ANNO 1977 - MESE DI OTTOBRE

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1 OTTOBRE - La manifestazione di protesta per l'uccisione del militante di Lotta continua a Roma si svolge a Torino. L'obiettivo per� � un luogo di ritrovo dei militanti della destra. Un gruppo parte dall'Universit� e si dirige verso il Bar Angelo Azzurro. E' devastato, e sono lanciate all'interno bottiglie incendiarie tra gli avventori. ROBERTO CRESCENZIO muore avvolto dalle fiamme. Un povero diavolo, uno studente lavoratore di 22 anni.

8 OTTOBRE - Il ministro ANDREATTA nell'incontro DC-Sindacati ha posto una drammatica alternativa, lasciandoli sbigottiti. E' la solita arma del ricatto. Gli industriali premono su un'altra svalutazione della lira per  poter vendere all'estero, visto che la stagnazione della domanda interna sta creando una grave crisi di recessione.

Per i noti motivi dell'inflazione - il 20%  erode il reddito a vista d'occhio - la domanda di beni di consumo interni � calata enormemente. Molte sono le piccole fabbriche in crisi, le banche in sofferenza,  e i cittadini impotenti non possono far altro che dare un taglio alla normale spesa quotidiana, mentre il dollaro al mercato dei cambi sta andando alle stelle.
L'Italia da anni � terribilmente deficitaria  nella  bilancia agricolo-alimentare, e da anni non ha fatto nulla o quasi per trasformare e sviluppare l'agricoltura e favorire la crescita della piccola media industria che vi � addetta.
Fabbisogno agro-alimentare e spesa energetica fanno aumentare di quasi un 50% il costo di tutte le importazioni nell'arco di un anno. Un deficit che si assomma alla spesa pubblica che sta diventando un cancro che sta divorando le risorse del paese  in mille modi, con mille sprechi, a favore di mille clientele e con spese enormi per conservarla una volta innestato il perverso sistema.

Eppure BERLINGUER predica la lotta agli sprechi ai lavoratori, di contenere i consumi privati superflui. Una  lotta volta a indirizzare verso consumi collettivi, risorse destinate a quelli individuali. Purtroppo il messaggio va solo ai lavoratori, e n� lui n� il sindacato trovano  l'interlocutore politico che raccoglie e utilizza questi messaggi di contenimento anche e soprattutto nella spesa pubblica. Se i rappresentanti di governo lo fanno usano la demagogia e nello spiegare agli italiani gli aumenti a pioggia, si affiancano (pur non capendo nulla di economia) agli imprenditori che hanno una sola teoria ossessionante: quella della scala mobile. Secondo loro la madre di tutti i mali.

Dopo la sterilizzazione,  ora gi� si parla di eliminarla del tutto. Si sostiene che l'inflazione sia dovuta unicamente al costo del lavoro e che il costo del lavoro sia principalmente dovuto alla scala mobile. Ci si dimentica di dire che negli altri paesi (Francia, Germania, Belgio, Olanda, Inghilterra ecc) il costo del lavoro � superiore al 20/30 e anche 40% e che l'Italia esporta non perch� sia capace di fare auto migliori della VW, della Renault o della Mercedes, ma perch� un auto di piccola e media cilindrata in Germania costa quasi il doppio e questo significa che il costo del lavoro, come lo � da quasi venti anni in Italia � di molto inferiore. Inferiore per scelta opportunistica di alcuni gruppi industriali che tengono sotto ricatto i governanti; che si succedono, ma sempre alla stessa "congrega" appartengono.
Quello che vogliono minacciando licenziamenti, � ottenere aiuti e assistenza a spese della collettivit�.

Una ossessione quella della scala mobile, dietro la quale la classe dirigente tradizionale nasconde la sua impotenza a dominare la crisi; che � mondiale, ma che  l'Italia soffre pi� degli altri, perch� ha sempre avuto molto riguardo  ad accontentare  un gruppetto che vive da trent'anni   di esportazioni  legando la sua quantit� produttiva alle corrispettive importazioni. Se ad esempio la Fiat riesce a vendere auto in Germania,  l'Italia ingenuamente gioisce perch� pu� cos� importare uno stock di prodotti agro-alimentari di cui non ha mai curato, dal dopoguerra in avanti, lo sviluppo al suo interno, preferendo quello dei beni durevoli, la chimica di base, e la metallurgica quando gli altri  avevano gi� in mano il mercato sfruttando le nuove tecnologie e non la manodera, quindi competitiva.

