ANNO 1979 (Pagine in costruzione) MESE DI OTTOBRE

8 OTTOBRE - Prime conseguenze del vuoto di potere politico con i partiti ancora allo sbando dopo le elezioni. I sindacati hanno ultimamente commesso il grave errore di nuovamente appoggiarsi ai partiti, ognuno con il proprio referente, pertanto anche loro si agitano nella confusione.
Lo scenario non � dei pi� felici:  il governo � debole; la Dc impegnata in lotte di correnti; i comunisti da un po' di tempo sono segregati e di loro non si sente parlare, mentre i socialisti, o meglio Craxi, stanno ancora abbozzando i loro progetti e non possono fare proprio  nulla   (salvo qualche contatto avuto il 23 settembre con i dirigenti torinesi del partito, e un incontro con le parti sindacali e imprenditoriali).

Si ha quasi l'impressione che i partiti non esistano pi�, e quelli che si vedono in giro camminano barcollando; e se vanno in coppia, non � ben chiaro chi sorregge l'altro.
Con loro ora anche i sindacati. E' finito il tempo quando all'estero dicevano che il potere forte in Italia era passato (per fortuna, e lo sottolineavano) dai politici, ai sindacati.
In questo vuoto totale a macchia d'olio, sono gli industriali a riprendere in mano la situazione; il management ritorna a dettare legge, a rimpossessarsi della fabbrica. A creare disaffezioni, defezioni, e perfino ribellioni dentro le file degli operai sindacalizzati. E cosa strana anche dentro le file della Cisl, che ha goduto di tante corsie preferenziali in alcune rivendicazioni.

IL FATTO - La Fiat dopo alcune manifestazioni di intolleranza che vanno avanti da mesi, l'8 ottobre licenzia 61 operai (cinque dei quali saranno poi condannati per partecipazione a banda armata) accusandoli di comportamento violento e di aver provocato danni morali e materiali.
I sindacati si oppongono ai provvedimenti e organizzano dimostrazioni di protesta   con vari comizi,
picchetti, scioperi della fame davanti ai cancelli di Mirafiori.
L'azienda sospende anche tutte le assunzioni. Interviene la magistratura che dichiara la nullit� dei provvedimenti, ma la Fiat adotta per la prima volta una linea dura e si oppone al ritorno in fabbrica dei lavoratori e anzi spedisce nuove lettere di licenziamento.
I sindacati organizzano uno sciopero generale. Non riesce. E' un fallimento.
( lettera di un lettore - VORREI SOLO CORREGGERE QUEL PASSAGGIO IN MERITO AL SOSTEGNO DEI LAVORATORI FIAT DOPO IL LICENZIAMENTO! SONO UN OPERAIO COINVOLTO ASSIEME A MIA MOGLIE A QUESTA VICENDA E POICHE' DITE CHE GLI SCIOPERI IN QUELLA OCCASIONE FALLIRONO VI GARANTISCO CHE ALLA FIAT RIVALTA NON FU COSI'! DOPO AVER RICEVUTO IO E I MIEI 13 COMPAGNI LA LETTERA DI LICENZIAMENTO DA PARTE DELLA FIAT, GLI OPERAI SCIOPERARONO PER 3 GIORNI DI SEGUITO IN TUTTI I TURNI, E PUNTUALMENTE VENIVAMO PORTATI CON IL CORTEO ALL'INTERNO DELLE OFFICINE ! SOLO DOPO CHE LE O.O.S.S. SI ASSUNSERO L'IMPEGNO DI TUTELARCI CONTRO QUESTO PROVVEDIMENTO FECE IN MODO CHE LA LOTTA SI SPOSTASSE NELLE AULE DEL TRIBUNALE) (E-mail, in archivio)

Tuttavia ci fu molto disagio fra gli operai. 
Ma che cosa � cambiato in Italia?

Il 9 novembre interviene GIORGIO AMENDOLA (un padre della Patria, comunista dal 1929) a dare una  risposta perontoria su Rinascita. Critica sia  la Fiat sia i sindacati per aver fin qui tollerato le intimidazioni e il dileggio in fabbrica. Ed inoltre accusa i sindacati di aver abbandonato la linea dell'Eur del marzo 1978. Di essere ritornati a farsi strumentalizzare dai partiti. E una bella doccia fredda per tutti.

Dopo il congresso all'EUR, gi� in febbraio, stanno ricomparendo gli egoismi, le bandiere di organizzazione; detto in altre parole ognuno va per conto suo. La CISL ha riacceso il dialogo con la DC, la UIL con il PSI, la CGIL con il PCI. Per riavvicinarsi ai partiti, le tre confederazioni sindacali si sono allontanate fra loro, con una parte della base che li sta duramente contestando. Il fallimento dello sciopero � il primo segnale che precede la tempesta del prossimo anno che metter� in crisi la rappresentativit� dei sindacati confederali   (la "marcia dei quarantamila" quadri intermedi della Fiat, ma anche con qualche operaio, che chiederanno di ritornare al lavoro dopo trentacinque giorni di agitazioni a oltranza)

