ANNO 1991  

SULLA POLITICA INTERNA - BREVE SINTESI DEL'ANNO

Nella politica italiana (oltre le  polemiche per la Guerra del Golfo) c'� a Rimini il 31 gennaio, all'ultimo congresso del PCI,  la scissione
della sinistra e la nascita di due nuovi partiti (da tempo - troppo tempo-  impegnata in una nuova gestazione) che vanno a sostituire quello (storico) che ora sembra (qualcuno lo ritiene tale) ingombrante quel nome:  PC Italiano.

Da questa rottura escono due gruppi. In uno troviamo ACHILLE OCCHETTO che da' vita e guida il nuovo Partito Democratico della Sinistra (PDS), mentre l'altro, la corrente di ARMANDO COSSUTTA con SERGIO GARAVINI e LUCIO LIBERTINI danno vita al Movimento per la Rifondazione Comunista (RC).
Entrambi sia Occhetto che Cossutta, diventano subito protagonisti inserendosi nel clima delle roventi polemiche che ha scatenato il Presidente della Repubblica FRANCESCO COSSIGA, prima con le sue rivelazioni sul caso Gladio; poi sulla P2; e infine le tremende "picconate" rivolte alla degenerata partitocrazia di ogni colore; compresa la DC, il partito dove Cossiga ha militato fino a quando � stato eletto capo dello Stato.

COSSIGA si toglie tanti "sassolini" dalla scarpa e si rivolge (appena gli capita una platea - spesso in Tv private e pubbliche o da sedi non istituzionali o molto pi� spesso mentre si trova all'estero) direttamente ai cittadini, parlando di complotti finanziario-politico-affaristico-editoriale, e si batte fino all'"autolesionismo" per riformare il sistema, smantellare il regime, demolire i poteri occulti, affaristici, giudiziari e giornalistici che affliggono l'Italia.

Clamorosamente si autoaccusa sulla vicenda Gladio e chiede alla procura di Roma di processarlo, ma non prima di avere convocato al Quirinale il Capo della polizia, i servizi e i carabinieri per indagare (!!!) sul nuovo PDS, il partito che lo accusa di attentato alla Costituzione e che  ha chiesto la destituzione del Presidente della Repubblica.
Forse Occhetto (infatti far� poi marcia indietro) non aveva capito proprio nulla che cosa voleva Cossiga. Qualcosa trasparir� poi nel prossimo gennaio '92 (vedi) quando parler� di "dossier". Ma ancora una volta n� Occhetto n� altri  capiranno cosa voleva dire Cossiga (che parla, ma molto spesso � enigmatico, e qualche volta anche insostenibile. Parla di accelerare l'iter di una grande riforma, ma non � che precisa bene i lineamenti politico-giuridici di questa riforma).

Per molti politici Cossiga � diventato un uomo irresponsabile e inquietante, altri lo ritengono addirittura "un matto da legare da far ricoverare". Il coro su molti giornali � di "scandalo";  lo accusano di qualunquismo, ma molti giornali sono ormai tutti in fotocopia; perfino i giornali amici del suo stesso partito (indubbiamente dentro quest'ultimo qualcuno aveva la coda di paglia!)
Ma sono dei boomerang; proprio questi feroci attacchi portano acqua al mulino di Cossiga, e dimostrano che ha dunque ragione quando afferma che "...stiamo fuoriuscendo dalla Costituzione" e che c'� in atto un "complotto politico- affaristico-editoriale". (vedi marzo)

I due nuovi partiti della sinistra insistono e chiedono l'impeachment  del Presidente della Repubblica; OCCHETTO si spinge perfino a mettere i voti del nuovo PDS a disposizione di un governo istituzionale.

I sondaggi faziosi, creati ad arte, si sprecano. Ognuno ha fatto il suo, ognuno lo presenta come una espressione della volont� degli italiani, e spesso sono molto contraddittori fra di loro; ma chi ha in mano Radio, tv pubblica e privata e quasi tutta la carta stampata, la faziosit� gli � facile, se la pu� permettere,  pu� assumere atteggiamenti e operare come il Grande Fratello orwelliano.
Lo si tocca subito con mano che � cos� (rileggere i giornali dell'epoca).

