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CRONOLOGIA

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(pagine in continuo sviluppo  (sono graditi altri contributi o rettifiche)

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"RIASSUNTI DELLA STORIA D'ITALIA"

ANNO 1187

*** LA MORTE DI PAPA URBANO
*** SALADINO CONQUISTA GERUSALEMME
*** LA BATTAGLIA DI HATTIN
*** GLI ERRORI DI SALADINO


*** italia - URBANO III, non riesce nemmeno a terminare i suoi preparativi per scatenare una congiunta offensiva militare al Barbarossa, il 20 OTTOBRE muore. I suoi progetti cadono nel vuoto. L'attacco a Barbarossa sfuma anche per l'elezione di due pontefici nell'arco di pochi mesi: il beneventino ALBERTO DE MORRA col nome di GEGORIO VIII che muore il 17 dicembre, e il romano PAOLO SCOLARI che viene eletto il 19 dicembre con il nome di CLEMENTE III. (il papa che promuover� la Terza Crociata - VEDI BIOGRAFIA DI CLEMENTE III ).

La domanda ricorrente che si sono fatti tutti � che cosa succeder� ora, perch� nel frattempo ENRICO lasciato Milano (da non dimenticare questo immediato "subito agire", che mise in allarme il papato) � sceso nella penisola e ha invaso il territorio della chiesa con l'appoggio di una fazione romana antipapale; quella sempre presente nella capitale: la filotedesca, formata dai nobili feudali conservatori. Ma � anche stranamente appoggiato Enrico, da elementi che volevano Roma Comune, quindi sempre in rotta con lo Stato Pontificio. L'illusione di imitare Milano in una piccola minoranza � grande, ma non si sono mai create le stesse condizioni della citt� lombarda. I tentativi si sono sempre smorzati, rientrando in una delle due pi� dominanti fazioni.

L'assistenzialismo della chiesa e dei nobili domina, e condiziona l'intera capitale, salvo qualche utopista che vuole ignorare questa realt�. Se a Milano e a Venezia la classe dirigente � formata da nuove famiglie aristocratiche, divenute autorevoli con i nuovi mezzi, istituzioni, governi e le nuove idee, ormai autonome dall'autorit� imperiale ed ecclesiastica, quella di Roma � sempre invischiata nella palude di una classe formata da deboli soggetti feudali o da una classe senatoriale (spesso � la stessa cosa) che entrambe perpetuano da padre in figlio una politica di basso profilo (un disimpegno con le regalie) rimanendo perennemente arroccate nei propri scranni dorati, molto lontani dalle nuove realt� politiche economiche e sociali che invece stanno trasformando in Toscana e nel nord Italia la vita delle citt�, modificandone il carattere alla base.

*** Mentre Enrico � impegnato in Italia, Federico Barbarossa s'incontra a Toul con FILIPPO II re di Francia; stipula con lui un'ambigua alleanza contro i guelfi e gli ANGIO'. (Il commovente, remissivo e genuflettente Barbarossa, davanti a papa Alessandro III a Venezia sembra gi� lontano!)

*** TERRASANTA - Saladino proseguendo la sua avanzata inarrestabile, gi� unico sultano sull'Egitto, sul Maghreb e parte della Palestina, sulla Siria e sull'Arabia occidentale, conquista a est anche la Mesopotamia, poi decide di completare il suo dominio invadendo l'intera Palestina. Il suo grande obiettivo � la conquista di Gerusalemme, cercare soprattutto di compiere il proprio dovere nei confronti del suo Dio e della sua fede: la sua vittoria era quella di liberare dal giogo degli invasori il suo  popolo che senza il suo intervento a Gerusalemme  nessun Musulmano avrebbe potuto liberamente recarsi per pregare.