I sindacati dalle accuse come si difendono? Scaricano il barile, non si vogliono assumere responsabilit�. - "L'ombra del compromesso storico ha reso tutto pi� difficile per le organizzazioni sindacali" - si giustifica   BENVENUTO - "Il governo d'emergenza sul piano nazionale ha portato un logoramento dei rapporti unitari e ognuno ha voluto cercare una sua precisa caratterizzazione. La crisi ha prodotto lacerazioni vastissime non solo tra le tre organizzazioni, ma tra tutti i lavoratori". - Gli fa eco MARIANETTI "La spinta dal basso � diminuita e questo ha spento il processo di unit� e di democrazia sindacale". (L'Espresso, n.6, 11 febbraio):
Lo strano �, che tutti hanno capito le cause ma nessuno ha preso rimedi anche quando hanno visto questi dieci mesi di vuoto assoluto.

Danno vita solo a delle riflessioni che non portano dei chiarimenti fra di loro, quando invece sarebbe necessario e urgente farlo.
Avrebbero una buona occasione  ma la perdono. E per dire quanto era vuoto il potere governativo, si verifica un fatto insolito quanto eccezionale a dicembre. La Confindustria - che non ha idilliaci rapporti  (n� col governo - ricordiamoci i sonori   "schiaffi" dello scorso anno di CARLI a otto di loro - vedi novembre scorso anno)  e i sindacati, si incontrano e sono loro a sottolineare la straordinariet� delle vedute comuni in fatto di approvvigionamento e politica energetica.  Preparato un documento al governo, chiedono un incontro triangolare. La crisi energetica  sta attanagliando la produzione industriale con costi proibitivi. Siamo in piena recessione. Il tasso di sconto � salito al 12%. Le ditte che non godono del prime rate pagano interessi debitori del 25-26%. Si sottolinea la necessit� di un piano nazionale per scongiurare danni incalcolabili. A Roma in 10 mesi, impegnati nelle liti da comari, non esiste nemmeno una bozza di piano. I progetti dei tanti che sono entrati e poi subito usciti dai ministeri sono rimasti progetti, le molte ipotesi di lavoro sono rimaste ipotesi. L'economia � allo sbando. Carli era stato chiaro e lungimirante lo scorso anno "non siamo alla fine della crisi, ma al suo principio".

FRANCESCO COSSIGA (che non � un economista - ma ha una buona folgorante intuizione) all'incontro propone un ritocco alla scala mobile, ma su questo punto i sindacati fanno sapere (Benvenuto) che  "se Cossiga pretende un ritocco alla scala mobile, firma la propria condanna, e ci� vale per questo come per qualsiasi governo".
(Sbagliano! Quando arriver� Craxi, si appropria dell'idea di Cossiga, ma non la proporr�, lui interviene d'imperio, e taglia secco tre punti! Un gesto nuovo. Mai visto! Un governo che delibera in materia di contratti! Si ribelleranno i sindacati, proporranno un referendum, ma sbagliano ancora, non hanno capito il Paese, il 54,3% degli italiani d� ragione a CRAXI. E' il fattore decisivo per la rinascita economica ('83-'87) e si ritorner� all'opulenza degli anni d'oro. L'inflazione scender� al 4%, il PIL torna a crescere del 2,5 l'anno, la borsa aumenta di quattro volte, e si riaprono le esportazioni. L'unico rammarico � che non si � fatto prima. Ci sono voluti quattro anni per dar ragione a COSSIGA).

Alcuni progetti, come la sanit� stanno decollando (le ULSS), ma con quali soldi nessuno lo sa, visto che c'� gi� un deficit mostruoso. Ma dato che le presidenze delle unit� territoriali sono di nomina politica non ci si fermer� nemmeno davanti alla voragine della spesa pubblica, quindi per pagare uomini di partito che si divideranno la grande torta nazionale, il debito correr� alla cieca, accumulandosi in forma esponenziale,   trascinandosi cos� al  2000, al 2010, 2020, e chiss� fino a quando. Ogni nostro pronipote avr� sul groppone i debiti del denaro che si sta spendendo in questo inizio anni Ottanta, emettendo montagne di obbligazioni. Queste ultime erano nate come  "copertura   monetarie dei fabbisogni di capitali per investimento"  si sono trasformate in "copertura  dei fabbisogni di capitali per privati e mediocri uomini di partito". Uno sciacallaggio.

7-8 OTTOBRE -  Al XII congresso Nazionale del MSI, ALMIRANTE candida il partito alla guida della protesta anti-partitocratica e propone la costituzione di una Nuova Repubblica.
Almirante ha anche lui in giro qualche amarezza. Nel Dicembre del '76 nel MSI  c'era stata la scissione di  DN, Democrazia nazionale. Alle ultime elezioni hanno per�   preso solo 228.000 inutili voti che potevano invece andarsi a sommare al 1.930.000 del MSI. Hanno ottenuto uno 0,6% con nessun seggio. Invece di fare il figliuol prodigo, quello che si aspettava Almirante, DN il prossimo 16 dicembre scioglie il partito e confluiscono i militanti, 17 deputati e 8 senatori,  nella corrente di ANDREOTTI.

FINE OTTOBRE

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