ANNO 1977- MESE DI NOVEMBRE

 

2 NOVEMBRE - Al 60� anniversario della rivoluzione,  troviamo BERLINGUER a Mosca a difendere la sua autonomia. Davanti al Soviet supremo, viene per� alla luce tutto il profondo dissidio fra i leader sovietici e i rappresentanti dei comunisti occidentali (Italia, Francia, Spagna), che il 2 marzo a Madrid (Berlinguer, Marchais e Carrillo) hanno sottoscritto una dichiarazione comune, nota come "carta dell'eurocomunismo".
A Mosca, a Carrillo viene perfino negato il permesso di parlare. Mentre a Berlinguer il permesso non viene negato ma si pentono di averglielo dato. Il segretario del maggior partito comunista occidentale, infatti, rivendica davanti all'assemblea il "diritto del proprio partito a seguire i principi dell'eurocomunismo". Dichiara  che "il PCI italiano si batte per un socialismo che garantisca l'esistenza di diversi partiti, il pluralismo e tutte le libert�. Una nuova societ�, con tutte le libert� personali, civili, religiose e il carattere  non ideologico dello Stato".

Il  discorso di Berlinguer, in una Unione sovietica dove esiste ancora l'intera vecchia dirigenza, desta fastidio e disapprovazione, soprattutto in questo periodo in cui sono avvenuti grandi cambiamenti.
Ora Capo dello Stato e Capo del Partito sono una cosa sola, al vertice c'� lo stesso uomo.
A maggio (il 24) sono avvenuti molti cambiamenti. PODGORNY � stato escluso dall'ufficio politico del PCUS e ha cessato pertanto di esercitare le funzioni di Capo dello Stato. E' stata poi approvata subito una nuova costituzione dal presidium del Soviet supremo (il 27 maggio) e BREZNEV (il successivo  16 giugno) per la prima volta nella storia dell'Unione Sovietica  cumula cos� le cariche  di capo del partito e capo dello stato. E se prima  sostanzialmente questo era gi� di fatto, ora lo � anche formalmente.
Questi avvenimenti nella breve sintesi stridono come si pu� notare con le affermazioni di Berlinguer. Il carattere ideologico dello Stato Sovietico � messo ora in maggiore evidenza. Il Partito � lo Stato, e lo Stato � il Partito.
Pur con un'altra ideologia, non � molto diverso quanto accade in Italia da molti anni con la DC.  In Parlamento guida il Paese questo  unico partito con neppure i voti necessari per approvare le leggi, sempre vivendo nella presunzione che l'ideologia della Democrazia Cristiana debba essere anche Stato   e perennemente innalzando   steccati pregiudiziali ai comunisti.

6 NOVEMBRE - Il discorso di Berlinguer a Mosca se non ha ricevuto l'approvazione dai comunisti sovietici trova estimatori in Italia. LA MALFA sostiene che le sue parole a Mosca rappresentano "una svolta politica nettissima", e chiede ai partiti della maggioranza  l'ingresso dei comunisti al governo. Lo fa nero su bianco, rilasciando un'intervista a Eugenio Scalfari, che la riporta  sulla Repubblica.
La Malfa non � stato mai tenero con i comunisti, ma ultimamente  Berlinguer   sta riportando in primo piano sia le sue idee politiche e sia quelle sulle scelte economiche nei riguardi dell'Europa. (Uno dei pochi La Malfa ad avere una grande dimestichezza abbinata alla competenza)
Su quelle politiche � dal 1948 che avrebbe voluto sentire da Togliatti  dire a Mosca le stesse cose (a quel tempo in merito alla questione  Nato e Erp). 
Su quelle economiche di suo esiste una nota, che prender� poi un titolo a s� (Problemi e prospettive dello sviluppo economico italiano, anno 1961) in cui  La Malfa fa un analisi lucidissima di quella  caotica e quasi surreale situazione italiana, lanciata nel "miracolo economico". Gente  con ancora ai piedi le scarpe rotte, con addosso gli stracci, con a pranzo e a cena mortadella, spesso in otto dentro una stanza,  ma stimolata a "farsi" prima di tutto la macchina, il frigorifero, la Tv,   lavorando e massacrandosi a cottimo nelle alienanti catene di montaggio. Tutti a fare le formiche per recitare la parte della cicala.