Il 2-settembre SALADINO sconfigge l'esercito franco a Hittin, presso Tiberiade, il 3 ottobre espugna Gerusalemme, cattura il recente re Guido di Lusignano, poi assedia e s'impadronisce di Giaffa, Ascalona, Beirut ed infine occupa S. Giovanni d'Acri, il grande centro cristiano che si � insediato stabilmente da circa 90 anni.
La citt� non e' stata a sufficienza difesa dai crociati; sono diventati tutti apatici, oziosi, tutti s'illudevano che la situazione non sarebbe mai mutata, erano convinti che quella terra, era divenuta per sempre una loro propriet�, anche se erano partiti inizialmente per difendere il Santo Sepolcro. I territori conquistati che appartenevano ai Bizantini dovevano essere restituiti dopo l'occupazione, invece iniziarono i latini stessi a farsi guerra per contenderseli, creando una situazione ambigua, quando pur di arrivare allo scopo, stipulavano suicidi patti con gli stessi saraceni, e anche con lo stesso Saladino per annientarsi a vicenda.
(Quando fu ripresa ma poi nel 1291 cadde definitivamente Acri, ultimo baluardo del regno cristiano, c'erano all'interno diciassette comunit� separate e distinte che esercitavano la loro autorit�, e spesso si facevano la guerra. I mercanti italiani avevano fortificato i loro quartieri non contro i saraceni, ma contro i cristiani latini. La citt� poteva essere salvata, ma la difesa fu ostacolata dalle discordie interne. Ognuno rifiut� di prestare aiuto all'altro per vecchie inimicizie e antiche discordie, difendendo solo il suo quartiere)

Ma ritorniamo a quella attuale, all'inizio della conquista di Saladino.

vedi qui LA BATTAGLIA DI HATTIN

La presa di Gerusalemme e di Acri caus� sgomento nel mondo cristiano europeo. Ma la guerra non l'aveva iniziata Saladino. Ma Reginaldo di Chatillon che aveva rotto i patti con Saladino.
Era da tutti risaputa la lealt� di Saladino, ma anche che non perdonava chi tradiva la sua fiducia e la parola data. Alla conquista di Gerusalemme, nessuno dei signori che gli avevano promesso lealt� salvarono la loro vita e la loro libert�. 
Guido di Lusignano avrebbe dovuto trarne lezione, invece dopo essere stato catturato e imprigionato, fu poi graziato giurando a Saladino che non avrebbe mai pi� combattuto contro di lui. Poi anche lui ruppe i patti, cos� tanti altri con gli istinti predatori, cos� i nuovi arrivati, gli avventurieri, quelli di rango inferiore. Con quelli residenti da anni, i nati sul luogo che vi dimoravano avevano stabilito relazioni amichevoli con i vicini arabi, perfino imparentati con matrimoni misti (i pullani), avevano scoperto la vasta cultura, costumi, e tradizioni che affascinavano, e ovviamente anch'essi con questi contatti cambiavano perfino mentalit�.
Non potevano fare certamente la guerra agli arabi con questi entusiasmi e legami di natura personale. Ecco spiegato perch� alternativamente vi furono tanti tradimenti dei crociati residenti, e tradimenti di quelli appena arrivati che credevano che la parola data ad un saraceno (a un "infedele") non contava nulla. Per seguire l'etica religiosa di una religione, abiuravano l'etica naturale universalista che non ha bisogno di nessun dogma, n� di una religione. L'etica e la morale non � un monopolio di una religione.

I franchi scampati con la fuga presero la via dei mari per andare a chiedere aiuti e soccorsi in ogni paese, in particolare a Roma, e per incitare la gente alla vendetta portavano con s� un disegno raffigurante il Messia sanguinante mentre Saladino l'Arabo lo percuoteva a morte.

Ma a Gerusalemme, le cose non erano andate affatto cos�. Quando Saladino fece il suo ingresso nella Citt� Santa, diede ordini severi ai suoi emiri e soldati che nessun Cristiano, Franco, Orientale o Ebreo, doveva essere molestato. Non ci furono n� massacri n� razzie. Alcuni fanatici avevano reclamato la distruzione del Santo Sepolcro, ma Saladino li mise subito a tacere, rafforzando persino la guardia al luogo di culto cristiano. N� fece nessuna pulizia etnica.