Per questa mancanza di pluralismo, il 13 marzo del prossimo anno alcuni giornalisti delle testate "ancora libere" faranno un giorno di silenzio, ma non servir� a nulla, quelli del gruppo Fininvest (!) si sono dissociati; e purtroppo nelle loro mani c'� ormai il monopolio dell'informazione, che � confezionata tutta con le minute dei loro "padroni". Quasi l'intera stampa va sotto accusa (il garante Santaniello, infatti, strepita) per la scadente qualit�,  per avere ormai smarrito identit� e ruolo sotto le varie pressioni dei grandi gruppi finanziari, dove l'unico obiettivo � poter fare quello che si vuole. Compresa la  Tv, dove tra uno spot pubblicitario e l'altro, demagogicamente si teorizzano ideologie liberiste - il libero mercato-  ma di fatto il beneficio di questa libera iniziativa tanto strombazzata � riservata a pochi, cio� a chi detiene gi� tutto il mercato. 
La valanga di denaro degli utili facili sta formando capitali cos� enormi, tali da riuscire ad impossessarsi e a monopolizzare tutti i grandi mezzi di comunicazione, che possono cos� stroncare ogni voce dissenziente, oppure fare proseliti delle proprie tesi populiste, mirando alle cariche dello Stato e di questo diventarne il padrone assoluto.

La "voce" di Cossiga  � una di quelle da stroncare; e il metodo per attaccarlo � proprio quello tipico commerciale, pubblicitario nella sua sua forma speculare pi� negativa; non si pu� denigrare n� parlare male di un prodotto qualsiasi,  ma di un partito o di un uomo politico si pu� dire peste e corna perch� questa � segno di democrazia. 
I mass-mediologi della "cavalleria d'assalto" hanno sul comodino perennemente "Il trattato della suggestione" e lo usano. Parlatene male, sempre male e vedrete che qualcosa rimane. Iniziate a dire "gli italiani vogliono....", "il popolo vuole...." ecc. ecc. e "prima o poi sarete e saremo creduti e il popolo ci seguir�".

I socialisti, dove in pratica a comandare � un uomo solo, sono in prima fila in questa quasi generale campagna denigratoria contro chi va parlando di "Complotto". CRAXI subito invoca la Repubblica Presidenziale col ricorso al referendum popolare (ed � quello che teme Cossiga -leggi marzo) aggirando cos� tutte le procedure costituzionali; in questo modo abilmente sfruttando il (montato) consenso emotivo del "popolo", e prendere una singolare scorciatoia per arrivare al Quirinale con i pieni poteri infischiandosi dei partiti e del Parlamento. Mussolini i pieni poteri li prese dopo, qui lo si vuole addirittura anticipare con un plebiscito nazional-popolare, e con le decisioni prese nelle sedi di alcuni partiti, surrogate poi dalle pressioni su i media.

Insomma in Italia, il golpe lo si sta facendo questa volta senza marce su Roma, senza barricate o colpi di Stato (vedi Cossiga in Marzo). Qualcuno lo ha gi� definito peronismo televisivo o fascismo telematico. E non mancano le Cassandre che profetizzano sciagure, disgrazie, catastrofi.
In alcuni ambienti, oltre le delegittimanti "picconate" cossighiane, gi� si cerca in tutti i modi di far finire questo cesarismo. La Lega Lombarda di BOSSI (che fa anche lui demagogia, lanciando lo slogan, siamo il "partito degli onesti")...

