno preceduto, come Cesare, mentre su questi territori vi � gi� un governatore romano, GNEO CALPURNIO PISONE, un vecchio nobile con grande esperienza, forse inviato proprio da Tiberio per tenere un po' a bada questo giovane con molte inquietanti ambizioni, con poche risorse e per nulla abile a mantenere buoni rapporti diplomatici con i vari regnanti. Per alcune intemperanze, scellerate iniziative, e anche per la sua eccentricit� (inizia a vestirsi come il grande Antonio, allo stile greco-egiziano) entra subito in conflitto con Pisone assumendo atteggiamenti cesaristi e con eccessi di protagonismo.

Il governatore da vero saggio non intervenne subito, ma lo fece quando verr� accusata sua moglie di voler preparare una congiura nei suoi confronti. La calunnia indubbiamente partiva da un losco progetto del giovane rivale. E interviene anche quando Germanico rivolge allo stesso Pisone le accuse di averlo ostacolato nelle sue conquiste, perch� invidioso dei suoi successi, non mandandogli in Armenia i rinforzi; dove lui affermava avrebbe potuto cogliere una grande vittoria.

In AFRICA nel frattempo inizia una rivolta antiromana da parte dei popoli della Nubia guidati dal loro re Tacfarinas, un indigeno che era stato messo dai romani a capo della popolazione Numida e che con il suo potere di funzionario romano era riuscito a organizzare un suo personale esercito pronto a disertare dalle file romane e appoggiarlo in un colpo di mano.
Muore anche ANTIOCHIO III nella Commagene; ne approfittano subito i Romani per intervenire nella successione con lo scopo di evitare disordini fra le varie fazioni, (diremmo oggi nel 2000, "contingente di pace") ma in effetti per mettere un proprio uomo al potere, indi assumere il diretto controllo del territorio, che infatti viene subito organizzato come provincia romana. 
Stessa sorte in CAPPADOCIA dove quest'anno muore ARCHELAO; non essendoci diretti discendenti sono ancora i romani a fare i "giochi" della successione e anche questo territorio viene annesso e organizzato come una provincia, da qui poi partiranno per Roma intere navi carichi di schiavi da adibire ai lavori agricoli o alla servit�.

A ROMA intanto Tiberio nella confusione e negli ostracismi dei senatori e dei gruppi di corte, si cautela da ogni ribellione politica nominando comandante del corpo dei pretoriani L. ELIO SEIANO un uomo dotato di grande forza fisica, portamento di soldato, discreto, fidato ed efficiente. Con questa responsabilit� è l'uomo adatto al mantenimento della legge e dell'ordine in tutta la penisola. Una garanzia al quel potere che Tiberio andr� ad esercitare con il suo assolutismo.

Seiano era un uomo che Tiberio aveva conosciuto quando nel 1 a.C. era stato scelto da Augusto come comites di G. Cesare e aveva diviso poi col padre la prefettura, ma poi partito quest'ultimo per l'Egitto, rimase di fatto solo lui al comando; quando poi mor�, ne divenne formalmente e ufficialmente il Capo. 

Come vedremo, nel 21, Seiano convinse Tiberio a concentrare su Roma le nuove coorti pretorie, assicurando meglio la disciplina e l'efficienza. Cosa che lo port� ad avere grande influenza nella capitale e come vedremo in seguito anche sullo stesso Tiberio. Tanto che diventer� uno degli uomini piu' famosi e sinistri della storia romana.


A Padova muore lo storico TITO LIVIO. Nato a Padova nel 59 a.C. visse a lungo a Roma dove scrisse oltre ad alcuni trattati filosofici andati perduti, una monumentale storia di Roma. (Ab Urbe condita libri) dalle origini al 9 a.C. in 142 libri, che impegn� tutta la sua vita. Letterariamente la sua opera si ricollega alle teorie retorico-artistiche (storia intesa come diletto e ammaestramento) molte diffuse a Roma da Cicerone, e subisce anche l'influenza della storiografia drammatica ellenistica, che talora alterano la realt� storica. Predominano infatti i discorsi dei grandi personaggi dove esalta molto i valori etici, religiosi e patriottici degli stessi, sacrificando molto frequentemente quelli storici.

Ebbero grande influenza nei secoli che seguirono, fino al 1500, quando dalla polvere del tempo vennero fuori i veri storici, quelli scomodi, che erano stati opportunamente seppelliti; ad esempio Tacito che di questo periodo cesarista di Tiberio, col suo assolutismo monarchico, ce lo dipinge in ben altri modi. Ma queste opere vennero fuori solo nel 1451, e perfino Machiavelli che era un liviano, scoperto Tacito cambi� indirizzi, fino a scrivere sotto la sua influenza Il Principe, dove il suo duca Valentino non � altro che la copia del ritratto del Tiberio tacitiano.

Ma non finisce l�, dopo Machiavelli, lo riscopriranno gli Enciclopedisti, Voltaire, Rousseau, la Rivoluzione Francese, e se prima dal 1451 era lo storico che era servito paradossalmente da maestro a principi e tiranni (nell'elencarne i difetti) avvenne un mutamento, nelle stesse pagine i rivoluzionari scoprirono il banditore entusiasta della libert� repubblicana colui che odiava la monarchia assolutista, e molte teste coronate europee caddero sotto la ghigliottina perch� le sue antiche riflessioni volevano proprio questo.

*** INIZIANO IN GRECIA I CXCIX GIOCHI OLIMPICI

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