ANNO 1976 - MESE DI SETTEMBRE

a1976n.jpg (20908 byte) IN CINA INIZIA LA VERA RIVOLUZIONE
(perfino in casa di Mao).
STANNO SCOPRENDO L'ECONOMIA  DI MERCATO,
IL CONSUMISMO. 
NASCE LA NUOVA VOCAZIONE
DEI RICCHI  (che non sono pochi): EX LATIFONDISTI, DIVENTANO FINANZIERI E CAPITALISTI NEL PURO STILE OCCIDENTALE.
(milioni di persone hanno soldi ma non possono per scelte governative acquistare i beni occidentali)

9 SETTEMBRE, muore MAO TSE-TUNG, aveva 82 anni. A piazza Tien An-men 27 anni fa proclam� la fondazione della Repubblica Popolare Cinese. Nel 1966 scaten� la "Rivoluzione Culturale" a sostegno dei militanti rurali formatisi nella lotta sociale e militare ispirata dalla sua strategia; che per� in questi ultimi anni della sua vita � diventata contradittoria: � al vertice di un regime e nello stesso tempo � il capo dei ribelli. Un anomalo potere che ha iniziato a vacillare sotto le spinte di protesta tra le masse giovanili urbane in una societ� autoritaria e frustrante che come in Russia, nel dopo Lenin, ha fatto dei gruppi dirigenti una classe privilegiata (quella che Mao voleva evitare), e che si difende ora per conservarli questi privilegi con una forza di tipo fascista destinata a reprimere le spinte delle masse e a fregarsene altamente delle differenze sociali.

Da non dimenticare infine i grandi proprietari terrieri, quelle caste che Mao (come hanno fatto in Europa in mille anni tutti coloro che volevano cambiare il corso del mondo) non ha osato toccare, ha lasciato loro castelli, palazzi, propriet� terriere, e le solite immunit� che ogni tipo di rivoluzione si affretta a dare all'alta borghesia per procedere indisturbata, e spesse volte sono anche aiutate quando alcuni equilibri consolidati del potere sono minacciati.

Mao muore a distanza di pochi mesi (8 Gen.) dall'altro protagonista, suo principale collaboratore CHOU EN-LAI, primo ministro della Repubblica Cinese.

Per entrambe le due cariche si scatenano in Cina da parte degli organi del partito comunista forti polemiche  e tremende campagne ideologiche contro "i dirigenti che si sono messi sulla via capitalistica". Gravi tensioni  il 4 aprile sulla piazza Tien An Men, che si ripetono ancora in questo mese alla  morte di Mao.
L'ala pi� radicale del gruppo dirigente della "rivoluzione culturale" � contro quella politica che viene definita della "banda dei quattro"; compresa la vedova di Mao, Chiang Ching, che  pur vissuta accanto al sobrio e umile marito, � la prima a non disdegnare i piaceri del consumismo occidentale e ne ostenta il possesso dopo essere passata a rifornirsi nei migliori atelier parigini e nelle gioiellerie di Londra.

L'irresistibile evoluzione verso il capitalismo � ormai in atto e nell'arco di pochi anni ha portato all'istituzione di un'economia dai molti mercati che ha trasformato  sia la costa sia all'interno l'intera Cina.  Una evoluzione che subito  preoccupa ma che � anche molto attesa dal mondo finanziario e produttivo dell'Occidente europeo, americano e giapponese.

Preoccupa perch� in Cina vi sono milioni di operai "disposti" (come � accaduto in Italia negli anni '50 e '60) a lavorare per salari bassissimi, che potrebbero quindi sconvolgere gli equilibri economici delle produzioni mondiali degli altri Paesi; ma � anche molto attesa questa mutazione socio-economica, perch� la Cina rappresenta col suo miliardo di consumatori un grande mercato potenziale. Milioni di persone del ceto medio, impiegati, funzionari (e i milioni di giovani figli di ricchi)  non stanno aspettando altro che acquistare prodotti stranieri fregandosene altamente delle ideologie marxiste e maoiste (ricordiamo che i benestanti in Cina sono quasi come numero pari all'intera popolazione italiana e i grandi proprietari terrieri sono pari a quelli della Lombardia).