(Il 18 marzo apre infatti, il Primo Congresso della LEGA NORD, che sostituisce la Lega Lombarda, regionale, lanciando Bossi la proposta di dividere l'Italia in tre Repubbliche: del Nord, del Centro e del Sud)

 ... ne approfitta per far emergere il suo elettorato tra le liti, le polemiche, il disordine, le accuse, gli insulti e le contraddizioni.
La Lega la davano per spacciata, rozza e qualunquista, lo dichiaravano vistosamente i sondaggi massmediologi; ma a quanto pare i sondaggi erano compiacenti e falsi - poi a Brescia risult� il primo partito davanti alla DC di Martinazzoli, che non contenta della batosta, con altre liti al suo interno, di tutto quel poco che ancora restava cominci� a frantumarlo in tre correnti. (la "corrente" del Golfo - di pacifisti e interventisti - ha fatto da catalizzatore)

Non c'� solo la Lega (aggressiva, "che vuole sovvertire"; e questo lo sbraita un saccente dai teleschermi, imitando la voce dell'orso e facendo perfino le boccacce di disprezzo) ma ci sono anche altre forze pronte a unirsi per far saltare la Prima Repubblica.
Non dimentichiamo gli attacchi ai democristiani di MARIO SEGNI ( il figlio di Segni) con il suo referendum, e anche l'uscita dal quarantennale vassallaggio alla DC del PRI di La MALFA.

Infine non dimentichiamo l'amarezza del Papa per le vicende italiane (ad arte si provoca un totale  disinteresse, relegando i suoi interventi all'interno, mai in prima pagina); e non dimentichiamo la posizione molto dura e critica dello stesso episcopato verso questa "nuova e inaspettata" DC; anche i vescovi  hanno prodotto un documento sulla corruzione della politica italiana. Proprio a Milano il cardinale MARTINI in molti pubblici interventi ha rincarato pi� volte la dose sulla questione morale.

Insomma sta maturando in Italia e c'� nell'aria odore di resa dei conti.
E se una volta si diceva "carta canta" (ricordiamoci lo scandalo alla Banca Romana del 1893, quando Giolitti sfid� -e quasi ricatt�- tutti gli "onesti" parlamentari indicando un fantomatico pacco di carte), in questo periodo stanno invece "cantando i computer", che questa volta non sono ostentati giolittianamente. E sembra che quello che sta venendo  fuori (con i Data Base relazionali) non si vogliono solo prendere mezze misure, o un semplice consenso su una poltrona di una banca o un ente,  ma si vuole mandare a casa o in galera una buona parte di politici; far finire nella polvere un buon numero di partiti storici, soprattutto quelli che di storico hanno ormai solo pi� la facciata e come leader solo qualche mediocre personaggio. O i "rampantisti" fatti passare come "modernisti", ma che in effetti mirano al "cesarismo".

In questa operazione di resa dei conti non � certo assente la grande industria/finanza, quella storica, che vuole uscire da quello che ritiene essere ormai "un intero sistema economico degenerato", "un tunnel senza via d'uscita",  "una turbativa del libero mercato",  proprio mentre si � alla vigilia dell'apertura delle concorrenziali porte d'Europa.

Alcune frasi pronunciate in modo criptico negli ultimi tempi dentro la Confindustria dimostrano una certa insofferenza al sistema, rivelando una situazione di profondo disagio. Il 23 maggio prossimo Pinifarina dir� ai convenuti "Un malessere profondo scuote la societ� italiana", poi non disse altro, ma molti suoi colleghi capirono perfettamente cosa bisognava fare.
(ricordiamoci cosa aveva gi� scritto Giampaolo Pansa in quel lontano Venerd� 1� Aprile 1988 (vedi)  su Repubblica. "Se anche questi big (Fiat, Pirelli, l'Olivetti, l'Italtel, l'Enichem ecc. (di Eni-Mont non sapeva ancora nulla Ndr) secondo alcuni giornali  sono stati costretti a versare la mazzetta, allora non c'� pi� salvezza per nessuno. C'� da mettersi le mani nei capelli. Che cosa dovranno allora dare i piccoli imprenditori o i singoli cittadini? La camicia? Le mutande?. I cittadini sanno. E non si potr� sempre abusare della loro pazienza")

INSOMMA IL 1992 VENIVA ANNUNCIATO MOLTO CHIARO 

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