A quelli fanaticamente timorati che volevano abbandonare la citt� Saladino impose una tassa di dieci dinar. I benestanti cristiani che lasciarono Gerusalemme vendettero case, arredi e commerci ad altri cristiani, ortodossi o giacobiti che invece erano intenzionati a rimanere sul posto perch� non erano n� fanatici n� temevano nulla dai saraceni se  non si dimostravano intolleranti.
Il patriarca fece appello a Saladino che molti che volevano lasciare il paese, non lo potevano fare perch� poveri; Saladino si accord� prima per una lista di 500 famiglie, poi un'altra di 700, infine dichiar� che veniva data, a tutte le persone senza averi, la possibilit� di partire senza pagare nulla. E alle vedove e agli orfani franchi, non solo li esent� dai pagamenti, ma offr� loro doni prima di lasciarli partire.

I tesorieri di Saladino si lamentarono; pretesero da Saladino che almeno aumentasse il riscatto per i ricchi. Invece, come tanti altri, lo stesso Patriarca di Gerusalemme, con numerosi carri colmi di arredi, tappeti, suppellettili e ogni sorta di beni fra i pi� preziosi, usc� dalla citt� e pag� dieci dinar come tutti gli altri, ed ebbe anche la scorta per poter raggiungere Tiro senza essere molestato dai fanatici che reclamavano rappresaglia contro le violenze in passato subite da lui e dai suoi cristiani.

Se Saladino aveva riconquistato Gerusalemme non era per ammassare oro, e ancor meno per vendicarsi. Aveva cercato soprattutto di compiere il proprio dovere nei confronti del suo Dio e della sua fede: liberare la Citt� senza un bagno di sangue senza distruzioni, senza odio e convivere con la reciproca onest� e la reciproca tolleranza in fatto di religioni..

Per questa magnanimit� fu perfino rimproverato dai suoi avversari e anche dai suoi vicini collaboratori. Fra i tanti errori a lui imputati in seguito con la riconquista di Gerusalemme da parte dei crociati, fu proprio quella di aver lasciato partire dalle citt� da lui conquistate, compresa Gerusalemme, gli esiliati che si concentrarono sempre su Tiro trasformandola in una micidiale testa di ponte, poi con i nuovi arrivi dei crociati, in una roccaforte inespugnabile.
Altro grave errore fu quello di aver liberato il re di Gerusalemme, Guido di Lusignano. Dopo avergli fatto giurare che non avrebbe mai pi� preso le armi contro i musulmani; questo regalo fatto all'implorante crociato gli cost� caro nel '189. Rinnegando la parola data, il re francese, conoscendo bene la situazione e il territorio, assedi� il porto D'Acri in mano a Saladino in una delle pi� lunghe ed estenuanti offensive di tutte le guerre fatte dai crociati. L'assedio dur� due anni, poi con i rinforzi di RICCARDO CUOR DI LEONE, Acri capitol� l'11 luglio del 1191.

Riccardo non si comport� come Saladino con gli abitanti nel chiedere un riscatto. Si tolse invece l'ingombro, e  per la fretta di ritornare a casa, prefer� sterminarli. Radunati dinanzi alle mura 2700 soldati di Saladino, con circa 300 donne e bambini legati a loro per mezzo di corde, furono trasformati in un ammasso di carne sanguinolento, con spade, lance, pietre fino a quando cess� l'ultimo lamento.

Altro grave errore politico e militare di Saladino, fu quello di impadronirsi di Gerusalemme. Nel farlo, forse sottovalut� la reazione, che invece per l'occidente fu come una sfida, fu infatti pronto a reagire con il pretesto religioso. Non sappiamo fino a che punto motivato dalla buona fede e dal sincero spirito religioso, cos� abilmente strumentalizzato in Europa per ben altri motivi politici. Saladino ignorava certamente la situazione politica (le vendette tra gli occidentali) che si era venuta a creare negli ultimi anni tra gli stati europei con le ostilit� nate tra Barbarossa, Normanni, Papa, e l'impero di Costantinopoli con i Comneno, poi con Andronico e in ultimo con Isacco.

