ANNO 1976 - MESE DI APRILE

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1� APRILE - Al voto la legge sull'aborto. La DC � lacerata tra le pressioni della Chiesa che la spinge all'intransigenza e l'impossibilit� di difendere  le norme fasciste dove � considerato reato ogni tipo di aborto.
Pur avendo raccolto le firme per un referendum i partiti che lo temono stanno discutendo da mesi. Cercano di trovare accordi, togliere o limare qualche vecchia norma, ma nessuno tiene conto del grado di maturit� del paese n� dei diritti delle donne a decidere su un argomento che le riguarda e le coinvolge in modo cos� diretto e totale come nessun altro.

La Chiesa teme col referendum soprattutto la fragilit� nei suoi fedeli.  Non � sicura che il concetto di grave peccato su cui poggia da sempre l'etica cattolica  una volta depenalizzata la legge venga poi rispettato. Ed � quello che rimproverano i laici ai cattolici: un cristiano se � tale mica noi lo obblighiamo a ricorrere all'aborto. Se i suoi principi squisitamente religiosi sono solidi e profondamente sentiti,  altrettanto saranno i suoi comportamenti morali nell'impostare l'intera sua vita privata. E anche se non solidi come insegnamenti cristiani, forse falliti per volergli dare ad ogni costo una sola visione del mondo (quello che in parte � avvenuto in una parte del pianeta)  questo non significa che non abbia anche lui una sua "etica" e una sua "dottrina morale".  Esisteva quella "naturale", prima ancora di quella "cattolica", e la prima continua ad esistere, nonostante la pretesa della seconda ad atteggiarsi come unica depositaria universale della morale stessa
Ci sono milioni di donne atee che non hanno mai abortito, e ci sono milioni di donne cattoliche che lo hanno fatto, e l'incontrario. Le statistiche in merito danno le stesse percentuali.

Siamo quindi al voto, non si � data la facolt� di decidere agli italiani ma al Parlamento dove siede  un governo tutto DC, e dove il risultato non positivo, accresce la tensione tra i partiti e i cittadini, soprattutto per aver disattesa la volont� popolare, quella dell'abolizione della vecchia legge fascista con il referendum voluto dagli stessi cittadini nei modi  previsti dalla Costituzione e che il presidente della Repubblica dovrebbe solo promulgare, salvo che le norme   non siano abolite dalla nuova legge.
Accade l'incontrario, "la toppa" � peggiore della vecchia legge e la nuova tanto attesa, con 298 voti a favore (DC e MSI) e 286 contrari, riconferma essere l'aborto reato, salvo in casi di gravissimo pericolo per la salute della madre.
Non � dunque la legge che volevano gli italiani! Sia quelli che hanno firmato il referendum e sia gli altri. (Il voto poi lo dimostrer�, che non erano solo 700.000 "puttanelle" ad aver firmato, come qualcuno disse nella sua "crociata" moralistica).
Le femministe scendono nuovamente in piazza, e il problema della depenalizzazione dell'aborto rimarr�  per cinque anni a gravare sempre come un macigno sulla politica. Di crociata ne � stata persa gi� una, con il divorzio, e molti  partiti temono che quest'altro referendum ancora pi� delicato rispetto all'altro, porter� a un maggior turbamento politico in un contesto gi� profondamente scosso da altri problemi economici e sociali. Di rinvio in rinvio per evitare una "guerra di religione" si arriver� al voto nel maggio del 1981, e con una sorpresa, con il 68% di s�.

30 APRILE - L'ultima "avventura" di MORO � finita. Annuncia le sue dimissioni. Domani salir� sul Colle a rimettere il mandato al Presidente della Repubblica Leone, che scioglier� le Camere e fisser� la data delle consultazioni popolari per il prossimo 20-21 giugno.

FINE APRILE

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