ANNO 1991 (Pagine in costruzione) MESE DI FEBBRAIO

 

La guerra � nella sua fase pi� "calda". Da alcuni giorni bruciano i pozzi di petrolio sul Golfo Persico. Ci sono altri attacchi degli Scud su Israele.
E proprio su Israele si pronuncia "per la prima volta" il Papa esprimendo la sua solidariet�. Ma l'ondata pacifista prosegue con l'Italia spaccata in due.

In un sondaggio (Espresso del 3 febbraio) il 47,1 per cento  degli italiani ha dichiarato giusta questa guerra, il 50,5 ingiusta, e solo il 2,4 non ha risposto.
Ma in un altro sondaggio quasi il 96 per cento non conosce esattamente il sistema di governo di entrambi i due Paesi. Su che cosa  basa il suo giudizio "giusta" quel   47,1%  di sopra � un mistero.
La pi� ricorrente informazione sulla motivazione era questa "Saddam ci vuole portare via il petrolio, sei disposto a farne senza, di andare a piedi?".  Detta così più nessuno dice no.

Riguardo addestramento e mezzi dell'esercito italiani,  fra quelli che hanno dichiarato giusta questa guerra, il 65,4 per cento li ritengono insufficienti e solo il 24 per cento adeguato. Significa che il 65,4 per cento di quelli schierati a favore,  rispondendo insufficienti mandano comunque allo sbaraglio i soldati; (stessa situazione nel 1940, li mandarono in Russia con le scarpe di cartone; tutti volevano la guerra! poi i soldati che ci andarono persero e quando tornarono a casa li disprezzarono pure!).

Per quella del '40 abbiamo comunque delle significative testimonianze   "I pi� fecero come chi scrive, cio� nulla. Ci lasciammo portare dagli avvenimenti quasi dissolvendoci in essi, e senza contribuirvi n� in un senso n� nell'altro. Quelli di noi che vennero richiamati alle armi, cio� quasi tutti, non furono soldati traditori, ma nemmeno buoni soldati". (Indro Montanelli, L'Italia dell'Asse, 1a ediz. Rizzoli, 1981, pag 446)
E se lo dice lui che era un ufficiale dell'artiglieria, figuriamoci quelli che dovevano solo ubbidire agli ufficiali; partivano allora per un massacro gi� annunciato. Le madri che affidavano agli ufficiali (colti e letterati) i loro figli mica potevano immaginare che loro al primo colpo di cannone avrebbero contribuito n� in un senso n� in un altro. Mica potevano  supporre che loro gi� alla partenza facevano nulla. E nemmeno potevano lontanamente concepire  che loro facendo nulla  non erano n� traditori ne buoni soldati. Anche perch� -rileggendo le prime pagine dei giornali di allora - c'erano resoconti trionfalistici a otto colonne sui "Successi strepitosi delle Forze dell'Asse".

Un po' simili a quelli di oggi.

Infatti, continuano i toni trionfalistici nel raccontare gli "spettacolari" raid. I primi bombardamenti, in poche ore, insieme ai palazzi di Bagdad, hanno raso al suolo anche la legittimit� dei gi� non pochi dubbi manifestati prima dell'intervento. Emergono molti soggetti  zelanti e ossequiosi al consenso bellico che  in certi casi fanno pi� paura pi� della stessa guerra, con la loro euforia, le loro certezze, a echeggiare atteggiamenti di tempi e regimi sopra accennati che si ritenevano definitivamente superati.

V. ZUCCONI scrivendo i suoi resoconti dei micidiali e precisissimi  raid,  gli stessi generali americani gli appaiono degli "inguaribili pessimisti nel dire che la guerra sarebbe durata alcune settimane". Trionferanno in poche ore, al massimo qualche giorno.

Bacchettate sui pacifisti complici di Saddam; bacchettate sui dubbiosi additati come "invertebrati"; "disfattisti" (i cattolici di sinistra e la sinistra);  e la stessa voce ostinata e pacifista del Papa "la si cerca di attenuare e oscurare" (cito, l'Osservatore Romano del 20 gennaio).

Il pi� zelante ARRIGO LEVI, con il viso, con la voce e con le parole: al Tg1 parlando di Bush, lo cita sempre come "Il Presidente" senza mai specificare di chi: se degli Usa, del Mondo o dell'Universo.

