ANNO 1975 (Pagine in costruzione) MESE DI APRILE

16-17-18 APRILE - Milano in stato d'assedio. Nella manifestazione antifascista  il giorno 16, avviene la prima tragedia. Un colpo di pistola ha ucciso un diciottenne CLAUDIO VARALLI.
Mobilitazione e rappresaglia il giorno dopo, il 17;  poco prima delle 13, mentre gruppi di dimostranti si scontrano con la polizia schierata a difesa della sede del MSI in via Mancini, un camion di carabinieri travolge un giovane di sinistra GIOVANNI ZIBECCHI di 26 anni (nell'immagine il suo corpo a terra, come uno straccio, il torace sfondato e la testa fracassata).
(Il 29 dopo 47 giorni di agonia, morir� anche il diciannovenne SERGIO RAMELLI un aderente al Fronte della Giovent� (Msi) colpito il 13 marzo, da elementi di Avanguardia operaia, mentre rientrava a casa)
(UNA LUNGA LISTA DI MORTI - DA ENTRAMBE LE PARTI)

E' seguita la rivolta. Via XXII marzo diventa un campo di battaglia. Devastati bar, negozi, chioschi di giornali, auto incendiate, pareti delle case annerite dal fuoco e dalle fiamme.

Le vie attorno hanno l'aria resa irrespirabile dai gas lacrimogeni della polizia o dalle bombe molotov dei dimostranti.a1975e.jpg (9586 byte) Sono incendiate auto e ustionati gli uomini delle forze dell'ordine, fracassate una decina di pantere della polizia. Nel trambusto  altri colpi d'arma da fuoco, proietttili vaganti nella folla ed � ferito un consigliere provinciale missimo e colpito gravemente un altro neofacista di Avanguardia Nazionale.
Il 18 sciopero nazionale di protesta in varie citt� d'Italia con altri momenti di forti   tensioni, e un'altra tragedia, a Firenze:  nella folla altri colpi di pistola, e uno  fulmina RODOLFO BOSCHI di 22 anni, militante del PCI.

Si scrive (vedi sopra sul giornale)   "E ora, basta".  Ma siamo appena all'inizio di una stagione del terrore. Si sta entrando negli anni pi� bui per il Paese, sia per  i numerosi attentati e omicidi, e sia per  la grave crisi economica, di cui nessuno vede la fine.

Le BRIGATE ROSSE hanno cominciato a diffondere per la prima volta il loro "Programma" che porta in una sola direzione. "La vittoria della rivoluzione nel mondo". E portano a conoscenza e viene  diffusa la prima risoluzione strategica, quella di annientare lo "Stato imperialista delle grandi multinazionali" ovvero  "l'abbattimento della societ� borghese, il colonialismo, l'oppressione, lo sfruttamento".
Tutte queste millenarie utopie, messianiche, perfino religiose, che contengono cose che non vogliono, e sono le cose che tutti non vogliono, non solo loro ma la maggioranza di tutte le popolazioni del mondo,  ma � l'indicazione di un progetto alternativo che manca. Abolire il capitalismo, lo stato, l'organismo pubblico � il fine immediato, ma poi non indicano con cosa intendono sostituirlo. Lenin era partito cos� nel '17, poi gi� nel '18, per non far fallire la rivoluzione, resosi conto che il suo progetto era pura utopia politica e che i problemi pratici e la complessa organizzazione economica stavano portando al fallimento la rivoluzione, richiam� ai loro posti i burocrati zaristi, e il suo "sogno" di dare un uguale stipendio al burocrate come al pi� umile operaio fall� davanti alla paralisi dello stato. Una paralisi che in questo 1975 continuava a non smettere di fare disastri, a 57 anni da quel famoso progetto rivoluzionario, e quel che � peggio seguiter� a farli.

