ANNO 1994 - DICEMBRE (extra)
Il mistero che da anni si tenta scoprire, è quello dell'avviso di garanzia inviato a Berlusconi il martedì... 22 NOVEMBRE mentre riceveva e dava il benvenuto a Napoli ai partecipanti della Conferenza Onu sulla Criminalità .
Una notizia anticipata dal Corriere della Sera, già all'uscita del giornale, il mattino alle ore 6. Anche se Berlusconi da due ufficiali dei carabinieri sommariamente era già stato informato la sera prima alle ore 21. (si afferma da più parti -ma anche con smentite- nella stessa sera era stato informato il Presidente della Repubblica Scalfaro)Il martedi 22 NOVEMBRE, alle ore 14, l'invito materiale a comparire viene consegnato da due ufficiali dei carabinieri a Berlusconi, rientrato precipitosamente da Napoli a Roma.
Seguono sdegnosi interventi sulla stampa e nei vari comunicati radio-televisivi del gruppo Fininvest, ed è subito pronta una cassetta per le Tv, dove Berlusconi attacca il Pool e intima al Quirinale di sostenerlo... "senza tentennamenti nè ambiguità".
Cosa che irrita molto il Presidente della Repubblica Scalfaro. Ma nel frattempo il giorno 24, Berlusconi preoccupato e nella veste di Presidente del Consiglio, gli ha chiesto un colloquio, che il 25 Scalfaro concede con un po' di freddezza. (vedi foto del mese novembre).
L'invito a comparire davanti ai magistrati è per il giorno 26 novembre, ma per vari impegni (veri o presunti) di governo viene fatto slittare prima al 3 dicembre ed infine al 13 dicembre.Tra le due date, 22 NOVEMBRE e 12 DICEMBRE, accadono molte cose a Milano. Subito il giorno dopo il 22 nella capitale lombarda, arrivano alcuni ispettori per far luce sulle indagini condotte da "Mani Pulite", inviati dal guardasigilli del governo Berlusconi, Alfredo Biondi. Immediate le reazioni indignate dei magistrati del Pool, che giudicano illegittime questa ispezione proprio mentre sono in corso delle delicate inchieste che riguardano proprio alcuni soggetti del gruppo di Berlusconi e addirittura lui stesso. Pronta la risposta del Ministro che invita a non esprime giudizi di legittimità sull'operato di un Ministero.
Tra il 3 e il 4 DICEMBRE, 10.000 di Forza Italia, scendono in piazza per sostenere l'operato del governo di Berlusconi e il proprio leader. Poi il giorno dopo...
Il 4 DICEMBRE, in questo "clima tempestoso" 2.600.000 cittadini vanno alle urne per il ballottaggio delle amministrative, dove esce però a sorpresa, vincente, il centro-sinistra.
Nello stesso giorno, il Presidente della Repubblica fa correggere il telegiornale del Tg2, che ha trasmesso solo alcune frasi di Scalfaro travisando il suo pensiero nell'ometterne altre, riguardo alla giustizia: che non era di rimprovero dei magistrati ma venivano solo invitati al riserbo nel loro operato, "ma che però ne giustificava la piena legittimità". Nella trasmissione mancava appunto quest'ultima parte della frase.Il 6 DICEMBRE clamorosamente ANTONIO DI PIETRO si dimette dal Pool di "Mani Pulite", e sei giorni dopo, il 12, Berlusconi si presenta in Procura.
In questi sei giorni per le inaspettate e misteriose dimissioni del magistrato, che alcuni indicano un "golpista" con "ambizioni politiche", "l'uomo capace di indirizzare e pugnalare alla schiena un presidente del Consiglio mentre presiede una conferenza Onu proprio sulla criminalità", le reazioni dei politici sono tutte di encomio più solenne (anche se non mancano -dicono i maligni- quelli ipocriti).
A Di Pietro gli telefona Scalfaro con l'invito a rimanere e a tenersi la toga sulle spalle; gli telefonano o scrivono sui giornali a suo favore anche gli avversari: Ferrara, Biondi, Fini. Esprime solidarietà Violante e tanti altri. Lo stesso Berlusconi l'8 dicembre, con tono amareggiato esalta "l'ansia di verità che si è espressa con le inchieste di questi magistrati", e indicando proprio Di Pietro, lo invita a rimanere aggiungendo "questo magistrato che si è conquistato con il suo lavoro il rispetto degli italiani".
Sul Corriere del giorno prima (il 7, vedi giornale sopra) lo stesso Berlusconi aveva espresso un accorato giudizio "Una decisione che lascia l'amaro in bocca, anche a chi ha considerato discutibile questo o quell'aspetto delle sue inchieste".
Ma stranamente per l'uomo che gli ha fatto fare questa brutta figura, che l'ha messo sotto inchiesta, Berlusconi auspica di averlo presto nel suo governo: "spero di incontrarlo molto presto... in politica potrebbe essere un'ottima cosa...è un uomo di centro come me.