Comunque il concetto migliore � quello di GIUSEPPE TURANI sul Corriere del 19 gennaio: "La "business community" non � fatta di guerrafondai pi� di qualsiasi altra comunit�. Ognuno semplicemente, fa il proprio mestiere".

ENZO BIAGI invece giustifica i guerrafondai in un altro modo, bollando la sinistra pacifista di folclore, senza avere nemmeno un dubbio, e scrive: "E' sicuro, che col folclore, la rettorica e gli slogan, si replica soltanto un frusto e anche un po' squallido, copione. I proletari, quando indossano una divisa, hanno sempre sparato" (Panorama, 27 gennaio).

Infine a vederci pi� chiaro di tutti � VALTER VECELLIO: "Movimenti in crisi, alla ricerca di un'identit� smarrita, stanno cavalcando spregiudicatamente la carta di questo pacifismo orbo e demagogico...i problemi della pace sono questioni serie, troppo serie per lasciarle solo a questi "pacifisti" (Avanti, 19 gennaio).

INIZIA LA PIU' GRANDE BATTAGLIA TERRESTRE DALLA 2nda G.MONDIALE
Pi� di un milione di uomini, con cinquemila carri armati, seimila blindati, migliaia di pezzi di artiglieria.

24 FEBBRAIO - "New York - I combattimenti di terra in Iraq sono cominciati. Lo annunciano le reti televisive americane Nbc e Cbs" "La liberazione del Kuwait � entrata nella fase finale - ha dichiarato Bush. E ha aggiunto il generale Schwarzkopf � stato autorizzato ad usare tutte le forze a sua disposizione"  (Comun. Ansa. ore 02.39 - 04.17)

26 FEBBRAIO - "Kuwait City liberata. Iracheni in fuga o allo sbando" (Ib. ore 15.29)
28 FEBBRAIO - "L'Iraq ha accettato tutte le risoluzioni dell'Onu per porre fine alla guerra" (Ib. ore 02.42)
"Washington - "Il presidente Bush ha detto che il Kuwait � liberato, che l'esercito iracheno � sconfitto e che le operazioni militari nel Golfo saranno sospese alle ore 05.00 gmt, le ore 06.00 italiane" (Ib, ore 03.07)
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Lo "spettacolo" � finito! Incompleto! Deluso chi voleva impiccato SADDAM HUSSEIN. E deluso chi voleva lo spettacolo della guerra sulle televisioni all'ora di cena, dove gli spot pubblicitari hanno moltiplicato per tre e per dieci il loro prezzo. La guerra in diretta fa audience! Anche se alcuni hanno messo in dubbio molte scene cruente - questo perchè ad Amman si confezionavano cassette su commissione per i vari Paesi acquirenti. A secondo i gusti  e i vari regimi, si facevano i mixer su commissione. 
Il termine delle ostilit� in alcuni ambienti � dunque appreso con viva costernazione. Il grande spettacolo con gi� un copione, delle scalette pronte e il florido mercato delle cassette era appena iniziato e inspiegabilmente ora finiva tutto subito.

La ragione prima � che la razionalit� del "nuovo ordine" che BUSH aveva annunciato al mondo iniziando la "sua" guerra, cozza con la realt� dei conflitti locali e sui futuri scenari: imprevedibili,  che sfuggirebbero pure al controllo di una grande potenza dotata di grandi risorse e mezzi militari strategici come l'America (il Vietnam è sempre un fantasma).
Non sapremo quindi mai perch� fin� questa guerra (e forse nemmeno perch� � iniziata) fatta di tante "bugie" e di tanti preparativi e incidenti pretestuosi. Non dimentichiamo che la risoluzione Onu chiesta a Saddam era la stessa chiesta da anni agli israeliani: "invasione e occupazione di territorio" (Palestinese, Gaza ecc.).

La ragione seconda (forse la più importante): Ci sono i grandi eventi in Russia: scioglimento del PCUS e fine del comunismo nei Paesi dell'Est con le disgregazioni che improvvisamente potrebbero modificare i confini degli Stati delle Repubbliche e i rapporti di forza di alcune di esse, trasformandole in tante "schegge impazzite", fuori dai dialoghi e dai corridoi della vecchia diplomazia (Yalta, nonostante la guerra fredda tra le due grandi potenze veniva sempre rispettata, ma ora?).