ANTONIO NEGRI in Crisi dello Stato-piano ( dove indicava fra l'altro non un progetto "rivoluzionario" ma "insurrezionale") nelle ultime tre righe concludeva che n� le teorie della terza Internazionale n� quelle di Clausewitz e di Mao erano adatte ad orientarsi in questo (utopistico Ndr) mondo nuovo, non funzionano ma "solo l'esperienza, il coraggio e la vera militanza rivoluzionaria possono sciogliere il nodo teorico che abbiamo dinanzi". Troppo poco!
Di esperienze ce n'era gi� una.  E col coraggio e la militanza rivoluzionaria   non si forma n� la ricchezza di una Paese, n� tantomeno si elimina l'indigenza di un Popolo. Ci vuole altro!

11 APRILE - Il Senato e la Camera   approvano una importante riforma nella struttura della Rai e di conseguenza il contesto dei vari programmi (soprattutto nella direzione dei telegiornali e giornali radio subiscono un palese indirizzo politico. Il totale controllo passa da questo momento dal governo al Parlamento. Un'apposita commissione vigila d'ora in avanti sulle tre reti televisive, dove ognuna ha un direttore di rete e ha in concorrenza un proprio telegiornale. Infatti, � stato deciso che a capo di ogni rete siano i dirigenti dei maggiori partiti. E' l'inizio di quella che verr� d'ora in avanti soprannominata la "LOTTIZZAZIONE" degli organi d'informazione. Le polemiche non mancano su questa formula che dovrebbe nelle intenzioni essere pluralistica pi� di prima, garantire l'obiettivit� e la completezza dell'informazione. Ma sono polemiche ipocrite perch� poco cambia. E' solo fumo negli occhi.
Il vecchio potere democristiano ha perso l'egemonia di fatto e ha finalmente cessato di essere il tutore della "moralit�" (quella bacchettona che impedisce il decollo della civilt� dei consumi, spregiudicata, che desidera  il permissivismo per vendere). Apparentemente non � pi� la  "severa e attenta mamma Rai" degli italiani, � una consociativa spartizione dell'etere che ha una contropartita:  una piccola concessione nella spartizione del potere  dell'informazione con precisi accordi, e dove ognuno va a gestire il suo spazio in un modo cos� spudorattamente partigiano - e sembra incredibile che fior di professionisti si siano prestati a questi giochi di pulcinella (pochi ebbero il coraggio di sbattere la porta) - da far sorridere nelle case anche gli idioti, i bambini, i cani e i porci. Dimostrarono solo di avere   una bassa opinione del cittadino italiano.
Un direttore di telegiornale altrettanto spudoratamente di fronte a certe accuse di faziosit� non ebbe il pudore di nascondere il suo servilismo, ammettendo che lui aveva un referente politico "e con quello io mangio".

22 APRILE - Grosse novit� per la famiglia. Il Parlamento approva la riforma del DIRITTO DI FAMIGLIA  (contrario il MSI e astensione dei liberali). Viene sancita la parit� giuridica dei due coniugi che d'ora in avanti hanno uguali diritti e doveri. E' eliminato il medioevale istituto della dote, e viene introdotta la comunione dei beni, salvo averli dichiarati separati all'atto del matrimonio. � attribuita la patria potest� ed � abrogata la separazione per colpa.  Abolita pure ogni distinzione tra figli legittimi e naturali. Finisce cos� l'umiliante e pregiudizialmente infamante scritta sui documenti   "figlio di NN", visto che d'ora in avanti un figlio illegittimo pu� essere registrato con il cognome della madre.

Desto' comunque sorpresa il voto contrario del MSI che si era schierato contro tutti questi diritti, di cui alcuni non erano semplici espressioni dell'et� moderna, ma da secoli vere e proprie violenze alla libert� individuale (basti pensare alla separazione per colpa riconosciuta all'uomo e non alla donna) che erano gi� ampiamente riconosciuti nella societ� civile di tutti Paesi democraticamente pi� avanzati.

fine aprile

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