ANNO 1977 - MESE DI AGOSTO

a1956a.jpg (6138 byte)17 AGOSTO - Dall'America arriva la notizia della morte di ELVIS PRESLEY, il "re del rock". Morto in circostanze strane. A soli 42 anni. (vedi anni '56).

PRIMI DI AGOSTO - ROMA - Prima delle vacanze al Parlamento si profila gi� un altro fiasco di tutti gli interventi dei negoziati per  gli accordi sulle riforme e della legge  sulla riconversione industriale che avrebbe - come era nelle speranze di Berlinguer che l'ha appoggiata -  dovuto compensare la politica dei redditi con un aumento dell'occupazione. Non se ne parler� pi�.

15 AGOSTO -  "Clamorosa" fuga a Roma di KAPPLER: il nazista condannato per l'eccidio delle Fosse Ardeatine.  Molti dubbi sulla ricostruzione dell'evasione. "Ospite" all'Ospedale del Celio, si sarebbe allontanato quasi indisturbato dentro una valigia portata via dalla moglie in visita. L'allarme dato con ore di ritardo. Profonda indignazione sui giornali, e fantomatiche ricostruzioni di alcuni storici....

 

Negli annali dell' Agenzia ANSA "Mezzo secolo della nostra vita", del mitico direttore Sergio Lepri, III vol. pag. 77
La storia della "fuga in valigia" Lepri la commenta così ".... è un'ipotesi che ad altri appare ridicola".

Ed infatti, scoprimmo subito dopo, che la fuga era "ridicola"; e chi ci campò a raccontarla divenne anche lui "ridicolo".

Gli italiani erano tutti al mare; i fantasiosi minimi particolari della fuga, degna di un Rocambole, li tenne tutti avvinti sotto gli ombrelloni a leggere il "giallo".  La storiella inizi� cos�: con il "nazista nella valigia", divertendo non poco gli italiani, che dovettero sorbirsi in vacanza la grande  ipocrita "sceneggiata".

Ma quello che raccontano i giornali e i notiziari radiotelevisivi sulla fantomatica fuga non ci crede nessuno. La "fuga", è la pi� grande turlupinatura fatta agli italiani in vacanza, che i politici non sanno nemmeno contenere. Prendono per i fondelli tutti gli italiani.
Giulio Andreotti, va in Tv addolorato e perde il senso della misura, tratta gli italiani tutti da creduloni: "Alla umanit� del trattamento che gli abbiamo riservato, si � risposto con la fuga. Ai responsabili  occorre ora una punizione esemplare".
 Scatt� infatti una  punizione collettiva, dal ministro Lattanzio costretto a dimettersi, al generale dei carabinieri Casarico, al colonnello Oresta, al comandante la legione di Roma, al capitano Capozzella che comandava la zona del Celio, e i due carabinieri che prestavano servizio al Celio furono perfino arrestati. Una messa in scena con i fiocchi.

Dimentica Andreotti che:
1) tutti i partiti (perfino il Pci, Arrigo Boldrini, quindi ex partigiani) l'anno prima il 12 marzo avevano acconsentito a sospendere la pena e a scarcerare Kappler, quindi l'ex ufficiale tedesco era un uomo libero ma essendo malato (di tumore) prefer� rimanere al Celio piuttosto che rientrare in Germania, quindi non era un prigioniero;

2) che non era una fuga, perch� si era allontanato pacificamente su una Opel bianca con targa tedesca FB-CT-66, scortato fino al Brennero da un auto Fiat 132 rossa targata Roma S97790 (noleggiata all'aeroporto di Fiumicino, provate a immaginare da chi. A spese del governo! Perchè era suo dovere).
"Cio� Kappler "fugg�"...per decreto ministeriale. E per un motivo molto semplice. Da anni l'Italia si era sempre opposta all'estradizione; questo fino a quando arriv� da Bonn qualche mese prima della "fuga" un bel no a un prestito chiesto dall'Italia, e contemporaneamente un appello firmato da 232 deputati tedeschi, e da Willy Brandt. Una bella ipocrisia delle autorit� italiane, perch� erano ovviamente a conoscenza che Kappler era stato scarcerato ed era stato reso  "libero" fin dal 12 marzo 1976 con un decreto dell'allora ministro della difesa Arnaldo Forlani.  
Tutto questo fu poi confermato molto, ma molto  pi� tardi dal generale Ambrogio Viviani (Il giornale 28 agosto 1997)."