Grande errore fu poi anche quello imperiale di ISACCO, che per difendersi dai latini (che con la scusa di conquistare il S. Sepolcro gli avevano rapinato i suoi territori) aveva rinnovato con Saladino l'alleanza stretta a suo tempo da Andronico in un momento della sua follia.
Un'altra follia la commetter� ancora Isacco il prossimo '189, quando per sondare il terreno per la Terza Crociata, Barbarossa invi� a Costantinopoli una delegazione per consultarsi sull'attraversamento del territorio bizantino per recarsi in Terrasanta. Il gesto folle di Isacco fu quello di imprigionare i suoi ambasciatori. A quel punto lo scenario cambi� totalmente e le intenzioni d'invadere i territori dei bizantini divenne un'irrimandabile necessit� per il Barbarossa.
Del resto nessuna guerra si fa per questioni umanitarie ma solo per salvaguardare i propri interessi o accrescere i propri domini a spese di altre popolazioni.

Quella delle crociate fu un alibi gi� in questa Terza Crociata, poi divenne del tutto palese quando partir� la Quarta Crociata che non arriv� nemmeno a destinazione, rivelando i veri scopi della spedizione: quella di conquistare Costantinopoli e spartirsi il territorio bizantino con il tradizionale modello feudale. La Terrasanta fu del tutto dimenticata, davanti ai commerci, alle terre e ai tesori di Bisanzio.

In poco pi� di dieci anni, la cartina dell'Europa (politica, di conseguenza anche quella religiosa) cambi� radicalmente.

ANNO 1188


*** IL FERVORE DELLA TERZA CROCIATA
*** LA FORZA DELLA CHIESA DOPO LE CROCIATE
*** CHI ERA SALADINO

(vedi anche
LE CROCIATE PER MOLTI UN INFERNO >>

La conquista di Saladino, la caduta di Gerusalemme e dell'intera Palestina, gli storici attriti tra occidente e oriente, e di entrambi con il papato, la lunga inoperosit� dei mercanti veneziani e la confusionaria suicida folle politica di Isacco, scatenano in Europa una coalizione di nemici verso l'impero bizantino dietro il paravento della Guerra Santa per la liberazione del Santo Sepolcro.
Il fine, le vere ragioni sono quelle accennate lo scorso anno, mentre le prediche - in ogni angolo della cristianit�, infuocate e fanatiche della Terza Crociata fatte dallo zelante predicatore cardinale ENRICO D'ALBANO per riscattare la grande sconfitta - fu solo un mezzo.

Ci si prepara dunque in Europa ad una gran mobilitazione sollecitata dal nuovo papa, CLEMENTE III, che invita re e principi (ma � quasi un ordine) a partire alla testa dei propri eserciti. Riuscendo cos� ad allontanare in Occidente, ma soprattutto in Italia, il pericolo gi� temuto da Urbano III: un attacco da nord e da sud, e la cessazione del potere e del prestigio  della Chiesa, dopo l'unione (col matrimonio di Enrico) dei due potenti Stati, tedeschi e normanni, con chiare mire al centro Italia e poi sull'intero Impero bizantino gi� in agonia. 
I due papi non si sbagliavano. Vedremo chiaramente in seguito le vere mire di Enrico.
 Spostando il papa l'epicentro delle guerre in Oriente, paradossalmente fu la salvezza del papato.

Tutti i regnanti furono chiamati a partecipare di persona per lavare l'onta degli infedeli che avevano osato profanare la citt� santa.
Uno dopo l'altro, nell'arco di diciotto mesi, tutti i grandi principi impugnarono la croce; ma il primo ad iniziare la campagna fu proprio Federico Barbarossa. L'imperatore, nella quarta domenica di quaresima, il 27 marzo, s'impegn� a riconquistare la citt� santa. Il suo esempio fu seguito dal secondogenito Federico, duca di Svevia, da Leopoldo d'Austria, e numerosi altri principi, dimenticando le ostilit� con la chiesa romana. Il nuovo papa, pi� accorto di Urbano III, fece altrettanto, non solo abbandonando le ostilit� con Federico e Gugliemo di Sicilia, ma invitandoli a mettersi a capo della crociata. Insomma papa CLEMENTE III, si riconcili� con tutti, con l'imperatore, con i siciliani, con i comuni ancora ribelli al papato e con lo stesso Comune romano.