Quello di La Malfa � un saggio che resta un classico perch� fu chiaroveggente nell'individuare tutti i mali che vennero poi dopo. Parlava di disordini della migrazione interna, congestioni di aree urbane, spopolamento di altre, depauperamento dell'agricoltura,  insufficiente espansione dei servizi e consumi pubblici. Auspicava la compressione dei consumi opulenti a favore di quelli pi� essenziali, lotta agli sprechi volta a indirizzare verso consumi collettivi risorse destinate a quelli individuali. E infine invocava una razionale politica dei redditi anche nei periodi congiunturali.
Allora, La Malfa si prese le critiche di Togliatti che lo accusava di   fare una operazione neocapitalistica e la divisione della classe operaia.   Invece quest'anno i discorsi di Berlinguer sono gli stessi di La Malfa, sono addirittura le stesse parole, ma gli interlocutori mancano, sembrano assenti ma pronti a  sfruttare i suoi discorsi per l'"austerita", per un rastrellamento di risorse che non vanno a beneficio della collettivit� chiamata ai sacrifici, ma sono destinate ai forti gruppi di potere economico e politico.

E viene quasi da ridere nel vedere ora Berlinguer parlare come La Malfa ed essere accusato di  fare una operazione neocapitalistica e la divisione della classe operaia.  Questo gli rimprovano molti militanti del PCI, e come abbiamo letto anche sull'Unit�.

16 NOVEMBRE - E' ferito gravemente a Torino CARLO CASALEGNO, vicedirettore  della Stampa. I terroristi delle Brigate Rosse lo hanno colpito con quattro pallottole. Ferito gravemente morir� dopo tredici giorni, il 29 novembre. Questa volta non hanno mirato alle gambe, ma l'intenzione era proprio quella di ucciderlo. A bruciapelo gli hanno sparato in faccia sulla soglia di casa. Il delitto era nell'aria, il giornalista viaggiava da alcuni giorni scortato fino al giornale dopo una serie di minacce e una bomba al giornale. Ma un improvviso mal di denti l'ha tradito, dal dentista � andato senza scorta e al ritorno a casa sull'uscio ha trovato i suoi carnefici.
"A questo punto si � arrivati con Casalegno al "salto di qualit�": le quattro pallottole in faccia � l'annuncio che si spara per uccidere ed � il superamento di una frontiera dove si registra l'impotenza e l'incapacit� degli organi statali e zone di irresponsabile omert� nella societ�. Occorrer� dunque fare una svolta decisiva. Ora sono tutti a rischio, i cittadini e l'intera societ� civile" � il corsivo del Manifesto.

17 NOVEMBRE - Ma la "mattanza" continua a Genova: questa volta il bersaglio non e' come quello rivendicato dai terroristi nel comunicato  assassinando Casalegno, cioe' il giornalista "� un "servitore dello Stato e dei padroni", ma un dirigente dell'Ansaldo che � anche un docente universitario simpatizzante, militante e iscritto addirittura al PCI: CARLO CASTELLANO. Una "gambizzazione" inspiegabile ai pi� razionali. Ed ecco quindi ritornare il fondato timore, che ormai sono tutti a rischio. Le spinte ideologiche sono scomparse, � rimasta solo la violenza irrazionale, e gli obiettivi forse non sono neppure politici. A cento chilometri  i pi� politicizzati   non sanno neppure chi sia Castellano e cosa rappresenti ai fini della "rivoluzione sociale"  questa "bravata", e se � questa  un utile obiettivo nel combattere per una societ� migliore, o se � cos� che si opera e si agisce per quella che viene definita "ricomposizione di classe sul territorio".

17 NOVEMBRE - Irrazionalit� che sfiora la follia in certi soggetti. Manca soltanto che il figlio spari in faccia al padre. Ma siamo vicini. Fra i militanti dentro alcune bande armate non � raro trovare figli di uomini di alta levatura politica. A Roma in questo 17 novembre piovono i primi mandati di cattura su 89 accusati di "istigare" alla rivolta i soldati  nelle caserme. Fra questi troviamo i due Taviani, fratello e sorella, figli del potentissimo � pi� volte ministro degli interni della DC, PAOLO EMILIO TAVIANI.
E  sta gia operando con i suoi compagni dentro Prima Linea seminando violenza e terrore MARCO DONAT CATTIN, figlio di CARLO, anche lui grande esponente  della DC con una sua corrente, anche lui pi� volte ministro e   attualmente ministro del Lavoro dentro il governo Andreotti. Il suo rampollo far� parte del commando che assassiner� il sostituto procuratore della repubblica di Milano EMILIO ALESSANDRINI che stava indagando su Piazza Fontana e sul banchiere CALVI.

FINE NOVEMBRE

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