In pratica l'Italia nel cercare di equilibrare la bilancia dei pagamenti  importa poco, lo stretto necessario, cercando di non superare i contingenti delle esportazioni di beni  che a loro volta hanno gi� assorbito una buona quota valutaria delle importazioni stesse per procurarsi  sia le materie prime sia il fabbisogno energetico, il petrolio.

Quando poi, sia le prime sia le seconde aumentano sui mercati mondiali e contemporaneamente aumenta il dollaro, il vero maggior costo dei prodotti importati  � la causa principale dell'inflazione e non certo la scala mobile legata a un "paniere" perfino ridicolo, anacronistico, dove non figurano di certo i beni opulenti ma solo l'indispensabile a una modesta famiglia di lavoratori.

Come si � sempre fatto, la lira troppo forte (con cui ci si potrebbe avvantaggiare acquistando molti pi� prodotti di consumo all'estero) significa per alcuni grandi complessi industriali poche esportazioni, e quindi   sollecitano con discorsi pretestuosi (oltre a quelli accennati sopra) una svalutazione della lira per ritornare ad essere competitivi sui mercati esteri.
Prima o dopo, la svalutazione arriva sempre in loro aiuto, ed � quello che sta proponendo anche ora ANDREATTA il  senatore democristiano, consigliere economico da lunga data di Moro, del presidente della DC, che di economia capiva molto poco.
C'� un motivo per questa richiesta, le carte sono scoperte il 19 ottobre.

Infatti, proprio il 19 ottobre viene deciso al  Cipes, la "legge Ossola", per il finanziamento dei crediti all'esportazione ad alcune grandi industrie e si sta esaminando il "progetto Algeria" che dovrebbe permettere in questo Paese,  alla Fiat la costruzione di una fabbrica di automobili, alla Pirelli una fabbrica di pneumatici e all' Eni la costruzione di un metanodotto con la copertura finanziaria di 2750 miliardi. Che sollevano molte polemiche. Non solo l'Italia entrerebbe in sofferenza per la grossa copertura finanziaria, ma c'� il timore - si afferma - che quelle industrie finanziate dall'Italia, una volta entrate in funzione   faranno concorrenza a quelle italiane. "Ma se non lo facciamo noi lo faranno i concorrenti" � la logica degli industriali. Una logica che allora pu� essere avanzata ed � valida per tutti i 123 Paesi del mondo. Cio� seguire la volont� di tre grossi gruppi industriali che guardano soprattutto al loro profitto e non certo allo sviluppo e all'occupazione in Italia. Doppiamente penalizzata perch� il "know how" (ricerca e progettazione) � messo nel bilancio passivo in Italia dalle case madri, e non grava cos� sulla pura produzione ottenuta all'estero.

La cenerentola (voluta cenerentola per i motivi sopra) delle importazioni � dunque in questi anni sempre l'agro-alimentare mentre gli altri paesi hanno  gi� da molto tempo realizzato sia il loro fabbisogno sia il surplus per le esportazioni, permettendo cos� di incrementare e razionalizzre sempre di pi� tutto il settore. L'Italia invece ha   smobilitato nelle campagne; e all'industria della trasformazione non ha riservato nessuna attenzione (i crediti agevolati). Conviene - dicevano gli economisti  consulenti dei capi di governo - non spendere in attrezzature e impianti, ma conviene importare. E pi� l'Italia importava  � pi� razionalizzato e competitivo diventava il paese esportatore, e meno incentivazione e stimoli riceveva l'imprenditore italiano nei settori beni di consumo primari.
Il latte, ad esempio,  in Italia � pagato (politicamente, in una centrale del Latte Municipalizzata) al conferente 250 lire, mentre sul mercato  un imprenditore privato pu� fare arrivare comodamente dall'Olanda  o dalla Germania il prodotto a 125 lire il litro. Da un Paese dove lo stipendio di un salariato agricolo costa paradossalmente il doppio.

