ANNO 1992 (Pagine in costruzione) MESE DI NOVEMBRE

  

"Uccidete Di Pietro"
Compare questo titolo il giorno 4 novembre.

"La notizia trapelata da Milano � emersa nel corso delle indagini della Direzione distrettuale antimafia di Firenze sul consorzio mafioso che aveva la sua base operativa nell'autoparco milanese. La mafia aveva dato ordine di eliminare il magistrato.
La notizia  � stata tenuta segreta per oltre quindici giorni e tale sarebbe rimasta se non ci fosse stata una fuga di notizie. L'irruzione nell'autoparco del 17 ottobre port� alla luce oltre ad armi e stupefacenti, carte con materiale scottante  di una delle aziende di tangentopoli sotto inchiesta, un libro paga su cui l'organizzazione registrava i pagamenti a coloro che erano disposti a collaborare; gente insospettabile, annidata nei settori pi� delicati dell'apparato statale. Documenti che hanno fatto sobbalzare  i pi� smaliziati investigatori".(Giorgio Sgherri- sul quotidiano riportato sopra).

Su quest'ordine di uccidere DI PIETRO verr� poi fuori la "confessione-intervista" di un pentito, su Sette, n. 25, Supplemento del Corriere della Sera, 1998.(Intervista di Roberto Gugliotta e Pietro Suber, a Maurizio Avola, condannato per l'omicidio di Giuseppe Fava).

"Nel '92 doveva morire Di Pietro. L'omicidio si doveva fare dalle parti di Bergamo, dove viveva Di Pietro. Per lui era pronta un'autobomba come per Falcone. Si decise il piano in un vertice all'hotel Excelsior di Roma. Per eseguire l'attentato avevano scelto proprio me. Quell'assassinio sarebbe servito a togliere dai guai alcuni amici politici e imprenditori che erano indagati dal magistrato...Alla fine non se ne fece nulla perch� disse lo zio Nitto, i socialisti non avevano rispettato certi accordi. Ricordo che durante una riunione successiva venne stabilito: "Cazzi loro, non facciamo nessun favore ai socialisti dopo che ci hanno traditi..."  

"In quel vertice a Enna si era parlato anche di un partito nuovo, formato da persone non compromesse con la politica. In realt� il nostro obiettivo era spingere questa formazione a fare gli interessi di Cosa Nostra: soprattutto eliminare il 41 bis e screditare i pentiti. Solo un anno dopo, nel 1993, capimmo di chi si trattava. Me lo disse D'Agata in carcere: Dobbiamo votare Forza Italia perch� � il partito che ci difender�. La bomba alla Standa di Catania fu un mezzo per costringere Marcello Dell'Utri a patteggiare con la famiglia. Non � un caso che gli attentati siano terminati dopo che Dell'Utri, a quanto si diceva nella famiglia, era sceso a parlare con Nitto Santapaola".
Intervento dei due intervistatori "Ma si rende conto che, con le rapine dell'anno scorso, la sua credibilit�, quando fa certe affermazioni , � molto compromessa?. "Io collaboro sempre, senza aver mai ritrattato nulla". (Roberto Gugliotta e Pietro Suber. L'Unit�, 4 Nov 1992).

 

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