Fece ridere, chi sapeva (compreso chi scrive) e anche lo storico Guido Gerosa (non era fra gli altri che cita Sergio Lepri; e purtroppo i libri rimangono stampati per sempre; e cos� vanno nelle biblioteche, per gli storici successivi)  che nello scrivere subito dopo la fuga il libro Il caso Kappler (ed. Sonsogno, 1977) a pagina 39 scrisse "la pi� raccapricciante scoperta fu che sulla porta di Kappler non esisteva lo spioncino".
Ma perch� doveva esserci lo spioncino o il controllo se Kappler era gi� libero cittadino dal 12 marzo dell'anno precedente? Bastava informarsi no? Da Forlani e da tutti i rappresentanti dei partiti che avevano firmato. Vai a capire gli storici!
"Quello che accadde in Italia, con la fantasiosa "storiella dell'estate", Franco Accame, presidente della commissione difesa della camera dei deputati, venne efficacemente descritto in poche parole "Sembra di assistere a una comica di Ridolini". Cioè "ridicolo". Questo perchè l'ambasciatore italiano Corrado Orlando Contucci (nulla sapendo del decreto del 12 marzo) si presentò al Ministero degli Esteri tedesco per ottenere l'estradizione dell'evaso e si vide ridere in faccia" (vedi sopra il titolo all'occhiello, dell'Unità)

Insomma Kappler non fuggì, perchè era libero, ed essendo prigioniero di guerra, aveva perfino il diritto di rientrare nel suo paese, addirittura a spese del governo italiano. E questo fu, infatti, fatto.

"Il giorno di ferragosto del 1977 venne definita da Guido Gerosa "la fuga del più importante prigioniero detenuto in Italia" (ib).
" Di pessimo gusto l'insinuazione di alcuni "esperti di omeopatia", citati da Guido Gerosa, secondo i quali quel tumore (che poi invece nella realtà portò rapidamente Kappler alla morte) "poteva essere una simulazione". (ib. citato a pag 45)."

Come avranno fatto gli esperti a visitare Kappler in un
ospedale militare, non si sa, Gerosa non lo dice.

Sappiamo invece che "Nel 1976 un apposita commissione medica presieduta dal generale Salvatore Polistena che aveva attentamente visitato il detenuto e, sempre nel 1976, un'altra commissione presieduta dal professor Gianfranco Fegiz aveva effettuato una perizia medico legale. E si era avuta conferma, in ambedue i casi, della gravità della malattia e della certezza della prossima morte".
La malattia non era una simulazione, ma l'ospite al Celio, aveva il cancro, ed era proprio per questo motivo che non era rientrato in Germania.

"Una pagliacciata insomma la fuga di Kappler. Anche i carabinieri di guardia al Celio, allora ingiustamente puniti, confermarono alla stampa che Kappler non era un detenuto ma un "ospite di lusso", tanto che a loro era stato vietato di entrare nella stanza" (Cfr. Il Giornale del 20 Agosto 1997)"
"L'ex ministro della difesa Arnaldo Forlani, a sua volta intervistato da Pierangelo Maurizio, confermò quasi ogni particolare il resoconto di Mellini che aveva affermato "Per oltre un anno il decreto di sospensione della pena fu tenuto nascosto all'opinione pubblica e persino agli addetti ai lavori. Ma prima di firmarlo, il governo aveva ottenuto il parere favorevole di tutti i partiti. - il 12 marzo 1976 - Il placet del PCI arrivò alle ore 23.00 del giorno prima della firma dell'allora ministro della difesa Arnaldo Forlani. Nel novembre sempre del 1976 arrivò anche dal tribunale militare la libertà condizionata."

Insomma la storia de la fuga del più importante prigioniero detenuto in Italia , era una storiella, non era una fuga seria.
Questo non per difendere Kappler, ma per difendere le storie serie; e non prendere per i fondelli i lettori con la favola della fuga in valigia. Io non farò storia, ma nemmeno scrivo gialli. Mi attengo ai giornali, che almeno questi cambiano ogni giorno con rivelazioni sempre nuove, che annullano le precedenti.
E così internet. Così questo sito. Ogni giorno ricevo precisazioni, che mi permettono di correggere. Purtroppo invece i libri con le "favole", restano.

"Per Amos Spiazzi (allora ricoverato al Celio, in una stanza vicina) nessuna incertezza: i due, marito e moglie, se ne andarono per la porta principale, tranquillamente" Il Giornale 14 agosto 1997"

Tutti i virgolettati sono di Mario Spataro, in "Dal caso Priebke al nazi gold" ed. Settimo Sigillo, Roma 1999. pp. 335-336-337. (in corrispondenza con chi scrive). Spataro in quei giorni dopo la "fuga" si trovava a Monaco di Baviera.

FINE AGOSTO

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