ANNO 1984 (pagine in costruzione) mese di MARZO

23 MARZO - SCALA MOBILE - Il primo scossone per rendere operativa la disdetta dell'accordo del 1975 sulla contingenza, l'aveva dato la Confindustria il 1� giugno dello scorso anno. Era quindi attesa dagli ambienti economici e sindacali. Ovviamente con molte polemiche dei sindacati medesimi.

Fu infatti quello della Confindustria un "avvertimento" ai gi� difficili rapporti fra imprenditori e sindacati, che poi nei mesi successivi si sono ulteriormente acutizzati.
La scala mobile del resto era sempre stata una conquista difesa gelosamente dal movimento sindacale dalla fine della guerra. Era infatti figlia dell'emergenza bellica, quando in molte fabbriche gli operai ottennero una indennit� di carovita per proteggersi dagli effetti dell'inflazione.

Quel meccanismo di indicizzazione salariale fu formalizzato al livello nazionale nell'ottobre del 1946, quando la Confindustria firm� un accordo con l'allora sindacato unitario Cgil.
Base della scala mobile era un "paniere" di beni, stabilito poi nel 1952, rimasto poi sempre in vigore con qualche lieve rettifica. Comprendeva consumi, piuttosto frugali, di una famiglia tipo di quattro persone (due coniugi e due figli). La modifica dei generi di consumo di questo paniere servivano a stabilire "trimestralmente" le variazioni dell'apposito "indice", che andava a determinare i cosiddetti "scatti" di scala mobile.

Nel mese di febbraio di quest'anno (il 7) , dopo quattro mesi di negoziati tra governo e parti sociali, sorgono molte divergenze negli stessi sindacati ora esistenti: Cgil, Uil, Cisl. Inconciliabilit� addirittura dentro la stessa Cgil, quando il 13 dello stesso mese si verifica una spaccatura tra la (maggioritaria) componente comunista, che si oppone all'approvazione del documento presentato dal governo Craxi.

Ma il 14 successivo il governo con un decreto legge predeterminato taglia 3 punti di contingenza previste per lo stesso anno 1984. Fra  l'altro limita l'aumento dei prezzi del 10 per cento sui beni amministrati e sulle tariffe, fissa l'indicizzazione degli assegni familiari e sugli affitti il blocco dell'equo canone.
Ovviamente i decreto ottiene l'appoggio della Confindustria, quello della Uil e della Cisl, e solo una parte della Cgil (la componente socialista) mettendo in crisi la stessa confederazione, con proteste in diverse parti del paese con scioperi e manifestazioni che dureranno fino in marzo. Imponente quella a Roma, del 24 marzo con 1.000.000 lavoratori provenienti da tutta Italia, proprio mentre si discute in Senato il decreto.
E' la prima imponente manifestazione di lavoratori, dopo 12 anni di vita della Federazione unitaria, indetta da un solo sindacato: la Cgil. 

"Roma 24 marzo- Siamo oltre un milione ha esclamato Mario Bozzati, della segreteria della Cgil, poco prima che cominciassero i discorsi dei 12 esponenti dei delegati di tutta Italia. 
Particolarmente viva � stata la partecipazione della popolazione di San Lorenzo. Il popolare "quartiere rosso" ha accolto i manifestanti  imbandierando le finestre e salutando i partecipanti al corteo con applausi e il saluto a pugno chiuso. Gli slogan pi� gridati sono stati quelli anti-craxiani, tra i quali "siamo tanti pi� di un milione per dire a Craxi di andare in pensione".
(Comun. Ansa, delle ore 17,26 del 24 marzo)

Intanto in Senato � in corso il dibattito con un forte ostruzionismo del PCI. Alla fine -la cessazione della tesa discussione- viene messa ai voti ottenendo 163 s� contro 73 no e 15 astenuti.

In Aprile il decreto va alla Camera per ottenere la fiducia. La ottiene con 360 s�, contro 260 no e 1 astenuto. Ma serve a nulla perch� nel frattempo sono passati 60 giorni e il decreto decade. 

Bisogner� attendere il 23 maggio, quando il governo ripresenta un decreto-bis che approva alla Camera con 329 s� 2 256 no,  in Senato con 172 s� e 12 no. Il Pci non ha partecipato al voto.

Viene cos� approvato il decreto sulla contingenza riducendo a 9 punti in luogo dei 12 previsti, che secondo quanto ha riferito Sarti (presidente del Cispel) comporterebbe una riduzione del 38 per cento degli scatti di cui dovrebbero godere i lavoratori.
I comunisti presenteranno un referendum abrogativo.

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