Autonomie imprevedibili e temibili visto che alcuni generali hanno le chiavi degli arsenali, compresi quelli atomici. 10-15.000 ogive a testata atomica sono disseminate  nei territori dell'ex impero. In caso di guerra civile (ritenuta non solo probabile) ci sono almeno 15 repubbliche che possiedono armi nucleari. Quindici repubbliche e non più un capo. Cosa faranno? Come reagiranno? Gorbaciov non conta più nulla.

Oltre a quanto detto, chi si � chiesto perch� Bush non � andato oltre, trova due giustificazioni: il primo scopo lo aveva raggiunto (la sua popolarit� sale di colpo all'83% e viene per sempre dimenticato l'appellativo  wimp; le sue labbra strette hanno convinto); mentre il secondo era troppo pericoloso, avrebbe vanificato il primo. Con l'America in recessione annunciata (l'abbiamo letta l'analisi di Forti) pochi mesi di guerra l'avrebbe messa in ginocchio del tutto. L'ultimo rischio che non voleva correre Bush era quello di richiamare in vita il mostruoso fantasma del Vietnam. 
All'inizio gli americani pur non dicendo no all'intervento in Kuwait, il timore ce l'avevano, anche perch� questa volta c'era una situazione molto pi� problematica di allora, cio� una cartina geopolitica dell'intero continente asiatico sconvolta. Sapere dove, come e quando sarebbe poi finita la guerra erano domande a cui pochi davano risposta. L'URSS di questo momento è una grande e terribile incognita. Qualcuno (non pochi) potrebbe considerare carta straccia gli accordi di Yalta.

Infatti, stanno cambiando le nozioni di geografia, e molti, giovani o vecchi (uomini comuni, governanti, presidenti) se vogliono capire esattamente cosa sta succedendo e quali saranno i futuri sviluppi in questo caos, devono rispolverare le antiche cartine dove sono segnati i vecchi confini prima della Rivoluzione, e dai polverosi libri di storia rileggersi le diverse realt� politiche, economiche, etniche e religiose dei paesi allora coinvolti e poi loro malgrado stravolti. Cartine e libri che riportano alla memoria i vecchi contenziosi della prima  guerra mondiale, della seconda, e perfino quelli ancora pi� lontani nel tempo, sempre oggetti di profondi rancori mai dimenticati ma ora improvvisamente tutti riportati in superficie.
Questo non solo in Unione Sovietica, ma soprattutto sui Balcani, dove per capirci veramente qualcosa bisogna arretrare nella storia addirittura fino al 1389, a un due volte famoso 28 giugno (ne parleremo in dettaglio il prossimo anno).

Infatti, fra i tanti stati e staterelli, ad approfittare per rendersi indipendenti, quello a cui indirettamente l'Italia � maggiormente coinvolta a un territorio che gli sta proprio di fronte, troviamo il mondo Slavo.
Inizia la prima scintilla proprio il 27-28 giugno (!!), con l'insurrezione a Kraina, in Croazia e in Slovenia. E' insomma iniziata la rivolta in Iugoslavia, con l'Italia che viene a trovarsi a far da porto di attracco agli esodi biblici di una popolazione in fermento (o meglio un ex popolo formato da popoli diversi).
Ma a iniziare gli esodi, i primi sono gli albanesi. In marzo sulle coste di Brindisi ne sbarcheranno in un colpo solo 20.000, in luglio 22.000, e in agosto 11.000; pi� le innumerevoli traversate di piccole imbarcazioni che sono sfuggite ad ogni controllo.

"Tuttavia, vinto Saddam, in Italia resta un nemico da battere: i pacifisti, i non-interventisti, le colombe, quelli che ritenevano il conflitto del Golfo inutile e dannoso, la causa di guasti profondi che si faranno sentire nel tempo" concludeva cos� tra il serio e il faceto, Giampaolo Pansa su l'Espresso del 10 marzo, pag 31 (il tempo dir� se questi guasti erano una fantasia o una cruda (kurda, turca, irachena, balcanica, armena, palestinese, ecc.) realt�.

 

 

FATTI SPORTIVI
3 - La squadra di tennis italiana � eliminta dalla Coppa Davis da quella tedesca.

FINE FEBBRAIO

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