Pochi anni e assisteremo al grande capovolgimento dell'economia mondiale. Le "tigri asiatiche" inizieranno a sconvolgere i mercati, le borse, la stabilit� monetaria dei paesi occidentali e perfino a farli tremare.  Nel 1998 nelle banche cinesi risulteranno depositati risparmi   pari a un miliardo e trecento milioni di miliardi (un 13 con 17 zeri). Se i cinesi in un solo anno ritirassero solo  il 10% dei propri risparmi e lo destinerebbero improvvisamente ai consumi, la somma sarebbe pari a 65 volte (sessantacinque volte) il debito pubblico accumulato in quarant'anni dall'Italia. Una ipotesi abbastanza accadibile che sconvolgerebbe tutti i mercati borsistici mondiali. Stesso impatto sconvolgente (anche questo accadibile) se lo  yuan ad un tratto svalutasse solo del 10%; inonderebbe i mercati di prodotti cinesi. Le conseguenze sono immaginabili.
Bisogna abituarsi ai grandi numeri, spesso incomprensibili, pur essendo realistici. Se i cinesi si svegliano un mattino con un raffreddore e tutti decidono di acquistare un semplice flacone di sciroppo, la spesa � gi� pari a una manovra finanziaria di una nazione come l'Italia.

"La Cina sar� pure un popolo di moscerini, ma se si levano tutti in volo, il semplice battito delle loro ali provoca un tornado, una tempesta, un maremoto a Wall Street, quindi nel mondo..." - affermava un attento economista  con anni d'anticipo e con una visione realistica - "...Prima o dopo si accorgeranno che l'occidente ha bisogno di loro, e sanno fin da ora che una certa pirateria mercantile occidentale, spesso senza regole, porta gli occidentali ad escogitare -  pur di entrare dentro i loro mercati a spese di un concorrente (occidentale)- i pi� strani e immorali compromessi".

Siamo, alla morte di Mao, all'inizio di questa grande rivoluzione implodente, anche se in Italia si crede ancora in questo 1976 al collettivismo maoista, al maoismo, e alla crisi irreversibile del capitalismo. Eccone un esempio proprio alla morte di Mao:

"Una sola cosa ci preme dire subito... ed � che se un punto certo vogliamo additare in Mao � quello che collega la sua rivoluzione alla nostra, ne fa per i comunisti della nostra generazione il riferimento pi� diretto e pi� attuale: il comunismo come programma immediato, non ipotesi di domani ma leva dell'oggi, condizione della rivoluzione occidentale.... E' stato detto una volta che Mao rappresenta "il marxismo del nostro secolo", con un enfasi che conteneva anche un elemento di errore. Ma quanto pi� grande, vogliamo dirlo in queste ore, la radice di verit�: quello per cui diciamo di essere maoisti, o vorremmo esserlo". (conclude cos� il saluto di commiato a Mao nell'occhiello "Ribellarsi � giusto" ROSSANA ROSSANDA sul giornale riportato sopra).

La "rivoluzione culturale", dopo la rottura con Mosca.  Il "marxismo maoista" come "programma immediato" era arrivato nel 1968 in Albania con i dirigenti, i rivoluzionari e i tecnici cinesi, per creare nella utopistica  Nuova Albania, l'avamposto,  la "leva",  la "condizione della rivoluzione occidentale".
Il nuovo corso della politica cinese del dopo Mao, sta invece ora creando anche in Albania aspre polemiche, fino alla rottura, quando fra pochi mesi, il 7 luglio del 1978, il nuovo gruppo dirigente cinese (guidato da Hua Huo-feng e da Teng Hsiao-ping) annuncia la decisione di sospendere gli aiuti economici e di  abbandonare l'Albania a se stessa e al suo chiuso comunismo filo-sovietico.
E' la fine dell'avventura maoista in Occidente! (che delusione in Italia per chi gridava nelle piazze "La Cina è vicina è già in Albania!".)

Nello stesso anno, il 16 dicembre 1978, i cinesi annunciano lo stabilimento di normali relazioni con gli USA, e confermano la decisione di voler sviluppare i rapporti economici con i paesi occidentali  aderendo al World Trade Organization. I successori si pongono lo scopo prioritario di accelerare lo sviluppo economico, anche a costo di offuscare la purezza ideologica e il mito di Mao.
E' l'inizio della fine dell'avventura maoista. E se si aprono al mercato - come tutti gli occidentali vorrebbero - saranno dolori per le loro imprese produttive.

30 SETTEMBRE - GIORGIO BENVENUTO, socialista, dentro la UIL � il nuovo segretario del sindacato

SETTEMBRE -Due fatti di sangue nel mese compiuti da gruppi terroristici. A Biella il 1� settembre � ucciso il vicequestore CUSANO, a bruciapelo da due brigatisti rossi, mentre sta eseguendo di persona un normale controllo sulle strade, mentre a Como al festival dell'Unita un militante del PCI, CASTELNUOVO,  � raggiunto da alcuni colpi di pistola sparati da un gruppo di neofascisti.

FINE SETTEMBRE

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