Ho sempre riconosciuto il ruolo svolto dai magistrati nella lotta al sistema perverso della prima Repubblica. Le Tv e i giornali della Fininvest sono sempre stati in prima linea nel difendere i magistrati, e in particolare Di Pietro... La sua spinta alla moralizzazione sarebbe un patrimonio prezioso per tutto il Paese...." (è scritto nel giornale a fianco!)L'8 DICEMBRE da Palermo, il procuratore capo CASELLI al Tg3, sulle dimissioni di Di Pietro, denuncia un attacco alla magistratura in atto da parte di alcuni uomini del governo Berlusconi. Parla di "delegittimazione" soprattutto dopo i violenti e indignati attacchi di Sgarbi fatti alla TV.
L'11 DICEMBRE, pronta e immediata una risposta dal Ministero di Grazia e Giustizia Biondi, che invia degli ispettori per far luce su alcune irregolarità della Procura stessa. Ispettori che due giorni dopo si dimettono dicendo di aver trovato molte difficoltà nel proprio lavoro.
(Secondo il guardasigilli (che è di Forza Italia, anzi è il legale della Fininvest) i giudici avrebbero dovuto aprire agli ispettori tutti i delicati fascicoli che riguardavano proprio il fondatore di Forza Italia e il padrone della Fininvest)Il 12 DICEMBRE, finalmente a Milano dopo alcuni rinvii, Berlusconi compare davanti ai magistrati per farsi interrogare; poi fa seguire alle sette ore di colloquio, mezz'ora di cassetta autoassolutoria inviate alle sue Tv: "E' un "golpe", una congiura politico-giudiziaria per farmi cadere".
Ma non insiste molto sul piagnisteo (farà scandalo solo anni dopo) anzi ammette in un passo che "i magistrati hanno pieno diritto a indagare su chiunque, quale sia la sua posizione sociale, civile e politica".Intanto si muove! (Il 25 luglio del '95, Berlusconi interrogato dal pm Fabio Salomone di Brescia, sull'inchiesta aperta nei confronti Di Pietro, rivelerà " Quand'ero capo del governo, offrii a Di Pietro la responsabilità dei servizi segreti")
Il 17 DICEMBRE Berlusconi é ancora convinto di restare in sella al governo. Di passare indenne dalla "bufera". Ma non é così. Lega, PDS e Popolari presentano una mozione di sfiducia al governo in vista del dibattito alla Camera. Chi lo vuole destabilizzare non sono i magistrati, ma i falsi "amici" che si è scelto nella "compagnia".
Il 18 DICEMBRE il Polo grida al "tradimento" leghista. A Milano, Berlusconi chiama a raccolta i milioni di elettori di Forza Italia a manifestare per lo scippo e quindi a invoca un ritorno alle urne.
La manifestazione è un po' misera, qualche migliaio, e parafrasando alcuni giornali quella da lui detta a Mosca in occasione dello sciopero (3 milioni sono scesi in piazza ma 20 milioni sono rimasti a casa), qualcuno scrive "Qualche migliaia sono scesi in piazza per difenderlo, ma 50 milioni sono rimasti a casa! Qualcosa questo significa!"
Fa inoltre altri accorati appelli tramite le solite cassette inviate a tutte le sue TV, su tutto il territorio, isole comprese. Gli avversari non si fanno sfuggire l'occasione per accusare "Chi possiede le Tv può permettersi questo e altro. E questo sarebbe democratico?!! E' il popolo o i magistrati che applicano la legge?","Cosa facciamo torniamo ad Hammurapi?MA a proposito di TV, nella grande confusione del 22 e dei giorni seguenti, lo stesso Corriere della Sera, il giorno dopo, il 23 DICEMBRE, si soffermava che l'avviso a comparire a Milano non era nulla in confronto a quanto era accaduto invece a Roma; vi si legge appunto che la Procura della capitale l'avrebbe iscritto nel registro degli indagati per la vicenda di un patto "molto singolare" di spartizione della pubblicità proposto da Berlusconi alla Rai (a luglio si era già insediato il nuovo (suo) Consiglio d'Amministrazione) a tutto vantaggio della Fininvest.
Tutto passa sotto silenzio. Sulle colonne dei giornali non compare più nulla. E l'inchiesta stranamente viene archiviata, con nessuno avviso a comparire su una ipotesi molto più grave di quella inviata dal Pool di Milano, visto che la manovra "pubblicità Rai-Fininvest" è stata commessa non da un privato imprenditore, ma da un presidente del Consiglio, che nello svolgere il suo mandato ha così favorito la propria azienda e non certo quella pubblica (mentre guidava anche quella pubblica)
Nel grande "polverone" di Napoli e nelle reazioni per le dimissioni Di Pietro, nessuno fa caso a questo articolo e a questa iscrizione al registro, e tutto viene dimenticato. Il grande patto ha un solo iter: "cosa fatta, capo ha". Per curiosità la Procura di Roma era retta in quel momento da VITTORIO MELE, è lui ad archiviare l'inchiesta più miliardaria del secolo (ne risentiremo parlare nel 1998 al CSM, in un processo a Perugia).
FINE DICEMBRE 1994