CLEMENTE III con la sua crociata inizi� un processo che procur� al papato il sostegno morale di rilevanza incalcolabile, indubbiamente la rappresentazione vivente della dottrina della superiorit� del potere spirituale sull'impero in un periodo molto critico e disgregante in Europa e nello stesso papato; (la lotta di Innocenzo III con Barbarossa, l'abbiamo letta). Tutti coloro che presero la croce, re, imperatori, principi o avventurieri divennero sudditi del papato. Rispondendo all'appello si ritrovarono a riconoscere per la prima volta un'unica autorit�; la supremazia della chiesa ne venne fuori indiscussa. Basterrebbe ricordare gli ordini pressanti fatti ai monarchi, facendo molto affidamento sulla pressione morale dell'opinione pubblica per forzarli a partire per le crociate, lasciando regni, feudi e ogni avere, in custodia - garante pi� di quella secolare - alla giurisdizione ecclesiastica.

Un forte contributo lo diede paradossalmente proprio l'uomo che aveva lottato pi� di ogni altro contro il papato, per vent'anni, e sempre con lo stesso papa forte, deciso, coraggioso, intelligente, altrettanto popolare come l'imperatore. Barbarossa sia nelle vittorie che nelle sconfitte era considerato un "grande", indubbiamente il pi� popolare in tutta Europa. Partire per la crociata e poi morire in un modo cos� banale, provoc� indubbiamente uno spirito di emulazione non indifferente; e mise nelle mani del papa (abile anche Clemente III) tante carte da giocare. Entrambi avevano uno scopo; ma la sua immatura fine permise di giocare e far continuare per un intero secolo la partita solo al papato. E anche se alla fine le crociate fallirono, contribuirono a consolidare non solo lo spirito religioso dell'Europa, ma anche l'autorit� della Chiesa e del vicario terreno di Cristo.

Il BARBAROSSA nel corso dei preparativi di questa grande spedizione, a parte per i motivi personali gi� accennati sopra, ve ne era un altro: fu anche lui preso dall'"alessandrite", cio� imitare le conquiste del grande macedone in Oriente. Era la malattia, come abbiamo gi� letto nei 15 secoli passati, di tutti gli imperatori romani. Barbarossa non era immune da questo contagio. Nelle sue 6 campagne d'Italia non ne fece neppure mistero, perfino alla sconfitta di Legnano, amareggiato dal comportamento di alcune citt� doppiogiochiste, afferm� "Felice fu Alessandro che non vide mai l'Italia; come sarei felice io se fossi nato per combattere in Asia". Con queste intime ambizioni, l'opportunit� che gli offriva la crociata, e il fascino che esercitava l'Oriente, Barbarossa inizi� i preparativi di un grande esercito per marciare in Oriente. Sicuramente avrebbe fatto grandi cose, perch� non era un dilettante e in fatto di guerre aveva una grande esperienza.

