ANNO 1995 (Pagine in costruzione) MESE DI OTTOBRE

4 OTTOBRE - Le polemiche di SILVIO BERLUSCONI sull'operato della giustizia sono aspre, subito dopo la richiesta di rinvio a giudizio fatte dai giudici di Mani Pulite  sulle presunte tangenti pagate dal gruppo Fininvest alla Guardia di Finanza. Afferma sprezzante: "Questi magistrati sono degni non di uno Stato di diritto, ma di uno Stato di polizia. E' una vera e propria persecuzione nei miei confronti". (Una frase che d'ora in avanti sarà ricorrente)

11 OTTOBRE - Dopo i vespai e le polemiche destate dal ministro Mancuso sulle ispezioni su Mani Pulite, che sono tempestivamente nuovamente iniziate, l'Associazioni magistrati protesta e insorge sostenendo che l'attivit� del guardasigilli riescono solo a fare una cosa: a intralciare delicatissime inchieste della giustizia e inoltre a screditare l'opera dei magistrati davanti all'opinione pubblica del Paese. - I maligni affermano "che probabilmente era proprio questo lo scopo". Mentre Berlusconi naturalmente lo difende, sostenendo che  il Ministero di Mancuso � un presidio offerto dalla Costituzione ai cittadini che si ritengono "vittime di soprusi". La magistratura non deve divenire una casta di intoccabili".
(Insomma sembra che stia difendendo i cittadini italiani - vedi il corsivo più avanti).

Di Pietro contrattacca: Su Repubblica, accusa Berlusconi di raccontare "frottole" agli italiani e di attaccare i giudici solo perch� vuole sottrarsi al loro giudizio; poi definisce Mancuso un cattivo ministro, troppo impegnato a promuovere indagini sui magistrati. (e guarda caso solo sui giudici del pool che hanno in mano una inchiesta scottante che riguardano proprio le attivit� di Berlusconi; non quelle di altri italiani, ma solo le sue!).

Lo stesso giorno Mancuso per nulla intimidito, cerca qualche altro appiglio, fa dietrologia, e promuove un'azione disciplinare contro il procuratore BORRELLI  perch� ha violato il segreto investigativo nel telefonare e informare il presidente della Repubblica  Scalfaro con quel famoso avviso di garanzia arrivato a Berlusconi a Napoli il 22 novembre del 1994, durante la conferenza mondiale sulla criminalit�. (cos� il cittadino "vittima di un sopruso" adesso sappiamo chi �, e Mancuso si � subito mobilitato per difendere "il" cittadino Berlusconi. E abbiamo anche capito chi è che fa parte della "casta degli intoccabili").
 A questo punto il presidente del Consiglio Dini per rispondere ai progressisti che accusano Mancuso di palese imparzialit�, chiede il dibattito nelle aule del Senato, per una mozione di sfiducia individuale nei confronti del guardasigilli; ma che Mancuso respinge per vizio di forma, perch� "Dini lo ha detto in privato e non in pubblico" (anche questo sembra un cavillo per rimanere attaccato alla poltrona)

19 OTTOBRE - Si va comunque in aula al Senato per la discussione, e qui scoppia il "caso Mancuso". Il guardasigilli legge il suo discorso con stizza, con incrinature della voce, � ostinato,  � deciso a difendere il suo operato e anche il suo incarico.  Sembra una requisitoria: contro il presidente del consiglio Dini (che ha chiesto la fiducia); contro (ma solo un vago accenno) il presidente della Repubblica Scalfaro; e contro tutti quelli che lo hanno attaccato, magistrati e giornali. Poi scoppia la polemica e lo scandalo. Nel suo discorso Mancuso ha saltato cinque cartelle, proprio quelle che contengono un duro attacco al presidente Scalfaro,  che però figurano nel fascicolo dato alla stampa.  Lui si difende sostenendo che gli sono arrivate  pressioni dallo stesso Scalfaro (che smentisce) perch� coinvolto nei fondi neri del Sisde (fa quindi sorgere degli inquietanti dubbi), e inoltre di aver ricevuto pressioni per procedere contro Fini e contro Berlusconi per vilipendio contro il capo dello Stato.
(Sembra una favola;  essendo Mancuso di Forza Italia, chi mai sar� stato quello stupido che ha fatto pressioni e si � rivolto proprio a un ministro di Berlusconi per danneggiare Berlusconi !?)

Si va alle votazioni e la mozione di sfiducia individuale viene approvata. Il ministero della Giustizia � assegnato ad interim al presidente del Consiglio Dini. Mancuso esce di scena

Ma c'� un seguito. Scalfaro nel polemizzare l'attacco alla sua persona, ancora in un discorso del 1993, aveva lanciato il suo "Io non ci sto". Ne approfitta ora il senatore missino MITROTTI, nel presentare una denuncia contro il capo dello Stato per "attentato alla Costituzione". In sostanza con quella sua frase lui avrebbe intimidito i magistrati per sottrarsi a delle indagini. Ma l'unica cosa che stona � che Mitrotti si � ricordato da farla dopo due anni, il che sembra proprio pretestuosa.

 

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