ANNO 1995 (Pagine in costruzione) MESE DI GENNAIO

9 GENNAIO - Fallisce un ulteriore incontro di Berlusconi e Scalfaro, che ribadisce di non voler rinviare alla Camera il suo governo, n� ha intenzione di volere ricorrere alle urne.

13  GENNAIO - Dopo varie consultazioni del Capo dello Stato per dare l'incarico a formare un nuovo governo, Scalfaro lo affida a LAMBERTO DINI ex ministro del Tesoro nel governo Berlusconi.

17 GENNAIO - Giura il nuovo governo presieduto da LAMBERTO DINI. Otto giorni dopo il nuovo premier otterr� la fiducia alla Camera con 302 voti a favore, 39 contrari (di Rifondazione comunista), e 270 astensioni ("benevoli", come sono definite dalla stampa  i voti del Polo).

Per la prima volta i ministri sono solo 19, scelti in base alla professionalit� esercitata nel settore di competenza. Un governo dunque di "tecnici", ma che comunque dovrebbe rimanere in carica solo per i tempi concordati. I partiti, infatti, continuano a scontrarsi alla ricerca di difficili alleanze dopo il grande fallimento di quelle messe insieme dal Polo (Ccd. ma soprattutto Lega e missini, insofferenti entrambi l'uno dell'altro)

20 GENNAIO - Destano clamore e molta impressione il contenuto di alcune intercettazioni telefoniche mandate in onda dal Tg3 nell'ambito del processo contro Giulio Andreotti. Sono del giudice Corrado Carnevale soprannominato il giudice "ammazza sentenze", che esprime ad Andreotti dei durissimi giudizi nei riguardi dei giudici Falcone e Borsellino, assassinati (si � sempre detto)  dalla mafia, come del resto il generale Della Chiesa.

23-29 - FIUGGI - "Congresso storico" della DESTRA ITALIANA. E' l'ultimo convegno sotto le insegne del  logo MSI. iL PRIMO DEL NUOVO CORSO. Nasce infatti Alleanza Nazionale (AN) voluta da FINI che ne esce segretario.
 Non mancano i dissidenti fortemente nostalgici di Mussolini e del fascismo del ventennio, n� mancano nel corso del convegno gli interventi sul palco di PINO RAUTI e  TEODORO BUONTEMPO che si lanciano in una accorata esaltazione degli ideali politici con un discorso nostalgico. Questa opposizione  provoca (non formalmente) una vera e propria scissione, anche se contenuta. PINO RAUTI e altri iscritti, confermano la propria netta opposizione allo scioglimento del partito.   Sono infatti 1507 voti su 1679 che accettano la nuova linea politica di Fini, che senza mezzi termini aveva annunciato che chi non si atteneva al nuovo statuto doveva considerarsi fuori dal partito.   In sintesi la nuova linea Fini la esprime con questa frase "Noi non siamo figli del fascismo".
Al termine RAUTI e PISANO non entrano nel nuovo partito e convocano un congresso di dissidenti per dar vita a una nuova formazione. L''intenzione � quella di rimanere fedeli agli ideali del Movimento Sociale. Altri iscritti, confermano la propria netta opposizione allo scioglimento del partito. 

 

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