Contemporaneamente Guido di Lusignano pur essendo stato sconfitto e privato del regno di Gerusalemme da Saladino, ad Antiochia riorganizz� inutilmente il suo esercito; il suo rivale, il fratello del secondo marito di sua moglie Sibilla, Corrado di Monferrato, sentendosi esautorato al trono dopo la morte di Baldovino IV, per il rancore mai placato, gli sbarr� il passo impedendogli di attraversare il suo territorio per recarsi a combattere in Terrasanta.
Fu una vera disgrazia per i cristiani, in questa faida con due capi schierati dalla parte opposta per le loro beghe personali; la Terza Crociata fall� nella conquista di Gerusalemme. Ed essendo di due nazionalit� diverse, contribuirono i due nobili a ravvivare le rivalit� nazionali tra francesi e inglesi, che raggiunsero l'apice poi (quando giunsero in Terrasanta) nei due caratteri molto diversi dei due ex amici: Filippo re di Francia e Riccardo re d'Inghilterra; il primo era uno spregiudicato politico che cercava in Terrasanta vantaggi appunto solo politici; che erano inconciliabili con il secondo pi� preso dal fanatismo religioso, anche se frivolo, bellicoso, senza scrupoli,  paradossalmente persino affascinato dalla figura di Saladino con la quale stipul� ambigui trattati di pace che scandalizzarono il mondo cristiano e Saladino stesso.

Torniamo a Guido di Lusignano; anche se in difficolt� per i motivi detti sopra, con l'arrivo di rinforzi che giungevano da tutta Europa via mare riusc� a mettere insieme un grande esercito, ma questo era privo di una vera guida e quindi lui - non all'altezza del compito - fu incapace di organizzare una vera e propria campagna militare. Non riusc� neppure a portare avanti un assedio per riconquistare S. Giovanni d'Acri.
Anzi la moltitudine di crociati assedianti in una zona cos� ostile, cre� dei seri problemi per l'approvvigionamento dei viveri. Gli assediati turchi stavano meglio degli assedianti cristiani. Fin quando arriv� l'8 giugno 1191, Riccardo a salvare la situazione diventata critica sia per i crociati che per i saraceni.

SALADINO

Il capo Kurdo SALAH AD-DIN nonostante la tradizione contemporanea gli attribuisse un carattere violento e perverso, era un uomo giusto e profondamente onesto. Dopo aver conquistato Gerusalemme, si era mostrato magnanimo verso i cristiani. In un primo tempo lasci� liberi tutti quelli che potevano pagare il riscatto, ma in seguito liber� anche tutti gli altri. Ma l'Europa, con l'ipocrisia, con l'ambiguit�, col fanatismo irrazionale, non vedeva, non sapeva, eppure sfidava Saladino.

Esempio: Federico di Svevia che prima di partire per la crociata, invi� a Saladino un lungo ultimatum che terminava "o restituire le terre conquistate o in caso di rifiuto prepararsi alla guerra". Saladino rispose con una sola riga: "Accetto la sfida!"
A Riccardo, impaziente, quando giunger� nel '91, che lo sollecitava di arrendersi subito, altrimenti avrebbe passato un altro inverno a combatterlo, rispose: "io sono nel mio paese, con la mia gente, la mia famiglia, qui ci passeremo l'inverno, poi l'estate, poi un altro inverno e poi un'altra estate e cos� via. Non ho la tua fretta di tornare a casa in mezzo ai piaceri e soffri perch� ti mancano; questo � la debolezza degli occidentali, se tutti gli invasori si comporteranno come te, Saladino e la sua gente pu� stare tranquilla, prima o poi, il paese che a te e ai tuoi amici sembra inospitale ma che io e la mia gente amiamo, si sbarazzer� di gente come te, perch� combatteremo sempre; questo inverno appena sarai partito o nel prossimo quando un altro come te sbarcher� per invaderci"

SALADINO era generoso con i deboli, magnanimo con i vinti e manteneva sempre la parola data. Molti cristiani che vennero a contatto con il sultano musulmano (Riccardo n'era affascinato), si meravigliarono che un animo pieno di tante doti appartenesse ad un "infedele". ("grande spirito non toccato dalla luce di Cristo" scrisse Dante, che non si sottrasse al fascino dello storico personaggio e colloc� l'ombra del celebre califfo fra quelle degli eroi e degli antichi saggi).

Saladino, era risaputo, attribuiva al denaro lo stesso valore che avrebbe attribuito alla polvere. Fu cos� coerente, che al figlio ez-Zahir, che gli successe sul trono, lasci� in eredit� una sola moneta; il resto - disse - se lo doveva guadagnare da solo!

 CONTINUA ANNO 1189