L'industria privata vi ricorre, fa arrivare il latte dall'estero, e la conseguenza � che il costoso latte dei contadini italiani  (tutta una categoria "clientelizzata" politicamente - quindi riceve un prezzo politico maggiorato, fuori mercato) ha sempre meno collocazione fuori dalle politicizzate Centrali Municipalizzate, creando cos� un'anomala virtuale eccedenza. La buona "pensata" del ministero dell'Agricoltura � quella di costruire fabbriche per la trasformazione del latte fresco in polvere per i mangimi. (Ignora clamorosamente che i privati stanno costruendo fabbriche solo confezionatrici di quello che sar� fra breve un grande business: il latte a lunga conservazione, la cui provenienza � spesso estera con costi inferiori al 50 percento).
Costruite le fabbriche ci si accorge al primo avvio che il costo di produzione � di 10.000 lire al chilo, mentre lo stesso prodotto arriva gi� dall'estero a 2000 lire.   Gli impianti, compreso tutto il personale non inizieranno mai la produzione. Ma il personale assunto rimarr� per ben 7 anni in organico, pagato dalla collettivit�.
Qualcosa del genere accadde anche per l'acciaio. Il famoso 5� centro siderurgicio di Gioia Tauro non decoll� mai. Non produsse nemmeno un chilo d'acciaio. Ma sta assorbendo in questi anni Settanta migliaia di miliardi, un pozzo senza fine per costruire la pi� faraonica "cattedrale nel deserto", dopo aver fatto spianare milioni di metri quadri radendo al suolo i  millenari e prestigiosi uliveti della regione (cos� fra breve l'Italia sar� costretta a importare anche olio d'oliva).

E' in questa situazione che Berlinguer fa i "discorsi dei sacrifici" agli italiani, e si spinge anche molto oltre i sacrifici. Il suo avvicinarsi all'area di governo produce tra le giovani generazioni grande delusione e non solo delusione. (vedi la riunione di Bologna). Il "movimento del Settantasette" cavalca la protesta, i vecchi gruppi abbandonano le vecchie "aree creative" e  nascono ora da ogni parte tutti con un orientamento pi� radicale.

Ingenuo complice Berlinguer (lo affermer� lui di essere stato ingenuo), gli industriali ritornano cos� alla carica per una svalutazione, per l'eliminazione della scala mobile, per ottenere una estensione nella cassa integrazione, il congelamento degli stipendi, il blocco delle liquidazionie, e se potessero chiederebbero anche la luna.
A farlo sono i grandi gruppi, e ancora una volta si ripresenta in questa fine  anni  Settanta uno dei classici dualismi dell'economia italiana, quello che contrappone la grande impresa alla piccola. La prima capace sempre di condizionare le scelte politiche e perci� capace di ottenere aiuti e assistenza a spese della collettivit�.
"Il taglio radicale della spesa andrebbe realizzato e va fatto  in buona parte anche nelle spese previdenziali e per la sanit�. Allo stato attuale, � insensato che l'assistenza medica sia stata resa di colpo gratuita per tutti gli italiani. Sia gratuita, e con servizi efficienti per le fasce di reddito inferiori e medio inferiori"
Queste parole appena lette non sono di un democristiano, n� di un rappresentante della Confindustria,  ma sono di Berlinguer, dettate a Eugenio Scalfari e riportate su La Repubblica.

E le ULSS sono gi� sul piatto del banchetto, pronte per decollare il prossimo anno.  Il pi� grosso boccone del secolo da spartire in 674  "baronie" clientelari, dove in alcune inizieranno a vegetare i "pirati della salute". Il malato diventa il pi� grosso affare, la pi� grande industria nazionale in mano a incompetenti, quasi tutti opachi funzionari di seconda e terza fila della politica locale (ma che d'ora in avanti dovr� essere pagata, profumatamente, sottraendo enorme  risorse alla efficienza e alle strutture sanitarie e utilizzando i fondi in un modo improprio).

24 OTTOBRE - E' varata la Riforma dei servizi segreti. E' una grossa novit�. Vi si contempla che entro il 22 maggio del 1978 devono essere sciolti tutti i vecchi servizi.
Ma con molto anticipo, FRANCESCO COSSIGA con un decreto istituir� per il 31 gennaio 1978 - ed entra in funzione - l'UCIGOS. (Ufficio centrale Investigazioni Generali e Operazioni Speciali). Con pieni poteri e alle dirette dipendenze del ministero degli interni.
In sostanza � una ristrutturazione e una totale unificazione di tutti gli apparati. Molti saranno mandati a casa, ma non sappiamo se poi si dedicarono agli hobby o al "fai da te" o entrarono frustrati a "servizio" di gente senza scrupoli.

FINE OTTOBRE

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